È noto il ritardo dell’Italia nel perseguimento degli obiettivi fissati dall’Agenda Digitale. Lo sviluppo della banda ultra larga, in particolare, presenta una serie di criticità che hanno determinato, negli anni, il posizionamento del nostro paese nella parte bassa della classifica europea. Per accelerare il superamento di tale situazione è pronto un pacchetto di proposte che saranno discusse nel Consiglio dei Ministri che si terrà oggi e che, se accolte, confluiranno nel decreto Sblocca Italia. Dalle notizie che si rincorrono, sarebbero diverse e variegate le misure che dovrebbero agevolare la diffusione della banda ultra larga.
Sarebbero innanzitutto previste agevolazioni fiscali e, in particolare, il riconoscimento di un credito d’imposta su Ires e Irap pari al 70% dell’investimento in banda larga fissa e mobile (compreso il satellite) qualora vengano rispettate determinate condizioni e soglie minime di investimento. In particolare, per poter beneficiare delle agevolazioni in questione, gli interventi dovrebbero essere realizzati in aree ove non sia già attivo un fornitore di servizi di rete a banda ultra larga. La soglia minima di investimento dovrebbe invece ammontare a duecentomila euro, cinquecentomila euro ed un milione di euro nel caso di Comuni con popolazione inferiore ai cinquemila abitanti, con popolazione compresa tra cinque e diecimila abitanti ed infine superiore a diecimila.
Sarebbero inoltre previste misure di natura edilizia che, da un lato, imporrebbero ai nuovi edifici una predisposizione specifica che faciliti la cablatura da parte degli operatori, dall’altro, riconoscerebbero, nel caso di interventi su vecchi edifici, una detrazione Irpef del 50% consentendo, inoltre, in entrambi i casi, di ottenere un bollino che certifichi il possesso della predisposizione alla fibra ottica.
A ciò si aggiungerebbero misure di natura amministrativa e, nello specifico, la creazione di uno sportello unico per i permessi agli operatori che intendano realizzare interventi sulla banda ultra larga che sarà attivo presso il Ministero dello Sviluppo Economico e raccoglierà le comunicazioni degli operatori provvedendo all’inoltro delle stesse alle amministrazioni competenti entro 30 gg.
Quanto alla posa della fibra ottica dovrebbe finalmente essere formalizzato il decreto scavi che, superando le criticità legate all’obbligatorietà per gli operatori del ripristino del manto stradale, dovrebbe consentire l’uso di minitrincee con un ripristino “automatico” del manto mediante l’utilizzo di materiali innovativi in sostituzione delle tecniche tradizionali. Dovrebbe, inoltre, essere introdotta la possibilità di realizzare la posa aerea dei cavi in fibra ottica.
Non v’è dubbio che le misure al vaglio del Governo offrano incentivi importanti alla diffusione della banda ultra larga. Tutti i benefici di natura fiscale rappresentano, evidentemente, un’opportunità per gli operatori così come la possibilità di non ripristinare il mano stradale offre agli stessi importanti possibilità di risparmio. Qualche dubbio in più può essere destato dalla predisposizione dello sportello unico che pur costituendo, in astratto, uno strumento di semplificazione a vantaggio degli operatori, inserendo il Ministero nel rapporto tra operatori ed amministrazioni competenti, porta con sé il rischio – ove non si realizzi un dialogo snello tra le autorità coinvolte – di allungare ancor di più i tempi per ottenere i permessi. A ciò si aggiunga, nel caso in cui venga offerta la possibilità di realizzare la posa aerea dei cavi in fibra ottica, il rischio di un impatto visivo molto forte nelle città.
Non resta dunque che aspettare il prossimo Consiglio dei Ministri per capire se finalmente saranno varate misure in grado di sbloccare le reti e sbloccare il Paese.