Il settore dell’istruzione è destinato a subire una profonda rivoluzione grazie all’uso dell’intelligenza artificiale e delle tecnologie digitali a supporto della didattica e delle attività educative.
Sicuramente, il processo di cambiamento ha avuto la sua spinta durante la pandemia da Covid-19, in cui molte scuole e università, soprattutto nei periodi di lockdown, hanno dovuto svolgere le attività didattiche in modalità online e hanno aumentato il ricorso a strumenti digitali, inclusi quelli di intelligenza artificiale, in grado di automatizzare anche semplici attività, come registrare le presenze.
La spinta propulsiva della pandemia all’utilizzo dell’intelligenza artificiale nel settore dell’istruzione e della formazione è testimoniato anche dai dati relativi agli investimenti venture capital a livello mondiale, che hanno raggiunto il picco proprio durante gli anni in cui il Covid-19 ha rivoluzionato le nostre vite. Tuttavia, successivamente, si è evidenziato un calo di questi investimenti che sono ritornati più o meno ai livelli del 2017 (Fig. 1).
Evidentemente, superata la crisi pandemica e quindi ridotta la necessità impellente di ricorrere a tecnologie IA, la mancanza di linee guida chiare e di competenze adeguate ha in qualche modo frenato la domanda di soluzioni educative innovative basate sull’intelligenza artificiale. Nei prossimi anni, però, anche grazie ai maggiori sviluppi di ChatGPT e in generale grazie alla diffusione dell’IA generativa, si prevede nuovamente un cambio di rotta, così come testimoniato dalle dimensioni del mercato globale dell’IA nell’istruzione che dovrebbe crescere – stando ad alcune stime di Global Market Insight – ad un tasso di crescita annuale composto (CAGR) del 10% dal 2023 al 2032.
L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE A SUPPORTO DELL’ISTRUZIONE
L’intelligenza artificiale è pronta a consentire tante possibilità al mondo dell’insegnamento a vantaggio sia degli insegnanti sia degli studenti. Grazie alle tecnologie intelligenti è possibile personalizzare i percorsi didattici, tenendo conto delle esigenze e delle diverse capacità di apprendimento di ogni studente. In questo modo, si può garantire un’istruzione “su misura”, più efficace e mirata nonché inclusiva, in grado di supportare in maniera adeguata anche gli studenti con bisogni educativi speciali. Inoltre, gli strumenti di intelligenza artificiale possono essere un valido aiuto per i docenti nella gestione delle attività quotidiane e nella realizzazione di materiali didattici innovativi. Non solo, l’IA può ottimizzare i tempi e le risorse a disposizione, consentendo agli insegnanti di gestire in modo più efficiente le attività scolastiche ma anche di dedicare più tempo al rapporto con gli alunni.
Secondo una ricerca di McKinsey realizzata prima del periodo pandemico, gli insegnanti passano in media solo metà del loro tempo nell’interazione con gli studenti, occupandosi nel restante di altre attività tra cui quelle amministrative. Le nuove tecnologie, potrebbero, invece, aiutare gli insegnanti a gestire in modo più efficiente le attività amministrative e a dedicare maggior tempo al rapporto con gli alunni. Nello specifico, secondo la ricerca, dal 20% al 40% delle attuali ore degli insegnanti sono dedicate ad attività che potrebbero essere automatizzate utilizzando la tecnologia esistente e ciò si tradurrebbe in circa 13 ore settimanali che potrebbero essere reindirizzate verso attività che supportino l’apprendimento degli studenti.
Dunque, l’intelligenza artificiale apre tante opportunità per il mondo dell’insegnamento e molti insegnanti sono oggigiorno favorevoli all’integrazione di queste tecnologie in ambito scolastico. Un sondaggio condotto nell’ottobre 2023 da Forbes Advisor su 500 insegnanti statunitensi evidenzia che questi ultimi sembrano consapevoli del potenziale dell’IA nell’insegnamento e nella formazione degli studenti e pertanto la maggior parte di loro ha già integrato gli strumenti di IA nelle proprie attività didattiche. Tuttavia, nonostante i giudizi positivi e sebbene il 60% degli insegnati utilizzi già tecnologie intelligenti nelle proprie classi, il 98% degli intervistati chiede di essere formato maggiormente sull’uso etico dell’IA.
