“Semplificazioni bis: quali misure per sostenere le transizioni gemelle?” è questo il titolo del Policy Brief curato dall’area energia dell’Istituto per la Competitività (I-Com).
Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) rappresenta un’importante opportunità per l’Italia che, con il sostegno delle risorse europee, può accelerare il proprio percorso verso la sostenibilità ambientale e la digitalizzazione. La programmazione presentata alla Commissione europea dal nostro governo prevede investimenti pari a 191,5 miliardi di euro, finanziati attraverso Next Generation Eu, a cui si sommano ulteriori 30,6 miliardi derivanti da un Fondo Complementare (finanziato attraverso uno scostamento pluriennale di bilancio). Le risorse totali a disposizione ammontano quindi a 222,1 miliardi di euro, che devono essere impiegati entro i prossimi 5 anni.
Per vincere questa sfida, oltre alle risorse economiche, l’Italia deve necessariamente mettere in campo una serie di misure normative volte ad accelerare e semplificare i processi autorizzativi e gestionali. In questo scenario si innesta il decreto Semplificazioni bis, ovvero il primo strumento messo in campo dal governo per rendere più veloce ed efficiente la macchina amministrativa e gestire al meglio gli investimenti legati al piano italiano.
Il primo paragrafo di questo documento si occupa della governance del Pnrr, definendone struttura, funzionamento, responsabilità e processi nell’allocazione delle risorse e nella gestione delle eventuali controversie che possono venirsi a creare tra gli attori del piano, in particolare governo ed enti locali.
Il secondo e il terzo paragrafo approfondiscono invece le misure che il decreto assume in relazione ai due pilastri principali del piano: la transizione sostenibile e la trasformazione digitale. Nello specifico, si dà evidenza dei provvedimenti di semplificazione normativa e snellimento procedurale utili ad accelerare lo sviluppo dei progetti nei due ambiti.