Da lunedì 11 maggio in Francia è iniziata la tanto attesa fase 2. Dopo un periodo di contenimento di 55 giorni iniziato il 17 marzo, il Paese d’Oltralpe è entrato “in un nuovo mondo”, come lo ha definito il ministro dell’Economia Bruno Le Maire. Quest’ultimo ha altresì sottolineato la necessità di acquisire una nuova cultura del lavoro. Se i nuovi contagi giornalieri dovessero superare i 3.000, verranno nuovamente messe in atto misure di confinamento, anche se ciò, secondo il premier Edouard Philippe, potrebbe portare all’implosione del sistema economico nazionale.
Tra le altre cose, il piano messo a punto dal governo prevede che vengano effettuati circa 100.000 test al giorno e che chi è entrato in contatto con persone contagiate resti due settimane in isolamento. Per il momento è stato tolto l’obbligo di autocertificazione per gli spostamenti di massimo 100 chilometri mentre i viaggi più lunghi saranno possibili solo per lavoro o per validi motivi familiari. Le frontiere resteranno chiuse almeno fino al 15 giugno per i cittadini non appartenenti all’Unione europea. Tutti i viaggiatori non appartenenti all’area Schengen che entreranno nel territorio nazionale, siano essi francesi o stranieri, dovranno affrontare una quarantena obbligatoria di due settimane. A differenza dell’Italia – e non solo – la Francia ha deciso di riaprire le scuole materne ed elementari. Dei 6,7 milioni di bambini arrivati a questo livello di istruzione, da lunedì scorso circa 1,5 milioni è tornato sui banchi di scuola. A giugno, invece, se la situazione lo consentirà, riprenderanno le cerimonie religiose e riapriranno licei, caffè, ristoranti e spiagge mentre le manifestazioni con oltre 5.000 partecipanti sono state sospese fino a settembre. Si ritengono altresì terminate tutte le competizioni agonistiche relative alla stagione 2019-2020.
Per ciò che attiene alla mobilità, dall’11 maggio la metropolitana di Parigi, le linee di autobus e la ferrovia suburbana garantiscono il 75% del servizio regolare, trasportando però l’85% in meno del numero standard di passeggeri. Inoltre, sono stati messi a disposizione in tutta la Francia oltre 1.000 chilometri di nuove piste ciclabili. Ancora, il tele-lavoro sarà la forma prevalente di svolgimento delle attività professionali per almeno altre tre settimane. Se ciò non sarà possibile, andranno incoraggiati gli orari di lavoro scaglionati per evitare affollamento dei mezzi di trasporto e diminuire le presenze simultanee nello stesso spazio. Per quanto riguarda l’utilizzo della app di contact tracing “StopCovid”, quest’ultima sarà discussa e votata in seno all’Assemblea nazionale. Sono stati poi previsti obblighi relativi al numero dei clienti presenti nei negozi, al distanziamento minimo da mantenere e alla regolazione dei flussi di entrata e uscita. Inoltre, per il turismo il premier Philippe ha annunciato un piano da 18 miliardi di euro.
Intanto, nelle ultime settimane è stata pubblicata un’inchiesta di Le Monde sulla questione delle mascherine mancanti. In particolare, sono state riportate le proteste di medici e infermieri, costretti a curare i pazienti in rianimazione senza mascherine mentre molte sarebbero state bruciate in magazzino.
Nel frattempo, nel primo trimestre dell’anno la Francia ha registrato la peggiore performance economica a partire dalla Seconda guerra mondiale. Infatti, secondo i dati dell’ufficio di statistica Insee (Institut national de la statistique et des études économiques), tra gennaio e marzo il Pil francese è calato del 5,8% rispetto ai tre mesi precedenti. Dopo che nell’ultimo trimestre del 2019 si era verificato un calo pari al -0,1% (l’anno scorso la crescita complessiva è stata pari all’1,3%, dopo che nel 2018 era arrivata all’1,7%). In tal modo, la Francia è ufficialmente entrata in recessione tecnica. Intanto, l’Insee ha pubblicato l’ultimo dato sulla disoccupazione, che nel primo trimestre del 2020 è passata dall’8,1% al 7,8%, toccando così il minimo dal 2008. D’altra parte, la diminuzione è dovuta principalmente all’incremento del numero di persone che hanno smesso di cercare lavoro.
Lo scorso 6 maggio la Commissione europea ha presentato il suo European Economic Forecast 2020 primaverile, nel quale si stima che quest’anno il Pil francese cali dell’8,25%, per poi risalire del 7,5% nel 2021, mentre l’inflazione di quest’anno non supererà lo 0,4% (nel 2019 era arrivata all’1,3%). Le misure adottate fin qui per combattere la crisi sono state pari all’1,9% del prodotto interno lordo. In tal senso, sono stati stanziati 8 miliardi di euro per la sanità pubblica, 24 miliardi per contrastare la disoccupazione, 7 per aiutare le piccole e medie imprese e 2,5 per la creazione di un fondo emergenziale. In questo modo, il rapporto tra spesa pubblica e Pil arriverà al 62,75%, con un aumento di circa sette punti percentuali, mentre nel 2021 dovrebbe scendere fino al 57% (a politiche pubbliche invariate). Inoltre, sono state adottate garanzie statali a supporto della liquidità delle aziende con un valore di 385 miliardi di euro, che però non avranno un impatto immediato sulla finanza pubblica. Ciò nonostante, nel 2020 il deficit arriverà al 10% del prodotto interno lordo mentre il debito pubblico passerà dal 98,1% al 116%, per poi calare fino al 112% nel 2021, anche se la spesa per gli interessi dovrebbe diminuire. In ogni caso, la Commissione ha precisato che queste stime potrebbero subire notevoli cambiamenti, con lo stato di enorme e persistente incertezza che non può che lasciare tutti con il fiato sospeso, inclusa la Francia.