Lo scorso 14 aprile il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto, ha approvato una proposta di decreto per promuovere la realizzazione di impianti agrivoltaici innovativi. La misura, che al momento è al vaglio della Commissione Europea per l’ottenimento del via libera definitivo, costituisce lo sforzo da parte del MASE di concretizzare gli obiettivi delineati dall’investimento 1.1 denominato sviluppo agrivoltaico che si trova all’interno dell’ambito di intervento M2C2.1 del PNRR, volto ad incrementare la quota di energia prodotta da fonti rinnovabili. Le risorse allocate per questa misura sono equivalenti a 1,1 miliardi di euro e sono finalizzate all’installazione di almeno 1,04 GW di impianti agrivoltaici entro il 2026. L’intervento, come enfatizza il PNRR, consentirebbe di produrre 1.300 GWh annui e di ridurre le emissioni di gas serra di circa 0,8 milioni di tonnellate di CO2.
Il decreto ministeriale, nello specifico, prevede un incentivo fiscale costituito da un contributo in conto capitale che può raggiungere un massimo del 40% dei costi ammissibili, e una tariffa incentivante calcolata sulla quota di energia elettrica prodotta e immessa in rete.
Come spiega il Ministro Pichetto, “l’autonomia energetica si costruisce anche puntando sulla vocazione agricola di una grande parte del nostro Paese. Oggi la sfida, che questo decreto interpreta con grande attenzione, è far coesistere nei campi l’eccellenza agricola con soluzioni nuove per generare energia pulita, aprendo opportunità di crescita del settore nel segno della sostenibilità e dell’attenzione all’ambiente”.
Per questo motivo, la sintesi tra impianti fotovoltaici e suolo agricolo rappresenta un percorso che permette di coniugare l’esigenza di rispetto dell’ambiente e del territorio con gli obiettivi climatici e di indipendenza energetica dall’estero, attualmente i target che si collocano in prima linea nell’agenda politica dei policy makers.
LE CARATTERISTICHE DI UN IMPIANTO FOTOVOLTAICO AVANZATO
Il decreto riguarda prevalentemente gli impianti agrivoltaici innovativi, che sono più sofisticati rispetto al tradizionale impianto agrivoltaico. Le linee guida in materia di impianti agrivoltaici pubblicato dal MASE nel giugno scorso del 2022, danno una descrizione dettagliata degli aspetti e dei requisiti che i sistemi agrivoltaici innovativi devono osservare per rispondere alla finalità generale per cui sono realizzati. Sono cinque i requisiti che un sistema agrivoltaico può presentare:
- La configurazione spaziale e le scelte tecnologiche sono progettate in modo tale da consentire l’integrazione fra attività agricola e produzione di elettricità, valorizzando il potenziale produttivo di entrambi i sottosistemi.
- La produzione di energia elettrica e dei prodotti agricoli deve avvenire in modo sinergico e il sistema agrivoltaico non deve compromettere la continuità dell’attività agricola e pastorale.
- L’adozione di soluzioni innovative con moduli elevati da terra che ottimizzano le prestazioni del sistema agrivoltaico sia in termini energetici che agricoli.
- La presenza di un sistema di monitoraggio della efficacia del sistema agrivoltaico, che consente di verificare l’impatto sulle colture, il risparmio idrico e la produttività agricola per le diverse tipologie di colture.
- Il requisito 4 più un ulteriore sistema di monitoraggio che permette di verificare anche il recupero della fertilità del suolo, il microclima e la resilienza ai cambiamenti climatici.
Mentre il primo e il secondo requisito definiscono come agrivoltaico il semplice impianto fotovoltaico progettato su terreno agricolo, l’aggiunta del terzo requisito, invece, definisce il sistema come “impianto agrivoltaico avanzato”. Il soddisfacimento di tutti i requisiti sono, invece, precondizioni per l’accesso ai contributi del PNRR, con l’eccezione che possono essere definiti ulteriori criteri in termini di requisiti soggettivi o tecnici, fattori premiali o criteri di priorità.
LO STATO DELL’ARTE DEGLI IMPIANTI FOTOVOLTAICI NEL SETTORE AGRICOLO IN ITALIA
A fine 2021 gli impianti fotovoltaici attribuibili al settore agricolo si trovano principalmente nelle regioni settentrionali, in particolare in Emilia-Romagna (5213 unità), che si posiziona in testa alla classifica seguito dal Veneto (4894), Piemonte (4313) e Lombardia (4289). In coda alla classifica invece ci sono la Valle d’Aosta (185), il Molise (266) e la Liguria (351). Se si considera il numero degli impianti per un megawatt di potenza installata, si può cogliere un elevato grado di eterogeneità nella dimensione di impianto fotovoltaico installato. La Sardegna è la regione che presenta il dato più favorevole, con 7,8 impianti per 1 MW di potenza installata, seguono le Marche (10,24) e la Basilicata (11,13). Nelle ultime posizioni invece si trovano il Trentino-Alto Adige (23,9), la Campania (27,5) e la Valle D’Aosta (61,66), evidenziando come in queste regioni sono maggiormente diffusi impianti fotovoltaici di piccole dimensioni. Nel complesso l’Italia ha sperimentato nel 2021 un tasso di crescita del numero di impianti pari a +5,9% rispetto al 2020, mentre per quanto riguarda la potenza installata il dato è stato pari a +3,0%, che porta la totalità di potenza massima a 2,57 GW rispetto ai 2,49 del 2020.
