Innovazione, I-Com: “Il Lazio secondo in Italia per numero di start-up innovative, Roma in testa per quota di aziende “rosa”. Bene i dati sulla copertura in fibra ottica”
• Sono 1.700 le start-up innovative residenti nel Lazio, il 12,1% del totale nazionale. La Capitale batte Milano sulle aziende “rosa”, che raggiungono il 13,6% di quelle attive nella città.
• Alla regione il primato tricolore della diffusione della fibra: connesso il 50,4% delle famiglie.
• Dal 2010 al 2020 il Lazio in cima alla classifica per crescita degli occupati: +6,52% a fronte di una media italiana dell’1,67%. Aumenta l’occupazione femminile: tra il 2013 e il 2020 +5,7%.
Roma, 30 maggio 2022 – Sono 1.700 le start-up innovative residenti nel Lazio, il 12,1% del totale nazionale che attualmente si attesta a 14.077. Si tratta di una percentuale che lo fa posizionare al secondo posto nel nostro Paese, subito dopo la Lombardia e prima della Campania, che ne ospitano rispettivamente 3.749 e 1.290. La situazione non cambia se rapportiamo il numero delle piccole imprese innovative alla popolazione: sotto questo profilo nella regione ce ne sono 297 ogni milione di abitanti, 79 in meno rispetto alla Lombardia che è prima in classifica, ma comunque al di sopra della media nazionale.
Se si guarda ai settori di riferimento, la maggior parte delle start-up innovative opera nel campo dei servizi alle imprese (84,4%). Il resto, invece, è attivo nell’ambito della manifattura (7,7%), del commercio (2,9%) e, in misura residuale, nell’agricoltura (0,6%). Quanto, invece, ai profili imprenditoriali che hanno deciso di avviare una start-up nel nostro Paese, a Roma le aziende “rosa”, ossia quelle con almeno il 60% di donne socie o le società di capitali con quote e componenti degli organi di amministrazione di sesso femminile per almeno i due terzi, rappresentano il 13,6% del totale (209 su 1.535), una quota superiore a quelle presenti in altre grandi città come Milano (12,2%, ovvero 322 su 2.629), Bologna (13,4%, 46 su 343) e Torino (8,9%, 46 su 514). Lo stesso può dirsi delle start-up la cui proprietà è detenuta in prevalenza da individui di età inferiore ai 35 anni: nel quarto trimestre del 2021 erano il 19,4%, ovvero 298. Anche in questo caso, la Capitale fa registrare un dato migliore rispetto Milano (18,5%, 487 su 2.629), posizionandosi al settimo posto della classifica dei capoluoghi di regione con più start-up innovative giovanili.
I dati sono contenuti nel Policy Brief dal titolo “Oltre la ripresa. Il Lazio tra innovazione e opportunità” realizzato dall’Istituto per la Competitività (I-Com) – il think tank guidato dall’economista Stefano da Empoli – nell’ambito delle attività dell’Osservatorio I-Com sulle relazioni tra territorio e imprese (ORTI). Lo studio – che si concentra in particolare sui temi del digitale e dell’innovazione – è stato presentato oggi a Roma nel corso di un webinar a cui hanno preso parte accademici, esperti e rappresentanti delle amministrazioni locali, della politica e del mondo produttivo. L’iniziativa è stata promossa in partnership con Eolo e Open Fiber.
Il paper contiene anche una panoramica sullo stato della copertura di rete fissa e mobile nella regione. Sulle reti FTTP (Fiber to the Premises) – ovvero quelle in cui il collegamento in fibra ottica arriva fino all’edificio – è prima in Italia con il 50,4% delle famiglie raggiunte rispetto al 34% rilevato in media su tutto il territorio nazionale (fonte: Agcom, luglio 2021). Sebbene il Lazio abbia registrato la migliore performance, la strada da percorrere da qui al 2026 è lunga: circa una famiglia su due risulta ancora scoperta. A seguire si trovano Campania (46%) e Liguria (41,8%), mentre la Calabria occupa in questo caso l’ultimo posto con il 10,4% dei nuclei familiari raggiunti.
