Lo scorso 9 aprile è stato presentato al cospetto del presidente della Regione Lazio e del Ministro dell’Ambiente la bozza (si suppone dunque molto avanzata) del Documento strategico sull’energia della Regione Lazio. Nell’occasione il Presidente Zingaretti ha parlato di “un nuovo gol della Regione Lazio dopo 14 anni di assenza di programmazione”.
Se davvero fosse così, purtroppo si tratterebbe di un gol nella porta sbagliata o, per proseguire nella metafora, la classica rete realizzata a occhi chiusi o guardando da tutt’altra parte. Come sa chiunque abbia anche minima dimestichezza con la materia dell’energia ma anche solo con la scienza dell’amministrazione, non si può fare programmazione energetica (già di per sé materia complicatissima ed opinabile) senza una buona base di dati e una seria metodologia che permetta di farci qualcosa di sensato. Purtroppo nel documento strategico della Regione mancano entrambe le condizioni, oltre ad una chiara incoerenza temporale tra i tempi previsti per l’approvazione del Piano energetico regionale e gli obiettivi che si intende raggiungere.
Le quasi 70 pagine dell’analisi basano stato dell’arte e scenari su pubblicazioni ormai sorpassate (dalla stessa fonte, in altre parole bastava consultare nell’ultimo anno lo stesso sito Internet dal quale si sono acquisite le informazioni). E’ il caso dei dati elettrici regionali fermi al 2012 (nel frattempo Terna ha pubblicato l’aggiornamento al 2013 e sono disponibili i dati provvisori al 2014 per Italia e Area Centro, di cui il Lazio è magna pars) e delle previsioni della domanda elettrica, che si basano sul documento Terna relativo al periodo 2013-2023, quando ormai da diversi mesi sono disponibili sul sito del gestore della rete quelle 2014-2024. E’ come se gli estensori del documento della Regione lo avessero preparato molti mesi fa e poi non si siano più premurati di aggiornarlo, riponendolo in un cassetto salvo poi estrarlo incuranti del passaggio del tempo. Un comportamento sconcertante per chi ha la mission di pensare al nostro futuro. Tra l’altro si sarebbe trattato di un update piuttosto agevole visto che non si è neppure ritenuto di rielaborare graficamente grafici e tabelle ma ci si è limitati a un pedissequo copia e incolla. Riuscito peraltro male, visto che nonostante l’azione di riproduzione fotostatica di dati altrui si è riusciti a fare errori (nello scenario di base, si è riportata per il Centro Italia una crescita dello 0,4% annuo, forse di una versione precedente, contro lo 0,3% della versione finale, differenza che moltiplicata per dieci anni e capitalizzata, dà luogo a uno scostamento significativo).
Si dirà che non sono uno o due anni di differenza a cambiare lo scenario e possiamo dunque essere accusati di una certa pedanteria. Ebbene, guardiamo a cosa è cambiato effettivamente passando dai dati sui quali si è basata la Regione ai dati più aggiornati disponibili, facendo qualche esempio.
Nel Documento Strategico si fa riferimento a una penetrazione delle rinnovabili sul totale dei consumi pari al 9,4% nel 2011. Ebbene, quell’anno la produzione di energia elettrica da fotovoltaico, oggi la prima fonte rinnovabile nel Lazio, fu pari a 806,9 GWh, nel 2013 (dati Terna scaricabili dal sito www.terna.it) è stata pari a 1529,5 GWh (+87,2%). Anche dal lato della domanda, sia sui dati a consuntivo che sugli scenari di Terna, il mancato aggiornamento non ha permesso di cogliere variazioni significative. Nel 2012, il totale dell’energia richiesta nel Lazio era pari a 25.015,2 GWh, calati nel 2013 a 23.715,2 GWh. Tenendo conto di un’ulteriore diminuzione della richiesta di energia elettrica, secondo i dati provvisori rilasciati da Terna, di un 3,0% nella ripartizione Abruzzo, Lazio, Marche, Molise, Umbria, si può credibilmente immaginare un dato 2014 intorno a 23.000 GWh, circa l’8% in meno rispetto al dato di riferimento sul quale base le proprie considerazioni la Regione.
Se volgiamo lo sguardo al futuro, trasferendoci agli scenari, l’impatto della pigrizia statistica dei funzionari regionali è ancora peggiore. Sia perché l’anno base dal quale partono le previsioni è diverso, con un effetto scalino derivante dallo scostamento tra dati effettivi e previsioni, sia perché il soggetto che fa le stime (Terna) tiene conto degli elementi emersi nel frattempo per rivederle al rialzo e al ribasso. Basti pensare che nel 2014 la richiesta di energia elettrica nella Regione avrebbe dovuto essere pari a 25.620 GWh nello scenario di sviluppo, 25.220 GWh nello scenario base. Per non dire che Terna ha stimato un tasso di crescita annuale della domanda nello scenario base che nel giro di un anno ha cambiato segno, passando per il Centro da +0,3% a –0,4%. Non proprio una differenza da poco.
E’ vero che stiamo parlando di un Documento Strategico propedeutico a un vero e proprio Piano energetico ma allora perché presentarlo in pompa magna? E’ giusto lasciare elaborazioni originali alla fase successiva ma non sembrava difficile poter fare già allo stadio attuale un lavoro decisamente migliore di quello che è stato svolto, senza ricorrere a risorse esterne (alle quali si intende affidare, si direbbe per fortuna, l’elaborazione del PER). Ma semplicemente copiando bene.
Peccato che quando l’elaborazione (forse) sarà pronta per l’uso (secondo i piani della Regione il PER dovrebbe essere approvato entro maggio 2017), l’esercizio risulterà quasi inutile o comunque fuori tempo massimo. Tenendo conto che, come si ricorda nell’introduzione del Documento Strategico, “il nuovo Piano Energetico Regionale è lo strumento di programmazione strategica in ambito energetico, con cui Regione Lazio definirà le modalità per far fronte agli impegni al 2020 in coerenza con gli obiettivi di sviluppo delle fonti rinnovabili individuati per le Regioni…..e con la nuova Programmazione Comunitaria 2014-2020”. Non c’è che dire come programmazione strategica!
Ma date le premesse, c’è quasi da augurarsi che il gol avvenga a tempo scaduto a questo punto. Speranza tutt’altro che peregrina visto che la manovra di gioco fin qui è stata lentissima, tenuto conto che per l’elaborazione del Documento Strategico è trascorso un anno abbondante (il fischio d’inizio è stato a marzo 2014). Considerato che l’Amministrazione attuale è in carica dal marzo 2013, sarà sicuramente vero che le giunte precedenti sono state inerti ma anche l’attuale non sarà certo ricordata per il suo dinamismo, almeno in materia di energia. E senza attuare cambi di modulo che dovrebbero essere tanto repentini quanto efficaci.