Non solo gli insegnanti ma anche gli studenti sono entusiasti dell’integrazione dell’IA nei percorsi di studio poiché la tecnologia sta cambiando in meglio il loro modo di apprendere. Secondo un sondaggio della piattaforma di apprendimento globale Quizlet, condotto a giugno 2023 negli Stati Uniti su un campione di 1.000 studenti di età compresa tra i 14 e i 22 anni, il 73% degli alunni intervistati ha dichiarato che la tecnologia li aiuta meglio a comprendere il materiale didattico mentre il 67% ha dichiarato di studiare più velocemente o in modo più efficiente grazie agli strumenti di IA. Più della metà (54%) di questi studenti afferma che ChatGPT e tecnologie di intelligenza artificiale simili hanno avuto un impatto positivo sulla loro esperienza di apprendimento complessiva.
Oltre all’istruzione primaria e secondaria anche l’istruzione superiore, ossia quella offerta dalle università, è particolarmente influenzata dall’intelligenza artificiale e anche in ambito accademico tanti sono i progetti e le iniziative messe a punto per facilitare la vita di studenti e professori. Esistono strumenti di intelligenza artificiale che forniscono assistenza personalizzata agli studenti nel processo di iscrizione alle facoltà, oppure, strumenti che aiutano nella personalizzazione del percorso accademico nonché tecnologie IA utilizzate dalle università per raccogliere e analizzare le informazioni provenienti dal mondo del lavoro e creare programmi di studio e un’offerta di corsi universitari in linea con le attuali esigenze del mercato del lavoro.
Tanti sono i vantaggi dell’IA in ambito educativo e tanti sono, dunque, i progetti messi a punto a livello internazionale, europeo ma anche nazionale relativamente all’uso delle tecnologie intelligenti nei processi di apprendimento e nell’insegnamento in generale.
In Italia, ad esempio, due scuole – il Majorana di Brindisi e l’Istituto comprensivo III di Modena – sono state selezionate nell’ambito di un progetto OCSE relativo al biennio 2023-2025 che avrà lo scopo di integrare l’IA nelle scuole. Le due scuole italiane saranno impegnate su progetti che coinvolgeranno, da un lato, gli studenti nell’uso degli strumenti di IA, per consentire loro di capire bene come funzionano e le relative implicazioni e dall’altro gli insegnanti, che avranno la possibilità di sperimentare come applicare l’IA per personalizzare i percorsi di apprendimento.
Un’altra iniziativa italiana interessante, che ha come obiettivo quello di supportare le scuole italiane nel processo di trasformazione digitale e creare maggiore consapevolezza verso l’intelligenza artificiale è il progetto di ricerca “ImparIAmo a scuola con l’Intelligenza Artificiale”, promosso e coordinato dal Centro Studi Impara Digitale in partnership con Edulia Treccani Scuola e ScuolaZoo.
COSA PENSANO GLI INSEGNANTI E GLI STUDENTI ITALIANI DELL’IA?
Ma cosa pensano gli insegnanti e gli studenti italiani dell’integrazione dell’IA nei percorsi didattici e nelle attività educative? A leggere i sondaggi gli insegnanti, in particolare i più giovani, sembrano favorevoli all’introduzione di tali strumenti in ambito scolastico.
Un’indagine promossa dal sindacato la Gilda degli Insegnanti su un campione di 600 docenti evidenzia che il 48% degli intervistati, per la maggior parte under 35, è favorevole all’introduzione dell’IA a scuola: di questi il 43% è favorevole, a patto che si proceda in modo graduale mentre per il 5%, dovrebbe essere rapidamente integrata nelle attività didattiche. Contrariamente, gli insegnati over 55 mostrano una minore propensione nell’utilizzo dell’IA nel loro lavoro.
Anche gli studenti italiani sembrano avere dimestichezza con l’intelligenza artificiale e mostrano entusiasmo verso questi strumenti. Stando ad una ricerca promossa da NoPlagio – la piattaforma internazionale di prevenzione del plagio – il 68% degli studenti italiani che utilizzano l’IA intende continuare in futuro ad utilizzarla. Questo perché ritengono che l’IA sia uno strumento utile. Lo studio che ha coinvolto 1.007 studenti italiani rivela, dunque, che l’uso dell’IA nelle scuole italiane è ormai una pratica diffusa. Il 65% utilizza l’IA per fare i compiti e scrivere saggi, il 71% per cercare informazioni, il 60% la usa per svolgere compiti, il 33% per imparare, il 18% per rispondere a test, il 21% come assistente personale e il 13% specificamente per scrivere saggi.
IL SISTEMA SCOLASTICO ITALIANO È PRONTO A COGLIERE LE OPPORTUNITÀ DELL’IA?