Impianti fotovoltaici nel settore agricolo, 2021
Fonte: elaborazioni I-Com su dati GSE
Uno dei vantaggi principali che gli impianti agrivoltaici possono offrire è la possibilità di consumare in loco l’energia elettrica prodotta dall’impianto fotovoltaico per fare fronte ai fabbisogni energetici. Come affermato dalle linee guida del MASE in materia di impianti agrivoltaici, l’autoconsumo energetico può configurarsi come uno strumento di efficienza aziendale che permette di abbattere i costi operativi, e quindi, innalzare la redditività agricola e migliorare la competitività generale della attività. Lo stesso PNRR, inoltre, prevede che la misura di investimento dedicato agli impianti agrivoltaici debba contribuire a migliorare non solo la sostenibilità ambientale, ma anche quella economica delle aziende coinvolte. Nel 2021, la quota maggiore di energia auto-consumata sull’energia prodotta tra gli impianti che auto-consumano la rileva il Trentino Alto-Adige con il 47% nel Nord, il Lazio con il 43% nel Centro e la Campania con il 45% nel Sud.
Variazione percentuale su base 2020 del numero di impianti, della potenza installata e dati sull’autoconsumo nel settore agricolo
Fonte: elaborazioni I-Com su dati GSE
IL RUOLO DEI PANNELLI FOTOVOLTAICI E LA VIA DELL’AGRIVOLTAICO
È ormai consolidato il ruolo chiave che l’energia solare assume per la decarbonizzazione del settore energetico, per la riduzione dei gas climalteranti e il sostegno indiretto che può offrire per mitigare la dipendenza dalle importazioni estere di energia. Il PNRR, ad esempio, dedica 5,9 miliardi di euro per incrementare la quota di energia prodotta da fonti rinnovabili. Molteplici, invece, sono gli interventi normativi di carattere vincolante o propulsivo dell’Unione Europea che impegnano gli Stati membri: attualmente i paesi europei devono raggiungere il target del 32% di energia rinnovabile nel consumo finale lordo di energia entro il 2030 (RED II), e il RepowerEU preme per portare questa soglia al 45%. In particolare, quest’ultimo piano della Commissione europea, si propone di promuovere l’installazione di più di 320 GW di solare fotovoltaico entro il 2025 e quasi 600 GW entro il 2030. In questa ottica di maggiore ambiziosità, sempre nell’ambito del RepowerEU, la Commissione ha anche presentato la “Eu Solar energy strategy”, un progetto che mira a promuovere una rapida e massiccia diffusione del fotovoltaico tramite quattro iniziative principali: lo sblocco del potenziale sottoutilizzato dei tetti per la produzione di energia solare, lo snellimento delle procedure autorizzative, l’istituzione di un partenariato europeo su vasta scala per le competenze al fine di garantire la disponibilità di un’abbondante forza lavoro qualificata, e la formazione di una alleanza industriale solare fotovoltaica (si veda l’articolo I-Com per ulteriori approfondimenti). Inoltre questa strategia, in relazione all’espansione dei progetti “utility–scale”, vale a dire le grandi installazioni destinate alla produzione di energia rinnovabile da immettere in rete, promuove anche forme innovative di diffusione tra cui si annovera l’agrivoltaico: stando quanto riporta la strategia, l’uso agricolo dei terreni può essere unito con la produzione di energia solare e questa combinazione è sinergica in quanto gli impianti fotovoltaici possono contribuire a proteggere le colture e a stabilizzare la resa, senza compromettere l’uso primario della superficie, che rimane agricolo.
Dunque la produzione di energia solare in congiunzione con l’attività agricola non è un’operazione a somma zero: è una struttura che non si limita soltanto ad avvantaggiare l’intera comunità attraverso il supporto alla lotta al cambiamento climatico, ma ne beneficia anche l’agricoltore che può avere un maggiore ritorno economico e ottimizzare al contempo la gestione del terreno o dell’attività pastorizia. Gli incentivi finanziari che introdurrebbe il decreto, una volta entrato in vigore, aiuterebbero ad ampliare la diffusione degli impianti agrivoltaici avanzati, consentendo di sviluppare ulteriormente questa interazione innovativa tra tecnologia fotovoltaica e suolo agricolo, e di potenziare lo stato attuale dei pannelli fotovoltaici nel settore dell’agricoltura.