Secondo la definizione fornita dall’OCSE, la space economy è l’insieme delle attività e dell’uso delle risorse spaziali che creano valore e benefici per l’umanità nel corso dell’esplorazione, comprensione, gestione e utilizzo dello spazio ed include tutti i soggetti, pubblici e privati, impegnati a sviluppare, fornire e utilizzare prodotti e servizi legati allo spazio: ricerca e sviluppo, costruzione e uso delle infrastrutture spaziali (inclusi i satelliti), applicazioni derivanti dallo spazio (es. servizi meteorologici, sistemi di navigazione, ecc.) e le conoscenze scientifiche che ne derivano. A partire dagli anni ’90 nuovi attori hanno fatto il loro ingresso in questo settore, fino a quel momento riservato prettamente a scopi di ricerca scientifica, per motivi commerciali e civili, aprendo così le porte anche ad aziende private e start-up, nonché ad ambiti quali l’estrazione mineraria sugli asteroidi, oltre che al turismo e all’inumazione spaziale nel medio-lungo termine.
IL VALORE GLOBALE DELLA SPACE ECONOMY
Le ultime stime contenute nel Space Economy Report di Euroconsult mostrano come il valore globale del mercato spaziale si sia attestato a $424 miliardi nel 2022, registrando un incremento dell’8% rispetto al 2021, anno in cui il settore ha toccato quota $390 miliardi. Ciò ricomprende i contratti stipulati da soggetti civili, militari e commerciali, a cui si aggiungono $40 miliardi che afferiscono ad attività governative non contrattualizzate, per un valore totale dell’economia spaziale a livello mondiale di $464 miliardi nel 2022.
Quanto alla distribuzione geografica del mercato, l’Europa si trova in terza posizione con $94 miliardi, pari a oltre il 22% del totale considerato – Euroconsult esclude il segmento di terra (ground segment) e i terminali degli utenti (user terminals) – preceduta dal continente asiatico con $102 miliardi (24%) e dal Nord America, che intercetta $131 miliardi (30,9%). In merito alle applicazioni più remunerative, la navigazione satellitare occupa il 54% del mercato a livello globale, corrispondenti a $229 miliardi, seguita dalla comunicazione satellitare (30,7%) e, in egual misura, dall’osservazione della Terra e da altre tipologie di natura commerciale (es. rimozione dei detriti). Inoltre, lo stesso documento prospetta che il mercato spaziale supererà i $737 miliardi entro il 2031 (+73,8% rispetto al 2022).
SPACE ECONOMY E INTERNET SATELLITARE
Uno studio di Markets&Markets evidenzia che il mercato di Internet via satellite si aggira attorno ai $4 miliardi e avrebbe un tasso di crescita annuo del 33,7%, per cui potrebbe raggiungere i $17 miliardi entro il 2028. Una maggiore diffusione di questo tipo di connettività ad alta velocità e a bassa latenza consentirà di supportare le comunicazioni e le attività critiche in settori quali le telecomunicazioni, i media, l’intrattenimento, i trasporti, la logistica e non solo. Difatti, già attualmente, la vita sulla Terra è strettamente correlata alla resilienza di infrastrutture spaziali, in particolar modo i satelliti. Sul punto, il report Satellite internet: The next big wave di EY dello scorso giugno evidenzia alcune applicazioni della connessione satellitare in diversi ambiti, tra cui:
- Logistica (condizioni del traffico in real-time per selezionare il percorso più efficiente, oppure per facilitare processi di manutenzione da remoto);
- Trasporti (fornire Internet senza interruzioni a veicoli connessi e autonomi);
- Sanità (monitoraggio a distanza del paziente, interventi chirurgici a distanza, consulto medico h24);
- E-commerce (raggiungere potenziali clienti in zone rurali o in aree con insufficiente o assente connessione ad Internet);
- Educazione (connettere scuole e università con classi online, nonché contribuire all’istruzione in luoghi isolati);
- Infrastrutture e servizi pubblici smart (sistemi di gestione del traffico, dell’illuminazione stradale e dei servizi di pubblica sicurezza).
- Servizi finanziari (trasferimento veloce e sicuro di dati, digital banking, verifica dell’identità del cliente);
- Militare (sostegno nella valutazione del rischio, per la consapevolezza situazionale e reazione, nonché per l’interconnessione tra basi operative e aerei, navi, droni e soldati).
SPACE ECONOMY IN ITALIA E PNRR
Anche il nostro Paese è piuttosto attivo in questo settore economico. L’Italia è uno dei nove paesi dotati di un’agenzia spaziale a cui è destinato un budget annuo che supera il miliardo di dollari. Infatti, nella programmazione 2021-2026 dell’Agenzia Spaziale Italiana, le risorse a disposizione ammontano a circa €1,8 miliardi di euro, oltre a €300 milioni per la quota di partecipazione al programma “Artemis” della NASA. Per di più, il PNRR aggiunge €2,3 miliardi alla space economy, di cui €800 milioni dal fondo complementare.
