Un commento alle linee strategiche dell’Autorità per l’energia e il sistema idrico

Questo commento riproduce alcuni contenuti della memoria I-Com presentata in occasione delle audizioni organizzate l’11 e il 12 novembre dall’Autorità per l’energia elettrica il gas e il sistema idrico (AEEGSI) per ricevere osservazioni sullo schema di linee strategiche per il quadriennio 2015-2018, pubblicato lo scorso 30 ottobre. In particolare, si concentra su quattro punti, due di metodo (orizzonte temporale delle linee strategiche e interlocuzione con gli stakeholder) e due di merito (efficienza energetica e smart metering, la transizione in gran parte di là da venire dalla tutela al mercato libero a livello retail)

Il nuovo format quadriennale delle linee strategiche

La maggiore estensione temporale (2015-2018) rispetto al precedente orizzonte triennale del principale documento strategico dell’AEEGSI appare senz’altro condivisibile nello sforzo di offrire agli stakeholder del sistema una visione di medio-lungo termine. Come precisato nello stesso documento, in questo modo si vuole anche coprire l’anno nel quale entrerà in carica il futuro collegio, che presumibilmente non sarà in grado di fornire un nuovo impulso strategico se non dopo un primo periodo iniziale di osservazione del mercato e di dialogo con la struttura. A questo riguardo, ricordiamo quanto più volte sostenuto in passato (ed evidentemente rivolto alle istituzioni politiche) di assicurare una transizione il più possibile morbida ai board delle Autorità indipendenti, prevedendo mandati non coincidenti nel tempo e dunque un turnover soltanto parziale, al fine di rafforzare la stabilità del quadro regolatorio. Ad esempio, per collegi con 5 membri, si potrebbero prevedere 2 o 3 tornate di nomina, con una che serva a nominare il Presidente e in aggiunta 1 o 2 Commissari, mentre per collegi con 3 componenti, 2 tornate di nomina inclusa una con il Presidente e 1 Commissario, in modo tale da assicurare comunque alle Autorità una guida stabile e autorevole, che trova una sua garanzia naturale nel ruolo del Presidente, altra precondizione di buon funzionamento per un soggetto istituzionale di questo tipo). Inoltre, viene naturale chiedersi quale lunghezza avranno le future linee strategiche. Si vorrà fare come nel passato, presentando ogni anno un documento con un orizzonte temporale quadriennale oppure si immaginano le linee in una dimensione temporale fissa, analoga a quella di un periodo regolatorio, al limite prevedendo una o più revisioni intermedie rispetto alla durata residua?

Da valutare inoltre un’indicazione temporale light, che faccia corrispondere gli obiettivi a una previsione quantomeno approssimativa di raggiungimento, ad esempio con una scansione tra il primo e il secondo biennio, da svolgere anche in generale (magari in premessa o alla fine del documento) oppure per singole linee strategiche.

L’efficienza energetica e lo smart metering in una prospettiva costi-benefici

L’Autorità pone giustamente molta fiducia nei servizi a valore aggiunto come driver potenziale del mercato retail. Le misure previste appaiono sostanzialmente condivisibili e d’altronde in parte sono dettate da norme primarie che applicano il diritto comunitario (è il caso in particolare del D.lgs n.102/2014 che ha trasposto nell’ordinamento italiano la Direttiva 27/2012/UE e che assegna un importante ruolo all’Autorità per l’energia). Naturalmente, come rileva la stessa Autorità, sarebbe un grave errore regolare eccessivamente il mercato dei servizi energetici, sul quale forse la stessa Direttiva europea ha già imposto troppi paletti. In questo modo si limiterebbe di fatto l’innovazione, che deve essere lasciata alle imprese (non solo i tradizionali fornitori di energia ma l’intero ecosistema di aziende).

Un punto importante, sottolineato dalla proposta di linee strategiche, è quello dello smart metering rispetto al quale crediamo però che maggiore enfasi andrebbe assegnata alla possibilità di prevedere, certamente non a intervalli annuali, ma ad esempio biennali o triennali un assessment dei costi e dei benefici, sulla base di metodologie il più possibili condivise con gli stakeholder interessati. Uno sforzo che andrebbe fatto pur tenendo conto delle risorse finanziarie e umane limitate dell’Autorità (fatto che in altri contesti abbiamo biasimato, a fronte delle nuove competenze assegnate e del meccanismo di finanziamento che non grava sul bilancio dello Stato). In questo modo, si potrebbe decidere di accelerare o rallentare il roll-out di nuovi contatori o di nuove funzionalità, sulla base di un’analisi il più possibile obiettiva. Senza far perdere all’Italia un’importante occasione di sviluppo sia dell’industria che del mercato dell’energia ma anche senza gravare eccessivamente sui consumatori, in modo che i costi siano più che compensati con ragionevole attesa dai benefici potenziali.

