Il Venezuela è il primo paese al mondo ad aver adottato una criptovaluta di stato, il “Petro”. Il Paese sta vivendo da alcuni anni una crisi economica molto grave, con un’inflazione che ha raggiunto a gennaio il 2616% e che, secondo il fondo monetario internazionale, potrebbe raggiungere i 13000 punti percentuali entro la fine del 2018. La moneta, basata sulla blockchain di Ethereum, è stata annunciata pubblicamente nel 2017 dal presidente Nicolas Maduro ed emessa a partire da febbraio di quest’anno.
La ICO (Initial coin offering) prevede l’emissione di 100 milioni di Petros ad un valore equivalente al prezzo di un barile di petrolio venezuelano sul mercato internazionale (attualmente circa 59$). Nell’immaginario del governo del Venezuela sarà uno strumento per raggiungere la sovranità monetaria, facilitare le transazioni finanziarie internazionali e aggirare le sanzioni imposte dalla comunità internazionale. Il Petro non sostituirà il Bolivar ma lo affiancherà e dovrebbe essere garantito dalle riserve venezuelane di oro, petrolio e diamanti. Il governo prevede l’utilizzo della criptovaluta principalmente nelle operazioni internazionali anche se sarà possibile utilizzarlo in quattro “zone economiche esclusive” del Paese per l’acquisto di beni e servizi”.
Il caso del Venezuela non sembra però destinato a rimanere isolato. Regno Unito, Israele e soprattutto Cina stanno valutando l’ipotesi di emettere una moneta digitale di stato. In un’intervista alla testata cinese iFeng, il governatore della Banca Popolare Cinese Zhou Xiaochuan ha affermato:
“Studiare la valuta digitale non significa che il denaro sia utilizzato per ottenere l’applicazione di una determinata soluzione tecnica, ma essenzialmente il perseguimento della convenienza, della rapidità e del basso costo di un sistema di pagamento al dettaglio. Bisogna anche considerare la sicurezza e la protezione della privacy. Questo sistema può essere basato su blockchain, sulla tecnologia di contabilità distribuita DLT (Distributed Ledger Technology) o sulle tecnologie che si sono evolute dai pagamenti elettronici esistenti. Va detto che lo sviluppo della moneta digitale non è solo un’inevitabilità dello sviluppo tecnologico: in futuro potrebbe essere che le forme tradizionali della moneta cartacea si ridurranno gradualmente, e potrebbero persino non esistere più un giorno”.
A prescindere da quale sarà il destino del Petro, questo potrebbe essere l’inizio di un nuovo capitolo nella storia delle criptovalute. La garanzia fornita da uno stato e soprattutto dalla presenza di riserve di beni materiali potrebbero consentire alle monete virtuali di superare la diffidenza degli investitori, conferendogli quella stabilità che manca ai Bitcoin e alle altre valute digitali attualmente in circolazione.