Il presidente dell’Istituto per la Competitività (I-Com) e docente di Economia politica all’Università Roma Tre Stefano da Empoli ha preso parte in qualità di ospite intervistato del consigliere del CNI con delega alla Comunicazione Alberto Romagnoli nell’ambito dell’evento “Tecnopolis. Le macchine sono nemiche del lavoro?” lo scorso 18 settembre a Roma presso la sede del Consiglio Nazionale degli Ingegneri.
L’avvento dell’Intelligenza Artificiale rappresenta un fenomeno dirompente e di portata globale. Numerose le competenze e le professioni in crescita così come quelle a rischio, mentre Stati, attori del mercato e organi sovranazionali tentano di governare, con misure più o meno efficaci, un’innovazione dagli evidenti risvolti economici, etici e culturali. In questo scenario, ricorre spesso la domanda se l’Umano stia cedendo il posto agli automi? Tra le previsioni degli apocalittici e quelle degli integrati, tra chi pensa alle rivoluzioni tecnologiche come ad un pericolo e chi vi scorge invece un’opportunità da cogliere, le posizioni intermedie di analisti, economisti ed informatici, tentano di coniugare rischi e opportunità offerte dalle macchine all’interno di una prospettiva più ampia e complessa, meno semplicistica.
Nel corso dell’iniziativa, e sulla scorta del suo ultimo libro “L’Economia di Chat GPT. Tra false paure e veri rischi” (Egea), da Empoli ha provato ad illustrare i riflessi dell’innovazione tecnologica e i principali aspetti da considerare per una corretta gestione da parte dell’uomo.