Se nell’ultimo mese il coronavirus era stato al centro del dibattito in Italia e nel resto del mondo, nell’ultima settimana lo ha totalmente monopolizzato. Da un lato la grande paura collettiva e il senso di incertezza, dall’altro le ripercussioni di ordine economico, che hanno già iniziato a colpire pesantemente l’Italia.
Anche per queste ragioni, lunedì 24 febbraio il ministro dell’Economia e delle Finanze Roberto Gualtieri ha firmato il decreto ministeriale che interviene sugli adempimenti a carico dei contribuenti residenti nelle zone interessate dal decreto della Presidenza del Consiglio che reca misure urgenti per contenere la crisi legata al coronavirus. Il provvedimento firmato a via XX Settembre riguarda dieci località della Lombardia e una del Veneto. Come si legge nel comunicato, sono stati “sospesi i versamenti delle imposte, delle ritenute e gli adempimenti tributari per i contribuenti e le imprese residenti o che operano negli undici comuni interessati dalle misure di contenimento del contagio da coronavirus. La sospensione riguarda anche le cartelle di pagamento emesse dagli agenti della riscossione e quelli conseguenti ad accertamenti esecutivi“. Inoltre, Gualtieri ha annunciato di avere già trovato un accordo con l’Associazione bancaria italiana per sospendere le rate dei mutui per i residenti delle aree interessate. Tuttavia, sono anche altre le misure in fase di studio. Lo scorso 23 febbraio il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha firmato il decreto di attuazione delle disposizioni del decreto legge numero 6 del 2020 per i comuni delle regioni Lombardia e Veneto interessati dalle misure di contenimento del contagio da coronavirus.
Come noto, il traffico aereo, l’organizzazione di eventi sportivi e culturali e molti altri momenti di aggregazione sono stati (e lo saranno anche nelle prossime settimane) fortemente condizionati dall’emergenza in corso, motivo per cui non deve sorprendere che i mercati azionari abbiano già subito perdite importanti: l’indice Ftse Mib tra il 19 e il 27 febbraio ha perso il 10,5% del proprio valore. A essere colpita sarà non solo l’economia globale, ma anche il commercio internazionale, come peraltro già accaduto alla fine del 2019, quando in Italia le importazioni sono calate del 2,3%. Considerando che circa il 3% del valore dell’export di beni italiani va direttamente in Cina e che il 7% arriva ad altri Paesi asiatici che saranno duramente colpiti dal rallentamento di Pechino, le conseguenze per i prossimi mesi potrebbero essere pesantissime. Come se non bastasse, a causa del blocco i problemi legati alla Cina condizioneranno l’Italia in termini di importazioni e vendite dei negozi al dettaglio, senza dimenticare che la produzione industriale nazionale dipende non poco dai beni intermedi cinesi.
Non a caso, secondo quanto riporta Milano Finanza, già nelle due prime settimane di febbraio le vendite di automobili sono calate del 92%. In aggiunta, è opportuno ricordare che tre delle Regioni principalmente condizionate dalla crisi sono Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna, che da sole incidono per circa il 40% sul prodotto interno lordo italiano. Secondo i numeri riportati da Il Sole 24 Ore, Confcommercio stima una perdita di 5-7 miliardi di euro se la crisi si prolungherà fino a maggio mentre il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco ha stimato una riduzione del Pil dello 0,2% per il 2020. Altri parlano addirittura dell’1%. Uno dei settori maggiormente condizionati dal Coronavirus sarà certamente il turismo, che in Italia vale il 12% del prodotto interno lordo (circa 146 miliardi). Confturismo stima una riduzione dell’affluenza pari a 22 milioni di turisti per i prossimi tre mesi, con un danno economico di 2,7 miliardi (dati Confcommercio). Per questa ragione, il ministro per i Beni e le Attività culturali e per il Turismo (MiBACT) Dario Franceschini ha convocato un tavolo sul settore per venerdì 28 febbraio.
Allo stesso modo, martedì 25 febbraio il ministero dello Sviluppo economico (MiSE) ha riunito i rappresentanti delle associazioni imprenditoriali e delle professioni per confrontarsi sulle misure da adottare al fine di ridurre l’impatto economico del Coronavirus sul sistema produttivo del Paese. Tra gli interventi previsti, il Mise ha menzionato una procedura di accesso rapido per le piccole e medie imprese al Fondo di garanzia, la sospensione dei pagamenti delle forniture di servizi quali gas ed energia elettrica. Ma anche l’interruzione dei termini degli adempimenti societari e la proroga al 2021 delle misure previste dal Codice della crisi di impresa. Inoltre, non sono da escludere forme di contributi per la ripresa delle attività per le aziende direttamente danneggiate dalla crisi sanitaria e sostegni alle imprese che hanno subito danni in maniera indiretta e quelle impegnate nelle esportazioni del Made in Italy.
Intanto, il Commissario europeo per la stabilità finanziaria, i servizi finanziari e il mercato unico dei capitali Valdis Dombrovskis ha assicurato che il Patto di stabilità e crescita garantisce una flessibilità di bilancio per eventi insoliti fuori dal controllo del governo. Quindi per le emergenze, con l’attuale situazione che rientra perfettamente nella fattispecie delineata dal trattato. Certo è che sarà essenziale il contributo di tutti gli attori in gioco, ragione per cui l’approccio negoziale del nostro governo e dell’Unione europea per avere flessibilità finanziaria sarà un aspetto non così secondario per gestire questa difficile crisi.