L’attuazione dell’Agenda Digitale: avanti tutta!

agenda_digitale_Dopo molti anni di ridotto dinamismo si sta assistendo all’avvio di una nuova fase di sviluppo delle infrastrutture fisse e mobili nel nostro Paese. L’adozione della Strategia nazionale per la banda ultra-larga nonchè della Strategia per la crescita digitale ha fissato una serie di obiettivi ed individuato un set di interventi che senza dubbio hanno fornito agli operatori del mercato un segnale di politica industriale chiaro che si sta traducendo in importanti investimenti in reti e tecnologie.

Nonostante gli indiscutibili passi in avanti compiuti nel nostro Paese, i progressi nell’attuazione dell’Agenda Digitale Italia continuano ad essere incerti e lenti. L’edizione 2015 dell’Osservatorio Agenda Digitale  della School of Management del Politecnico di Milano, in particolare, evidenzia come nonostante i segnali positivi registrati, dal 2012 ad oggi sono stati recepiti solo 32 su 65 provvedimenti attuativi previsti dai decreti legge del programma. Dei 32 provvedimenti ancora da recepire, 20 avevano una scadenza rispetto alla quale i ritardi medi si attestano su oltre 700 giorni. Si tratta, evidentemente, di una situazione allarmante che secondo lo studio è frutto di una serie di fattori tra cui l’eccessivo numero di provvedimenti attuativi, l’assenza di un monitoraggio periodico, la diffusa previsione di provvedimenti privi di scadenza, nonché la progressiva stratificazione di atti normativi nel tempo. Gravi i ritardi accumulati dalla PA.

Ed infatti, ciò che emerge dall’Osservatorio è la mancanza di dati chiari in merito alla spesa della PA nel procurement di tecnologie digitali che secondo le stime più attendibili nel 2014 si sarebbe fermata a 6 miliardi di euro per il 2014, pari a solo il 3% degli acquisti della PA, in calo e inferiore a quella di altri Paesi EU. Allo stesso modo viene posto in luce come le procedure di procurement pubblico innovativo già disponibili nell’attuale quadro normativo siano scarsamente usate dalle PA italiane. Dal 2012 in Italia sono infatti state eseguite 84 procedure di dialogo competitivo su un totale di 6.765 attivate in Europa di cui solo 5 hanno riguardato l’attuazione dell’Agenda Digitale. A ciò si aggiunge il mancato recepimento da parte del nostro Paese delle direttive europee che forniscono procedure innovative di procurement pubblico e incentivano i Partenariati Pubblico Privati (PPP).

È evidente dunque che lo scenario mostra un ritardo del nostro Paese. Dopo anni di attesa finalmente abbiamo piani chiari e definiti: adesso è giunto il momento di procedere alla loro esecuzione per fornire ulteriore linfa e dinamismo ad un mercato in forte fermento.

Vicepresidente dell'Istituto per la Competitività (I-Com). Laureata in Giurisprudenza presso l’Università di Tor Vergata nel 2006 ha partecipato, nel 2009, al master di II Livello in “Antitrust e Regolazione dei Mercati” presso la facoltà di Economia della medesima università conseguendo il relativo titolo nel 2010, anno in cui ha conseguito l’abilitazione all’esercizio della professione forense.