Nuova realtà associativa per l’etere nostrano. Nasce Confindustria Radio TV

L’estate televisiva italiana non si scalda certamente al sol dei palinsesti generalisti o del totoconduttori di fine giugno. Eppure questo tiepido mese, oltre a preludere la storica definitiva dismissione delle attività di fornitore di servizi media audiovisivi in capo a Telecom Italia Media (ndr. dopo la cessione de La7 a Cairo, è arrivata il 4 luglio quella di Mtv a Viacom), ha dato i natali a una nuova interessante realtà. Giovedì 27 giugno è infatti nata “Confindustria Radio Tv”, nuova compagine associativa dell’emittenza radiotelevisiva nazionale e locale italiana, che vede infatti allo stesso tavolo FRT, Rai, Mediaset, Telecom Italia Media, Sky e La7. Si attende ovviamente l’autunno per la designazione degli organi statutari, ma vale la pena rilevare come tale gruppo rappresenti non solo le principali emittenti nazionali, pubbliche private terrestri e satellitari, ma soprattutto quelle locali di medie dimensioni.

Se infatti le difficoltà del settore radiotelevisivo sono – quasi – equamente distribuite tra i vari attori del panorama nazionale (e si parla di audience in picchiata, crisi del mercato pubblicitario, non sostenibilità della produzione di qualità soprattutto per i piccoli canali, alti costi di compliance regolatoria nazionale e comunitaria, concorrenza con Internet e gli Over the Top, nuovo Piano delle frequenze, LCN, controversie sul diritto d’autore, problematiche occupazionali….) è certamente il mondo delle tv locali che sta pagando più di tutti il nuovo corso – digitale – della storia dell’etere nostrano. Dopo la Legge Finanziaria 2012, anche il Decreto del Fare ha infatti messo mano ai contributi ex L. 448/98, riducendo nuovamente i fondi per le radio e le tv locali, che, in molto casi, da essi dipendono.

Con tale scelta associativa, sembra dunque manifestarsi la positiva volontà di superare l’attuale stallo in cui si trovano molte piccole realtà, non in grado di sostenere la trasformazione da emittente analogica a fornitore di contenuti e/o operatore di rete. L’auspicata riorganizzazione dello spettro frequenziale nazionale dovrà necessariamente passare per una razionalizzazione dei mux regionali e quindi degli attori operanti sul territorio, a beneficio, si spera, per una volta, dell’intera comunità. Ben venga dunque un nuovo tavolo associativo che sposi questa consapevolezza.

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