L’intelligenza artificiale è ormai parte integrante della nostra vita quotidiana. Le sue applicazioni sono ovunque: dai dispositivi che usiamo ogni giorno fino ai servizi pubblici e privati di cui fruiamo.

Ogni anno cresce il numero di cittadini che fanno uso di tale tecnologia. Solo in Europa, secondo Statista, il numero di utenti di strumenti IA è aumentato di 51,99 milioni dal 2020 al 2024 ed entro il 2031 aumenterà ulteriormente di 276,51 milioni, mantenendo la sua costante traiettoria ascendente.

ITALIA: BOOM DI UTILIZZO DI APP DI IA GENERATIVA

Anche in Italia è boom di utilizzo delle app di IA generativa. Secondo l’ultimo rapporto di Sensor Tower, nella prima metà del 2025 le app GenAI hanno registrato ben 18,5 milioni di download a livello nazionale, generando 33 milioni di dollari di ricavi tramite acquisti in-app.

Il tempo che gli italiani dedicano all’intelligenza artificiale sta aumentando in modo esponenziale. Nei primi sei mesi di quest’anno, i nostri cittadini hanno trascorso 254 milioni di ore complessive, con 8,64 miliardi di sessioni aperte. Praticamente il triplo del tempo in più rispetto ad un anno fa.
I dati confermano, dunque, che l’IA è entrata stabilmente nella vita quotidiana degli italiani e in generale dei cittadini di tutto il mondo che si rivolgono ad essa per una vasta gamma di scopi quali, ad esempio, in ambito lavorativo e professionale, per automatizzare processi, creare contenuti, analizzare dati e supportare il processo decisionale in vari settori. Nelle “quattro mura domestiche” le app IA sono invece impiegate per la salute, l’intrattenimento, la gestione della smart home e come assistenti personali per compiti di routine.

DALL’UFFICIO ALLA CASA: L’ASCESA DELL’IA NELLA VITA DI TUTTI I GIORNI

A dire il vero, stando ad alcune ricerche, pare proprio che l’IA stia spopolando nella vita privata, diventando una vera e propria assistente personale a cui rivolgersi in merito a questioni di vario genere, che spaziano dalla salute fino alle relazioni interpersonali.
Dunque, rispetto a qualche anno fa pare stia cambiando l’utilizzo di questa tecnologia e se un tempo il suo uso era principalmente limitato alla vita lavorativa, oggigiorno l’ambito di maggiore impiego dei chatbot – i tools di IA più comuni – è quello che viene definito “lifestyle & entertainment”.
Si tratta di un cambiamento fotografato anche da Sensor Tower, in cui si vede il maggiore utilizzo di ChatGPT riguardo ai temi di “lifestyle & entertainment”, che passa nello specifico dal 22% nel secondo trimestre del 2024 a quasi il 35% nel secondo trimestre del 2025. Dunque, sebbene la categoria “lavoro e istruzione” abbia rappresentato quasi il 60% dei prompts nel secondo trimestre del 2025, l’uso dell’IA nella vita di tutti i giorni sta conquistando terreno con un aumento di 12,6 p.p. rispetto al 2024.
Infatti, nella top10 degli argomenti più richiesti alle app di IA, nove riguardano l’ambito “lifestyle & entertainment” e solo uno l’ambito “lavoro e istruzione”. In particolare, gli utenti si avvalgono di ChatGPT per questioni relative al proprio benessere e alla salute (+1,9% rispetto al 2024), aggiornamenti sulla politica (+1,7%), consigli sullo shopping (+1,6). E addirittura c’è chi chiede consiglio sulle relazioni sociali e personali (+0,6%).

CONCLUSIONI

L’uso dell’intelligenza artificiale da parte dei cittadini si manifesta, dunque, in una miriade di attività quotidiane con conseguenti vantaggi per gli utenti. Tuttavia, questo impatto diffuso potrebbe generare anche notevoli rischi in termini di privacy e sicurezza.
Dispositivi intelligenti, come assistenti vocali, registrano costantemente le nostre interazioni. Questi dati possono essere usati per creare un profilo dettagliato delle nostre abitudini, opinioni e persino delle nostre emozioni. Se non protetti adeguatamente possono finire nelle mani sbagliate, mettendo a rischio la nostra privacy. I sistemi basati sull’IA sono obiettivi attraenti per gli hacker. Una violazione dei dati potrebbe esporre informazioni sensibili che vanno dai dati finanziari a quelli sanitari, con conseguenze gravi per gli individui e la società.
L’uso pervasivo dell’IA solleva anche importanti questioni sociali ed etiche. I sistemi di IA sono addestrati su set di dati che possono riflettere e persino amplificare i pregiudizi esistenti nella società. Questo può portare a decisioni discriminatorie in ambiti cruciali come l’assunzione di personale, l’accesso al credito o le sentenze penali. L’IA può essere usata per creare contenuti falsi che rendono sempre più difficile distinguere la realtà dalla finzione, aumentando così il livello di disinformazione.
Inoltre, delegare sempre più decisioni all’IA potrebbe farci perdere l’abitudine al pensiero critico. C’è il rischio di diventare troppo dipendenti dalla tecnologia, perdendo il controllo su aspetti importanti della nostra vita.
Infine, l’interazione costante con l’IA può anche avere un impatto sulla nostra psiche. Sebbene l’IA possa connetterci, l’eccessiva dipendenza da essa può portare a una riduzione delle interazioni umane dirette, con un conseguente senso di solitudine e isolamento.
Pertanto, è cruciale sensibilizzare all’uso consapevole, responsabile e misurato di tali strumenti al fine di massimizzarne i benefici e mitigare i rischi, garantendo che questa tecnologia diventi uno strumento per il progresso e il benessere dei cittadini.

Maria Rosaria DELLA PORTA
Research Fellow dell'Istituto per la Competitività (I-Com). Laureata in Economia presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, con una tesi in Finanza Aziendale Internazionale. Successivamente ha conseguito un master di II livello in “Concorrenza, economia della regolamentazione e della valutazione”, presso la medesima università.

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