Dunque, dai risultati di tali sondaggi, sembra emergere un interesse nei confronti dell’intelligenza artificiale da parte degli insegnanti e degli studenti italiani. Eppure, il nostro sistema scolastico ha ancora tanti passi in avanti da compiere affinché si possa parlare di piena digitalizzazione del settore dell’istruzione e si possa integrare completamente l’IA nei percorsi educativi.
A tal proposito, una recente relazione della Corte dei Conti Europea sui progressi della digitalizzazione delle scuole in sei Stati membri inclusa l’Italia ha messo in luce che, nonostante alcuni obiettivi raggiunti, questi Paesi non hanno utilizzato i finanziamenti dell’UE per la digitalizzazione delle scuole in modo strategicamente mirato e, inoltre, molte scuole, tra cui quelle italiane, non erano a conoscenza delle azioni della Commissione che sostenevano specificamente la digitalizzazione dell’istruzione.
È risultato, poi, che nonostante l’obiettivo ambizioso dell’UE di dotare tutte le scuole di una connessione Gigabit a Internet entro il 2025, solo un numero ridotto di scuole disponeva al 2022 di queste connessioni veloci fondamentali per sfruttare al meglio le potenzialità dell’istruzione digitale.
Nello specifico, in Italia, al 2022, solo il 10% degli istituti aveva una connessione a un Gigabit al secondo o superiore. Eppure, il Piano “Scuole connesse” del Governo italiano, aveva previsto che 35.000 strutture scolastiche (circa il 78% del totale) avrebbero dovuto ricevere la fornitura della connessione ultraveloce entro il 2023.
La disponibilità di connessioni Internet e reti veloci nelle scuole è, invece, una precondizione per poter utilizzare apparecchiature informatiche all’avanguardia e facilitare modalità innovative di insegnamento e apprendimento anche attraverso l’utilizzo di tecnologie di intelligenza artificiale.
L’Italia oltre alle connessioni internet ad alta velocità per le scuole, dovrà anche investire nella formazione dei docenti e di altro personale scolastico, nelle aule innovative e nello sviluppo delle competenze digitali degli studenti.
Sempre secondo la relazione della Corte dei Conti europea la formazione volta a migliorare le competenze digitali degli insegnanti e a far loro acquisire fiducia nell’uso delle tecnologie digitali è una necessità impellente secondo il 74% degli istituti scolastici italiani intervistati e ben il 25% ritiene che la maggioranza degli insegnanti non dispone di competenze adeguate all’uso delle tecnologie digitali.
La richiesta di competenze tecnologiche avanzate è fondamentale per la rivoluzione digitale del sistema scolastico e per far sì che la scuola sia in grado di formare le professioni del futuro. Il Piano Scuola 4.0, previsto dal PNRR, con l’ampio programma di formazione di tutto il personale scolastico dovrebbe essere in tal senso un valido supporto.
CONCLUSIONI
L’impiego e la diffusione dell’intelligenza artificiale, in special modo di quella generativa, può davvero rivoluzionare il settore dell’istruzione con una serie di effetti positivi. Tuttavia, ai possibili effetti positivi fanno da contrappeso i possibili effetti negativi generati da un uso irresponsabile e inconsapevole di tali strumenti. L’IA generativa comporta tra i vari rischi quelli che in gergo si definiscono confabulazioni o allucinazioni e si verificano quando un modello di intelligenza artificiale generativa produce informazioni non corrette, fuorvianti ed erronee, presentandole come se fossero fatti concreti e veritieri. Si capisce bene che tali rischi contrastano con quella che è la natura e l’obiettivo vero è proprio dei processi educativi. È, pertanto, fondamentale avere una piena conoscenza dei vantaggi e degli svantaggi dell’intelligenza artificiale, in modo tale da garantire un uso responsabile ed efficace delle nuove tecnologie.
L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura (UNESCO), raccomanda i Ministri dell’Istruzione di tutto il mondo di tracciare un quadro di norme e principi, che regoli in maniera rigorosa l’uso dell’intelligenza artificiale nell’ambito delle attività di insegnamento e formazione, garantendo i principi di sicurezza, inclusione, diversità, trasparenza e qualità.
Inoltre, l’UNESCO, nella Guida per l’Intelligenza Artificiale generativa nell’educazione e nella ricerca pubblicata nel 2023, sostiene l’approccio umano-centrico secondo cui l’uso dell’IA dovrebbe essere al servizio dello sviluppo delle capacità umane per un futuro inclusivo, giusto e sostenibile. Dunque, le nuove tecnologie devono essere progettate ed adoperate per estendere o aumentare le capacità intellettuali e le abilità sociali umane, e non per comprometterle, entrare in conflitto con esse o usurparle.