Il crescente utilizzo delle apparecchiature medicali ha dato origine a migliori risultati in campo terapeutico-diagnostico, tuttavia il suo malfunzionamento rappresenta un problema grave, come reso ancor più evidente dalla presenza dei numerosi eventi avversi occorsi recentemente nel nostro Paese. Tra le diverse cause, non imputabili all’azienda che ha prodotto il dispositivo (es. la presenza di determinati fattori che caratterizzano l’ambiente nel quale viene collocato il dispositivo stesso), è emersa la mancata o errata manutenzione delle apparecchiature stesse. Già nel 2003, infatti, la Commissione Tecnica sul Rischio Clinico del Ministero della Salute, nel documento “Risk management in sanità”, individuava quale causa di errori e incidenti la “manutenzione inadeguata” degli apparecchi elettromedicali. A partire dagli anni ’90, così come emerge dalla Raccomandazione del Ministero del Lavoro, Salute e Politiche Sociali n.9 del 2009, i servizi di gestione della manutenzione del patrimonio tecnologico biomedico iniziano ad essere affidati a terzi. Viene, dunque, a definirsi un modello organizzativo in cui la gestione della manutenzione è di tipo misto, ovvero le strutture sanitarie affidano il controllo ad ingegneri clinici interni, mentre l’assistenza viene prestata da tecnici biomedici interni o da ditte terze specializzate. I contratti di manutenzione in outsourcing tra PA e Imprese, per tutti gli anni ’90, prevedono prevalentemente la bassa e media tecnologia, mentre a partire dalla prima decade degli anni ‘2000, periodo in cui Consip comincia a configurarsi come società di riferimento per il public procurement, viene inclusa anche l’alta tecnologia. L’istituzione di Consip e in particolare la possibilità di stipulare convenzioni SIGAE per l’affidamento in outsourcing della manutenzione della apparecchiature elettromedicali e i ripetuti interventi di taglio lineare nei servizi di manutenzione hanno portato, negli anni, a sottostimare le necessità manutentive del parco tecnologico presente nelle strutture sanitarie, e ha di fatto comportato una riduzione della spesa di manutenzione delle apparecchiature elettromedicali nonostante l’aumento del patrimonio tecnologico, soprattutto quello più sofisticato (c.d. alta tecnologia).
Anno: 2016
N° pagine: 35
Autori: Cinzia ARU, Silvia COMPAGNUCCI, Maria Rosaria DELLA PORTA e Davide INTEGLIA