“Potere senza responsabilità. La crisi della legittimità politica tra sfiducia nelle élite e miti populisti”. E’ questo il titolo del libro edito da Public Policy e scritto da Pietro Monsurrò che è stato presentato giovedì 9 luglio nel corso del webinar organizzato dall’Istituto per la Competitività (I-Com). All’iniziativa, introdotta dal presidente I-Com Stefano da Empoli, hanno partecipato insieme all’autore la professoressa di Analisi delle politiche pubbliche presso l’università LUISS Guido Carli, Rosamaria Bitetti, il professore di Scienza Politica presso l’Università degli Studi di Perugia, Alessandro Campi, il giornalista del Tg1, Marco Valerio Lo Prete, e la giornalista del Tg La7, Alessandra Sardoni. Il dibattito è stato moderato dal direttore della comunicazione dell’istituto Andrea Picardi.
Il saggio di Monsurrò propone un’analisi approfondita delle molteplici ragioni, individuali e collettive, psicologiche e istituzionali, alla base della crisi di identità e di legittimità nelle democrazie occidentali.
“Ci sono almeno due livelli di lettura di questo libro“, ha specificato Marco Valerio Lo Prete. Che ha poi continuato: “Uno è puramente analitico, in cui si cerca di capire l’origine della crisi di legittimità, come la definisce Monsurrò. L’altro, invece, è più propositivo. L’autore suggerisce un nuovo metodo di concepire sia la politica sia il dibattito politico. Si tratta di un modo di vedere le cose che contrasta la tendenza della mentalità tribale che si è sviluppata negli ultimi anni“,ha concluso. Il cuore del libro di Monsurrò è proprio la fuga dalla responsabilità che, secondo Alessandra Sardoni, “è sia nel rifiuto della realtà – un atteggiamento tipico dei populisti – sia nel rifugio delle masse, ossia il consenso che si trova nonostante chi vota sappia già che certe promesse non saranno mantenute”. Un tema, secondo Sardoni, molto sentito proprio nei giorni che stiamo vivendo. Della stessa opinione il professor Alessandro Campi, che ha ricordato il duplice aspetto della responsabilità, sottolineando come non sia solo un fatto soggettivo, che dunque si riferisce alla singola coscienza degli individui, bensì “ha pure una dimensione oggettiva, che ha a che fare con le procedure. In questo Paese sono saltati entrambi gli aspetti”, ha concluso. Ma come si ricostruisce il clima di fiducia tra governati e governanti? Secondo la professoressa della Luiss Rosamaria Bitetti “gran parte delle caratteristiche che non ci piacciono della democrazia sono insite nella sua struttura concettuale. E la deresponsabilizzazione è in parte il frutto del fatto che le conseguenze delle scelte politiche non ricadono direttamente su tutti“. Ha poi continuato: “L’assenza di incentivi fa sì che i cittadini abbiano meno interesse a informarsi e a fare scelte corrette“. Qual è allora la strada da seguire? “La comunità politica italiana è disfunzionale mentre quelle di altri Stati hanno la capacità di prendersi la responsabilità e di adottare politiche serie“, ha detto Pietro Monsurrò. Che ha poi concluso: “La via è proprio questa“.