“Il Governo modernizza il proprio impegno a favore del cinema italiano e aumenta i finanziamenti del 60%”.
Queste le parole del Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini al termine del Consiglio dei Ministri che il 28 gennaio scorso ha approvato il Disegno di legge collegato alla manovra di finanza pubblica “Disciplina del Cinema, dell’Audiovisivo e dello Spettacolo”
Il provvedimento elaborato in seno alla Direzione Generale Cinema prevede per la prima volta l’attivazione di un fondo completamente autonomo e permanente per il sostegno dell’industria cinematografica e audiovisiva. Il montante delle risorse garantite sale a 400 milioni di euro all’anno (+150 milioni) e vengono posti in essere strumenti automatici di finanziamento alle imprese prevedendo con forti incentivi per giovani autori e per chi investe in nuove sale e a salvaguardia dei cinema, dei teatri e delle librerie storiche.
Si azzera così in un colpo solo il Decreto Urbani del 2004 e i successivi decreti attuativi per dare vita ad un nuovo schema di interventi organico e adeguato al nuovo contesto digitale a sostegno dell’’intera filiera audiovisiva, razionalizzando le varie aree di intervento, potenziando e modulando la leva fiscale e introducendo meccanismi di tutela e salvaguardia per le sale storiche e il patrimonio cinematografico.
Un intervento di riforma da lungo tempo atteso che riconosce il ruolo strategico dell’industria cinematografica, veicolo formidabile di formazione culturale e di promozione del paese all’estero.
Ma passiamo in rassegna i punti qualificanti del Disegno di Legge che ora comincerà il suo percorso in Parlamento.
Come accennato viene creato il “Fondo per lo sviluppo degli investimenti nel cinema e l’audiovisivo”, per sostenere gli interventi per il cinema e l’audiovisivi attraverso incentivi fiscali e contributi automatici che unificano le attuali risorse del Fus Cinema e del Tax Credit. Il fondo a regime (dal 2017) potrà contare su 400 milioni di euro ovvero 150 in più rispetto all’anno corrente. Quanto alle modalità di approvvigionamento il Governo ha deciso di introdurre un meccanismo virtuoso di autofinanziamento, in base al quale il fondo è alimentato direttamente dagli introiti erariali già derivanti dalle attività di: programmazione e trasmissione televisiva; distribuzione cinematografica; proiezione cinematografica; erogazione di servizi di accesso ad internet da parte delle imprese telefoniche e di telecomunicazione. Pertanto, a decorrere dal 2017, una percentuale fissa (11/12%) del gettito Ires e Iva di questi settori verrà destinato al finanziamento del Cinema e dell’audiovisivo. Nessuna nuova tassa (come in Francia) ma un virtuoso meccanismo di “autofinanziamento” della filiera produttiva che viene incentivata a investire e innovare e che fa elimina l’attuale incertezza annuale sui fondi destinati al cinema.
In merito alla governance il Ministero si dota di un Consiglio Superiore per il Cinema e l’Audiovisivo, al quale sono attribuiti i compiti della Sezione Cinema della Consulta dello Spettacolo. La struttura composta da personalità di alta competenza ed esperienza nel settore e dai rappresentanti delle principali associazioni, svolgerà attività di elaborazione delle politiche di settore, con particolare riferimento alla definizione degli indirizzi e dei criteri generali di investimento a sostegno delle attività cinematografiche e audiovisive. Sarà garantita una maggiore concertazione con altri Ministeri e con le Regioni.
La nuova Legge Cinema mette mano anche al sistema di valutazione dei progetti storicamente affidato a commissioni ministeriali per l’attribuzione dei finanziamenti in base al cosiddetto ‘interesse culturale’. Viene introdotto un sistema di incentivi automatici per le opere di nazionalità italiana. La quantificazione dei contributi avviene secondo parametri oggettivi che tengono conto dei risultati economici, artistici e di diffusione: dai premi ricevuti al successo in sala. I produttori e i distributori cinematografici e audiovisivi riceveranno i contributi per realizzare nuove produzioni. Per garantire u alto livello di sperimentazione ed innovazione, opererà un fondo selettivo con risorse pari al 15% del totale del Fondo Cinema per il sostegno di Opere prime e seconde; Giovani autori; Start-up; Piccole sale. Vengono rafforzati i contributi a favore dei festival e delle rassegne di qualità e previsto un Piano nazionale per la digitalizzazione del patrimonio cinematografico e audiovisivo.
Venendo agli strumenti di natura più industriale la nuova Legge Cinema prevede il potenziamento del credito di imposta attraverso un rafforzamento dei meccanismi di tax credit per incentivare la produzione e la distribuzione cinematografica ed audiovisiva e per favorire l’attrazione di investimenti esteri nel settore cinematografico e audiovisivo. L’aliquota diventa flessibile e modulare per rendere più virtuoso il sostegno pubblio e può salire fino al 30% del budget eleggibile (40% per i produttori indipendenti che si distribuiscono il film in proprio). Il tax esterno è esteso anche alla fiction.
Il provvedimento crea anche un fondo (dotazione iniziale di 5 milioni di euro) per le piccole e medie imprese all’interno del Fondo di Garanzia gestito dal Mise. In pratica viene istituita una sezione speciale del Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese, dotata di contabilità separata, destinata a garantire operazioni di finanziamento di prodotti audiovisivi. La dotazione iniziale è a valere sul Fondo per lo sviluppo degli investimenti nel cinema e nell’audiovisivo.
Il rafforzamento del sostegno al cinema e all’audiovisivo è affiancato da un intervento di incentivi per chi ristruttura e investe in nuovi cinema. Aumenterà il numero degli schermi e la qualità delle sale coinvolgendo un numero molto più ampio di spettatori soprattutto a favore del cinema italiano. Per questo viene previsto un Piano straordinario fino a 100 milioni di euro in tre anni per riattivare le sale chiuse e aprirne di nuove.
Per quanto attiene alle relazioni tra mondo della produzione e reti televisive, il Governo è delegato a adottare uno o più decreti legislativi per introdurre procedure più trasparenti ed efficaci in materia di obblighi di investimento e programmazione di opere audiovisive europee e nazionale da parte dei fornitori dei servizi media audiovisivi. L’idea è quella di introdurre elementi di maggiore flessibilità a patto che giungano maggiori risorse alla produzione e che il prodotto audiovisivo venga programmato in modo più efficace e continuativo all’interno dei palinsesti televisivi.
Il provvedimento prevede infine una delega al governo per definire un nuovo sistema di classificazione che responsabilizza i produttori e i distributori cinematografici. Come già avviene in altri settori e sostanzialmente tutti i paesi occidentali, saranno gli stessi operatori a definire e classificare i propri film; lo Stato interviene e sanziona solo in caso di abusi.