La pandemia di Covid-19 ha lasciato segni indelebili non solo dal punto di vista fisico, ma anche mentale. L’aumento di ansia, depressione e disturbi post-traumatici ha spinto i sistemi sanitari di tutto il mondo a riconsiderare le proprie strategie. Se durante la fase acuta della pandemia si è giustamente data priorità alla gestione clinica dei contagi, i mesi successivi hanno messo in luce un altro lato della crisi: quello psicologico.

GLI EFFETTI PSICOLOGICI DELLA PANDEMIA

La pandemia ha rappresentato una crisi collettiva su scala globale. Milioni di persone hanno vissuto l’isolamento sociale, la paura del contagio, la perdita di familiari e amici, oltre alle incertezze economiche. Questi fattori hanno contribuito a un forte aumento dei disturbi mentali. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha registrato un incremento del 25% dei casi di ansia e depressione a livello mondiale. Tuttavia, il problema non si è esaurito con la fine delle restrizioni: il malessere psicologico persiste, in molti casi, aggravato dall’incertezza sul futuro.

Un fenomeno strettamente legato alla pandemia è il cosiddetto disturbo post-traumatico da stress (PTSD). Le persone che hanno vissuto in prima linea la crisi sanitaria, come gli operatori sanitari, e chi ha subito perdite, presentano spesso sintomi di stress post-traumatico. Il disturbo può emergere anche in chi ha vissuto prolungati periodi di isolamento, in assenza di eventi traumatici diretti, evidenziando come la pandemia abbia colpito in modo trasversale tutte le fasce della popolazione.

I GIOVANI: I PIÙ VULNERABILI AL DISAGIO PSICOLOGICO

I giovani sono stati tra i più colpiti. Le chiusure delle scuole, la didattica a distanza e la mancanza di socializzazione hanno avuto un impatto profondo sulla salute mentale degli adolescenti e dei giovani adulti. Nel 2022, il 49,4% dei giovani italiani tra i 18 e i 25 anni ha dichiarato di soffrire di disturbi d’ansia o depressione a seguito della pandemia. Non sono incoraggianti neanche i dati più recenti. Secondo l’OMS, a livello globale, circa 1 miliardo di persone soffre di problemi di salute mentale, con il 14% di questi che sono adolescenti. In Italia il Rapporto Salute Mentale, pubblicato dal Ministero della Salute nel 2023, ha messo in evidenza l’aumento significativo di disturbi psicologici soprattutto tra i giovani. Gli adolescenti e i giovani adulti sotto i 25 anni continuano ad essere particolarmente vulnerabili, con un’impennata di diagnosi legate all’ansia e alla depressione. Le restrizioni alla libertà e l’incertezza sul futuro hanno alimentato sentimenti di smarrimento e impotenza, fattori che potrebbero avere conseguenze non solo a breve termine (come dimostrano i dati disponibili) sul benessere psichico di questa generazione.

Le istituzioni sanitarie, spesso impreparate a gestire un’ondata di disagio mentale di questa portata, hanno faticato a rispondere ai bisogni psicologici di bambini e adolescenti. È emersa la necessità di implementare servizi di supporto psicologico nelle scuole e potenziare le risorse destinate alla salute mentale giovanile.

IL RUOLO DELLE ISTITUZIONI SANITARIE NEL POST-PANDEMIA

Con l’allentamento delle restrizioni, i sistemi sanitari di molti paesi si sono trovati di fronte a una nuova sfida: affrontare l’onda lunga del disagio psicologico. In Italia, la pandemia ha evidenziato le carenze storiche del sistema di salute mentale, con una forte necessità di psicologi e psichiatri nei servizi pubblici. Tuttavia, alcuni passi avanti sono stati fatti. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) ha previsto l’allocazione di risorse per rafforzare i servizi psicologici territoriali, con l’obiettivo di renderli più accessibili e inclusivi.

A livello globale, il tema della salute mentale è diventato una priorità. Diversi governi hanno avviato campagne per sensibilizzare la popolazione sull’importanza del benessere mentale, promuovendo al contempo la formazione di operatori specializzati. Anche il mondo del lavoro ha preso coscienza della questione, con un crescente impegno verso il benessere psicologico dei dipendenti, attraverso programmi di supporto e la promozione del benessere lavorativo.

L’ACCESSO ALLE CURE: UNA SFIDA IRRISOLTA

Nonostante la crescente consapevolezza, l’accesso alle cure psicologiche rimane un problema. In molti paesi le risorse dedicate alla salute mentale sono ancora insufficienti rispetto alla domanda. Le liste di attesa per accedere a un servizio pubblico di psicoterapia sono spesso molto lunghe, spingendo molte persone a rinunciare alle cure o a rivolgersi al privato, un’opzione non sempre accessibile per tutti.

Un ulteriore ostacolo è rappresentato dallo stigma sociale. In molte culture i disturbi mentali sono ancora considerati un tabù e chi ne soffre fatica a cercare aiuto per paura di essere giudicato o emarginato. Questo può aggravare il disagio psicologico e ritardare la diagnosi e il trattamento, rendendo più difficile il percorso di recupero.

LA STRADA VERSO UNA MIGLIORE SALUTE MENTALE COLLETTIVA

La pandemia ha lasciato in eredità una sfida complessa: come affrontare l’epidemia silenziosa dei disturbi mentali. Per farlo è necessario un cambiamento culturale che ponga la salute mentale sullo stesso piano della salute fisica. Le istituzioni devono continuare a investire in risorse per la salute mentale, migliorando l’accesso ai servizi e promuovendo la consapevolezza pubblica.

In futuro, il successo nel fronteggiare questa crisi dipenderà dalla capacità di integrare la salute mentale nelle politiche sanitarie nazionali e di creare reti di supporto che coinvolgano scuole, luoghi di lavoro e comunità. Solo così sarà possibile garantire che il benessere psicologico diventi una priorità collettiva, proteggendo le generazioni future dai traumi derivanti da crisi globali come quella pandemica.

 

Fonti:

– [OMS: Ansia e depressione post-pandemia](https://www.who.int/news-room/fact-sheets/detail/depression) [oai_citation:3,World Mental Health Report: ecco il piano dell’OMS per la salute mentale – ilSole24ORE]

– [Rapporto Salute Mentale 2022 – Ministero della Salute](https://www.salute.gov.it/portale/documentazione/p6_2_2_1.jsp?lingua=italiano&id=3182) [oai_citation:2,Rapporto salute mentale. Analisi dei dati del Sistema Informativo per la Salute Mentale (SISM). Anno 2022]

– [Dati salute mentale in Italia 2022](https://www.istat.it/it/archivio/salute-mentale) [oai_citation:1,Disagio giovanile, il 49,4% degli adolescenti soffre di ansia o depressione. I risultati del progetto “Mi vedete?” | Sanità24 – Il Sole 24 Ore]

Nata a Roma nel 1997, Maria Vittoria Di Sangro ha iniziato i propri studi mossa dalla curiosità per le lingue e le culture straniere. Una passione, questa, che l’ha portata a vivere numerose esperienze formative all’estero.