La copertura in fibra con reti FTTC (Fiber To The Cabinet), ossia quelle in fibra fino all’armadio stradale e che proseguono in rame fino all’abitazione dell’utente, ha raggiunto il 96,5% delle famiglie della regione. Un dato, quest’ultimo, che la fa posizionare al secondo posto a livello nazionale, al di sopra della media italiana del 93%, e subito dopo la Calabria, la più connessa con oltre il 98,9% dei nuclei familiari raggiunti.
Proprio per favorire la copertura del territorio, in particolare nelle aree interne, un ruolo di primaria importanza è giocato dall’FWA (Fixed Wireless Access), una tecnologia ibrida di accesso che utilizza connessioni in fibra ottica e stazioni radio base, dette “BTS”. L’FWA copre attualmente circa l’86,5% delle famiglie laziali, una quota che supera di molto la media nazionale del 72,1%. In testa alla classifica troviamo Piemonte (95,5%), Liguria (94,3%) e Lombardia (91,7).
Analizzando le proiezioni al 2026 relative all’elaborazione dei dati forniti da Infratel sulla velocità di accesso alla rete, calcolati in termini di numeri civici, emerge come le prime regioni per copertura ad almeno 1 Gbps – senza gli interventi previsti dal Piano Italia 1 Giga – sarebbero il Friuli Venezia Giulia (84% di civici coperti), la Sicilia (79%) e il Trentino Alto Adige (78%). Anche il Lazio sembrerebbe proiettato verso un dato piuttosto positivo, il quinto migliore di tutto il Paese, con il 75% dei civici raggiunti contro una media nazionale del 68%. A livello provinciale, la Top 20 ad 1 Gbps vede spiccare un numero cospicuo di province del Nord Est, tra cui Bolzano e Udine, con una copertura superiore all’87%. Roma figurerebbe al 17° posto con l’80% dei civici raggiunti, mentre Rieti al 45° con il 71%. Seguirebbero poi, in ordine, Latina (62,8%), Viterbo (58,4%) e Frosinone (56,2%).
Il Policy Brief dedica inoltre un focus al mercato del lavoro. Sebbene la pandemia abbia determinato una battuta d’arresto importante dei trend dell’economia regionale, nell’ultimo decennio i dati sono stati complessivamente positivi. Dal 2010 al 2020 il Lazio è stata la prima regione per crescita degli occupati: +143.000, pari a un tasso di crescita del 6,52%, a fronte di una media italiana dell’1,67%. Notevole è stato soprattutto l’incremento dell’occupazione femminile, aumentata tra il 2013 e il 2020 del 5,7% (contro il 3,4% di quella maschile). Secondo gli ultimi dati disponibili, il tasso di occupazione della regione è stato del 64,7%, superiore di 2,1 punti percentuali alla media nazionale.
Infine, gli analisti dell’Istituto sottolineano la forte vocazione imprenditoriale laziale. Secondo gli ultimi dati Unioncamere-Infocamere, nel 2021 la regione si è posizionata al 1° posto in Italia sia per tasso di crescita delle imprese (+2,16%), sia in termini di saldo attivo delle nuove attività, riportando un considerevole +14.201 (sono state 37.618 le iscrizioni a fronte di 23.417 cessazioni). Se analizziamo il dato a livello provinciale, emerge che questi incoraggianti segnali economici riguardano in particolar modo la Capitale, che vanta il miglior saldo imprenditoriale nazionale (+11.834 imprese nel 2021) e il terzo miglior tasso di crescita di tutto il Paese (+2,38%, dopo Napoli e Sassari), staccando la media nazionale (+1,42%).
Comunicato stampa_Oltre la ripresa. Il Lazio tra innovazione e opportunità