Clima ed energia, ecco gli obiettivi italiani (ed europei) al 2030


Articolo
Michele Masulli

Il ministero dello Sviluppo economico ha inviato alla Commissione europea la Proposta di Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC). È un obbligo stabilito dal Regolamento sulla governance dell’Unione dell’Energia, che costituisce un pezzo fondamentale del Clean Energy Package. Quest’ultimo rappresenta l’atto legislativo quadro volto a garantire il raggiungimento degli obiettivi energetici e climatici dell’Ue per il 2030. Un processo strutturato e di iterazione tra gli Stati membri e la Commissione, le raccomandazioni prodotte dalla Commissione sulle proposte di Piano nazionale e un sistema di consultazioni regionali dovrebbero fare in modo che gli sforzi nazionali per il conseguimento degli obiettivi europei procedano in maniera coordinata e nella direzione corretta. Ciononostante, il regolamento concede agli Stati membri flessibilità nell’adattarsi alle proprie condizioni, esigenze, intenti di policy.

Il PNIEC presentato dal governo italiano, come previsto, si articola secondo le 5 dimensioni dell’Unione dell’Energia: decarbonizzazione, efficienza energetica, sicurezza energetica, mercato interno dell’energia e ricerca, innovazione e competitività. Nel campo della decarbonizzazione, il documento immagina che al 2030 il 30% dei consumi finali lordi di energia sia garantito da fonti rinnovabili, così come definito dall’obiettivo europeo in materia. Se andiamo a considerare la domanda di energia per i principali settori, notiamo che si prevede che la quota di energia rinnovabile sia al 55,4% nel settore elettrico, al 33% per gli usi di riscaldamento e raffrescamento e al 21,6% nel settore trasporti. Quest’ultimo target è particolarmente ambizioso (il corrispondente obiettivo Ue fissa l’asticella al 14%).

Al suo raggiungimento dovranno contribuire in modo rilevante le auto elettriche e ibride. Il PNIEC, infatti, pronostica che al 2030 avremo una diffusione di quasi 6 milioni di veicoli ad alimentazione elettrica, di cui 1,6 milioni saranno full electric, un dato in linea con le statistiche prodotte da Terna. A riguardo delle emissioni, inoltre, si immagina una riduzione dei gas serra del 33% (superiore di 3 punti percentuali rispetto all’obiettivo Ue), equivalente per tutti settori che non rientrano nell’ETS, e cioè l’industria non energivora, i trasporti, ad eccezione dell’aviazione, il settore residenziale, il terziario, l’agricoltura e i rifiuti. Sul fronte dell’efficienza energetica, invece, il testo riporta una riduzione dei consumi di energia primaria del 43% rispetto allo scenario PRIMES 2007 (l’obiettivo fissato da Bruxelles è al 32,5%) e, se guardiamo all’energia finale, del 39,7%. In valori assoluti, si tratterebbe di conseguire al 2030 un obiettivo di 132 Mtep di energia primaria consumati e di 103,8 Mtep di energia finale.

Per il raggiungimento di questi obiettivi, il PNIEC individua un centinaio di misure specifiche, di carattere regolatorio, economico, programmatico, fiscale, informativo o di ricerca. In questo ambito rientrano alcune iniziative di cui si sta discutendo molto nel dibattito pubblico e tra gli operatori di settore e per le quali nel documento si mette un punto definitivo. Nel capitolo sulla sicurezza energetica, ad esempio, per favorire la diversificazione delle fonti di energia e dei relativi approvvigionamenti e la flessibilità del sistema energetico nazionale, si sceglie di procedere con l’apertura del Corridoio Sud di importazione del gas tramite TAP entro il 2020. Tra gli interventi indicati nell’ambito dei mercati elettrici e del gas, invece, come già deciso dal decreto legge numero 91 del 2018, è considerata la liberalizzazione completa dei mercati al dettaglio di elettricità e del gas entro il 1 luglio 2020.

In conclusione, viene introdotta la VAS, la Valutazione Ambientale Strategica, che dovrà esaminare l’impatto ambientale delle scelte di politica energetica del PNIEC. La Commissione europea pubblicherà le sue raccomandazioni sul PNIEC entro il 30 giugno 2019 ed entro il 31 dicembre sarà adottato in via definitiva il Piano nazionale integrato per l’energia e il clima per il periodo 2021-2030. Con cadenza biennale l’Italia, come tutti gli Stati membri, dovrà riferire alla Commissione sull’avanzamento delle misure previste e sui progressi compiuti.

Ricopre attualmente il ruolo di Direttore dell’area Energia presso l’Istituto per la Competitività (I-Com), dove è stato Research Fellow a partire dal 2017. Laureato in Economia e politica economica presso l’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna, successivamente ha conseguito un master in “Export management e sviluppo di progetti internazionali” presso la Business School del Sole24Ore. Attualmente è dottorando di Economia applicata presso il Dipartimento di Economia dell'Università degli Studi di Roma Tre. Si occupa principalmente di scenari energetici e politiche di sviluppo sostenibile, oltre che di politiche industriali e internazionalizzazione di impresa.

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