Report I-Com “L’economia delle Regioni italiane e i rapporti tra amministrazioni territoriali e imprese”

Nel secondo trimestre 2016, dopo la crescita registrata nei trimestri precedenti, il prodotto interno lordo ha subito una battuta d’arresto, segnando una variazione nulla su base congiunturale. I dati territoriali, fermi ancora al 2014, segnalano la disparità di crescita tra le aree geografiche. Sia la recessione del 2009 che la ricaduta del biennio 2011–2012 hanno colpito duramente tutte le aree geografiche. Il dato più negativo resta ancora quello del Sud che registra una significativa riduzione del PIL (-1,2%) anche se con una dinamica in miglioramento. La buona notizia è che già nel 2014 i consumi finali interni sono tornati a dare un contributo positivo alla crescita, benché solo in alcune regioni.In alcuni casi, la tenuta o la crescita delle esportazioni, verosimile esito del calo della domanda interna dopo il 2009, è stata in grado di sostenere una dinamica positiva del valore aggiunto. È il caso di Emilia Romagna, Lombardia, Trentino-Alto Adige e Valle d’Aosta. Complessivamente il valore aggiunto delle attività economiche si è comunque ridotto in tutte le regioni negli ultimi dieci anni, unica eccezione il Trentino-Alto Adige dove nonostante i tassi decrescenti si osserva un miglioramento rispetto al 2005. Tuttavia dal 2009 al 2013, alcune regioni hanno registrato tassi di crescita medi annui dell’industria in senso stretto positivi e addirittura superiori al 2% nonostante l’andamento negativo o stagnante delle attività economiche (es . Lazio, Piemonte, Veneto).

Anno: 2016
N° pagine: 144
Autore: Stefano da Empoli, Maria Rosaria Della Porta, Giusy Massaro, Eleonora Mazzoni, Emanuele Rosa, Gianluca Sgueo e Giuseppe Tedesco.