Dalla tutela al mercato: le condizioni per una transizione di successo     

Le linee strategiche affermano, all’interno dell’obiettivo OS13 (Aumento della concorrenza nel mercato), che “i meccanismi di tutela di prezzo delle famiglie e delle piccole imprese dovranno essere rivisti e gradualmente assorbiti”. Condividendo questo obiettivo e proprio per favorire un livello di consapevolezza adeguato, proponiamo di fissare in anticipo le tappe per il passaggio graduale (in ordine decrescente) delle diverse classi di consumo al mercato libero, sulla falsariga di quanto si è previsto a suo tempo per la qualificazione di idoneità del cliente. In questo modo, si creerebbero gli incentivi giusti per i consumatori (e per chi li rappresenta) e per i venditori a operare al meglio. Allo stesso tempo, Acquirente Unico potrebbe prepararsi per gestire la transizione e riorganizzarsi, minimizzando l’impatto organizzativo.

Perché il mercato libero possa svilupparsi proficuamente per tutti, a cominciare dai consumatori, occorre anche limitare al massimo un fenomeno patologico come quello della morosità sul quale sta attualmente lavorando l’Autorità. Per farlo compiutamente, imparando anche dagli insuccessi o comunque dai successi molto parziali degli anni scorsi, bisogna prevedere a nostro avviso la costruzione di un sistema di monitoraggio trasparente e condiviso con gli stakeholder in grado di verificare l’efficacia e l’impatto per i venditori e i consumatori (e naturalmente anche per le altri parti in causa) degli interventi di carattere regolatorio assunti al fine di prevenire il fenomeno ed eventualmente apportare correttivi alla regolazione esistente, qualora necessario.

Anche il bonus sociale, come del resto prevede il documento, va ripensato. A nostro avviso, va limitato esclusivamente a quelle situazioni di estrema necessità, derivanti da situazioni reali di fuel poverty o dall’uso di apparecchiature medicali. Altrimenti, si rischia di introdurre (o meglio mantenere) un meccanismo ulteriore di distorsione del mercato, sostituendo interventi di natura sociale che dovrebbero essere demandati ad altri strumenti e ad altre istituzioni, e di limitarne ulteriormente il perimetro.

Revisione e rafforzamento degli strumenti di interlocuzione con gli stakeholder

Il documento in premessa annuncia una novità importante, di cui spesso siamo stati fautori rispetto alle attività dell’Autorità e di altre istituzioni pubbliche. A pagina 4, si afferma infatti che “l’Autorità si impegna a rinforzare la propria trasparenza e accountability, attraverso una periodica rendicontazione dell’attività svolta rispetto a quanto indicato nelle nuove linee strategiche e delle ragioni di eventuale differenze rispetto a quanto previsto”.

Forse il luogo più adatto potrebbe proprio essere il documento che rivede annualmente o biennalmente le linee strategiche (cfr. infra), in modo tale da dare conto delle attività passate ma anche aggiornare quelle future alla luce delle novità emerse nel frattempo.

Tra gli strumenti di interlocuzione, un ruolo importante rivestono le audizioni periodiche. Forse è arrivato il tempo, dopo il successo del progetto bolletta 2.0, di immaginare audizioni 2.0, con una maggiore interattività tra i partecipanti, anche a costo di ridurre il tempo a disposizione di ciascuno, in modo tale da concentrare l’attenzione di tutti. Oppure prevedere momenti di discussione di una sola giornata distanziati nel tempo su temi specifici (come oggi avviene nel settore idrico) con un momento di sintesi finale.

Infine, qualche parola sulle iniziative di informazione (che sono comunque sempre un momento di interlocuzione con il mondo esterno).

Incoraggiamo l’Autorità, come del resto già sta facendo, anche per una banale questione di risorse a disposizione, a investire sempre di più nell’informazione di selezionati gruppi di interlocutori, a cominciare dai giornalisti e dalle associazioni dei consumatori per finire con gli stessi rappresentanti delle istituzioni, anche di concerto con altri soggetti pubblici che hanno competenze e obiettivi in linea con una mission di questo tipo (es. il GSE e l’Enea).

Presidente di I-Com, Istituto per la Competitività, think tank che ha fondato nel 2005, con sede a Roma e a Bruxelles (www.i-com.it). Docente di economia politica e politica economica nell’Università Roma Tre.

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