“Transizione 4.0 e sostenibilità ambientale nella prospettiva del green deal europeo”. E’ questo il titolo del VideoTalk organizzato dall’Istituto per la Competitività (I-Com) in collaborazione con RSE – Ricerca sul Sistema Energetico mercoledì 9 dicembre.
Il dibattito ha messo a confronto alcuni dei principali stakeholder dei settori dell’energia, del digitale e del sistema industriale italiano sui temi della competitività e della sostenibilità. Le sfide poste al sistema produttivo nazionale dalla necessità di una rapida decarbonizzazione e le prospettive del Green Deal europeo implicano un forte cambio di paradigma tecnologico e di innovazione, trovando nelle tecnologie 4.0 importanti sinergie.
L’Italia è arrivata al Piano Industria 4.0 solo a fine 2016 ed è chiamata ad affrontare il cambiamento in un contesto industriale singolare, costituito da una molteplicità di piccole e medie imprese che sono la colonna portante del sistema produttivo e che richiedono politiche strategiche e di sostegno ad hoc. Il “Piano Nazionale Impresa 4.0” è stato varato dal governo a inizio 2017 con uno stanziamento di oltre 18 miliardi di euro per il triennio 2017-2020. A settembre 2017 è stato poi dato avvio alla cosiddetta “fase 2″ del Piano, che ha incluso tra i destinatari non più soltanto il settore manifatturiero, ma anche gli altri comparti dell’economia al fine di consentire alle Pmi di dotarsi di strumenti in grado di supportare la propria transizione in chiave digitale. Alla luce del monitoraggio sull’efficacia delle misure vigenti e della necessità di supportare la trasformazione tecnologica del tessuto produttivo italiano anche in chiave di sostenibilità ambientale, l’ultima legge di bilancio, approvata in via definitiva lo scorso 19 dicembre con la legge numero 157 del 2019, ha completamente ridefinito gli incentivi fiscali previsti dal Piano Impresa 4.0. Il testo definitivo – poi formalizzato in un nuovo piano triennale denominato “Transizione 4.0”, che si traduce in un impegno programmatico a dare continuità agli strumenti per un triennio – ha trasformato superammortamento e iperammortamento in un credito d’imposta per le spese sostenute a titolo di investimento in beni strumentali nuovi.
Dopo una breve introduzione del presidente dell’istituto, Stefano da Empoli, e dell’amministratore delegato dell’RSE Maurizio Delfanti, è stato il turno del responsabile del gruppo di lavoro efficienza energetica di RSE, Marco Borgarello, e del vicepresidente e direttore dell’area Energia, Franco D’Amore, che hanno presentato i dati dello studio elaborato da I-Com. Alla sessione di dibattito hanno partecipato: Enrico Annacondia (UCIMU), Alessio Borriello (Acquirente Unico), Marta Bucci (ANIGAS), Marco Calabrò (Ministero dello Sviluppo Economico), Alessio Cipullo (Elettricità Futura), Edmondo Corona (Abbvie), Pier Luigi Dal Pino (Microsoft), Fabrizio Iaccarino (Enel Italia), Massimo Medugno (Assocarta), Giuseppe Meduri (a2a), Paolo Neri (Warrant Hub), Dario Pagani (Eni) e Giovanni Battista Zorzoli (Coordinamento Free). Le conlcusioni sono state affidate al sottosegretario allo Sviluppo economico Alessandra Todde.