Il grafico precedente mostra le quattro linee di investimento del settore spaziale in Italia. L’osservazione della Terra prevale nettamente con uno stanziamento complessivo di €1,2 miliardi, funzionali a progetti per la gestione del territorio (sicurezza del patrimonio archeologico, culturale e calamità naturali) e “CyberItaly”, ossia una renderizzazione digitale del Paese. I servizi in orbita occupano la seconda posizione per volume di risorse dedicate (€460 milioni) principalmente allo sviluppo di competenze per una SSA (Space Situational Awareness), per la gestione del traffico Spaziale (STM) e la manutenzione di infrastrutture in orbita. A seguire, rilevano le Satcom (comunicazioni satellitari) con circa €397 milioni legati, fra l’altro, alla progettazione e all’implementazione di componenti (es. IoT). In ultimo, space factory fa riferimento (€320 milioni) prettamente alla realizzazione di strutture all’avanguardia in ambito spaziale e ad attività di R&S per propulsori e lanciatori di prossima generazione.
LA CYBERSICUREZZA NELLO SPAZIO
Se queste sono le enormi opportunità per la space economy anche a livello nazionale, si può facilmente immaginare che gli asset spaziali saranno sempre più bersagliati da gruppi cybercriminali per motivi economici e da altri attori malevoli (per scopi di spionaggio e/o geopolitici). A livello comunitario, l’Agenzia dell’Unione europea per la cibersicurezza (ENISA) ha incluso la mancanza di analisi e controllo degli oggetti e delle infrastrutture space-based tra le principali minacce cibernetiche per il 2030.
Per tali ragioni, lo scorso 10 marzo si è giunti alla prima comunicazione congiunta della Commissione Europea e dell’Alto Rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza dell’Unione, la quale rappresenta la strategia dell’UE per la sicurezza e la difesa dello spazio. Il documento prevede che la Commissione possa prendere in considerazione la possibilità di proporre una legge spaziale comunitaria per fornire un quadro comune per la sicurezza, la protezione e la sostenibilità nel dominio strategico dello spazio. La presente strategia è composta da quattro pilastri principali: i) la comprensione e la condivisione di informazioni sulle minacce spaziali; ii) il miglioramento della resilienza e della protezione dei sistemi e dei servizi spaziali nell’Unione; iii) il rafforzamento della capacità dell’UE di rispondere a qualsiasi attacco e minaccia che metta a rischio gli interessi di sicurezza della stessa; iv) lo sviluppo di capacità spaziali, anche per fini di sicurezza e di difesa.
Più nel dettaglio, il secondo richiama espressamente l’importanza di un framework normativo ampio sulla protezione dei sistemi spaziali, la condivisione di informazioni e la cooperazione sugli incidenti di “space-security”. In tale contesto assurgono particolare rilievo le disposizioni contenute nelle direttive NIS2 e CER che, difatti, ricomprendono lo spazio nei propri ambiti di applicazione. Nondimeno, coerentemente con la proposta di Cyber Solidarity Act, si potrebbe ampliare il raggio di azione della struttura paneuropea di SOCs nazionali e transfrontalieri (cyber-shield) per la prevenzione, l’analisi, la reazione e la predizione delle minacce cibernetiche anche nello spazio o che possano impattare su infrastrutture spaziali sulla Terra e in orbita, nonché – come già previsto nel testo della normativa in questione – sostenere una cyber reserve, costituita da fornitori di fiducia, che si focalizzi anche sul settore spaziale.
Altro aspetto di rilievo concerne la sicurezza dei dispositivi, sistemi, apparati e servizi ivi utilizzati. Pertanto, sarà di fondamentale importanza, una volta applicabile, anche il Cyber Resilience Act, la cui struttura prevede obblighi di verifica e controllo reciproco tra produttori, importatori e distributori di prodotti con elementi digitali, nonché regole più stringenti per quei prodotti considerati ‘critici’, potrà essere presa in considerazione per la futura legge spaziale europea. Nondimeno, le norme e gli strumenti alla base del Cyber Diplomacy Toolbox saranno di primaria importanza per favorire la deterrenza e la diplomazia informatica nello spazio.
Peraltro, per raggiungere simili scopi sarà opportuno promuovere forme di partnership pubblico-privata per incentivare una visione d’insieme su pratiche comuni di comportamento nello spazio, rispondere adeguatamente alle minacce spaziali e sostenere l’utilizzo di servizi spaziali per la sicurezza e la difesa, e ciò in particolare tra le entità critiche spaziali e le diverse istituzioni e agenzie UE competenti, tra cui la struttura CERT-EU e l’ENISA, in raccordo – naturalmente – con l’EUSPA (Agenzia dell’Unione europea per il programma spaziale) e l’ESA (Agenzia Spaziale Europea).
CONCLUSIONI
In chiusura, pare potersi affermare che la space economy rappresenta una vera e propria rivoluzione, i cui impatti sull’intera società possono – e potranno ancor di più in futuro – essere paragonabili alla diffusione di Internet e del digitale. Tuttavia, gli attori che sapranno cogliere questa opportunità potranno realmente beneficiare dei numerosi vantaggi competitivi che ne derivano se, con una stretta collaborazione tra pubblico e privato, istituzioni europee e nazionali, nonché attraverso un’attenta cooperazione internazionale con i partner strategici, si riuscirà a puntare, da un lato, sulla consapevolezza diffusa riguardo al valore strategico della space economy e, dall’altro, a regolamentare adeguatamente il settore spaziale, anche dal punto di vista della cybersicurezza, dato che i satelliti e le altre infrastrutture space-based sono infrastrutture critiche e, in quanto tali, da salvaguardare e proteggere per la tutela degli interessi nazionali e comunitari e, non meno rilevante, per garantire la sicurezza delle imprese e dei cittadini.