Lo studio è stato realizzato dall’Istituto per la Competitività (I-Com) nell’ambito dell’iniziativa “IL FUTURO DEL LAVORO, IL LAVORO DEL FUTURO. Sfide e prospettive per la Generazione Z” promossa dall’Associazione La Scossa e I-Com, con la partnership di Meta e Q8.
Il Covid-19 e le grandi trasformazioni globali degli ultimi anni hanno stravolto, nuovamente, il mercato del lavoro, accelerandone tendenze che si stavano prefigurando negli anni precedenti. Gli anni caratterizzati da crisi di varia natura, in ultimo quella pandemica, non hanno infatti precedenti. Questi avvenimenti non hanno soltanto aperto la strada a nuovi scenari, ma hanno anche amplificato le grandi questioni generazionali e tecnologiche che stanno oggi mettendo in discussione i tradizionali paradigmi occupazionali degli scorsi decenni.
Se in passato la priorità assoluta era data alla continuità lavorativa e alla progressione di carriera, le nuove generazioni, che vivono sulla propria pelle la terza grande crisi degli ultimi 15 anni, sembrano oggi maggiormente attratte da nuove priorità e caratteristiche occupazionali. Centrale appare essere il tema del tempo, della qualità di esso e della possibilità di viverlo a pieno: la Generazione Z ha infatti acceso un faro sulla necessità di avere una qualità della vita migliore, con maggiore attenzione al work-life balance e alla predilezione verso ambienti di lavoro stimolanti, dinamici, e in cui svolgere mansioni in linea con i propri percorsi formativi. Ad essere ricercato, però, non è solo il benessere sociale e psicologico, ma anche quello economico, necessario – in particolare nel quadro del contesto europeo che vede il nostro Paese ultimo per crescita salariale e mancata mobilità intergenerazionale, e tra i primi per “fuga dei cervelli” – non solo per garantire realizzazione e gratificazione, ma anche per avere la possibilità di accedere a quei pilastri fondativi della società italiana che, tuttavia, appaiono oggi sempre più come miraggi difficili da raggiungere: la casa, la famiglia, la pensione.
A cambiare, tuttavia, non sono solo le preferenze e le ambizioni dei lavoratori. Gli stravolgimenti della contemporaneità impongono infatti di accompagnare tali ragionamenti anche a considerazioni sul lavoro – e sui lavori – del presente e del futuro. La rivoluzione digitale e tecnologica sta facendo venir meno barriere e limiti, aprendo orizzonti inimmaginabili anche solo pochi anni fa. In tale contesto si aggiunge anche l’avvento e la rapida evoluzione dell’intelligenza artificiale, con i suoi innumerevoli risvolti tanto nel campo occupazionale quanto in quello della quotidianità. Al contempo, la seconda transizione, quella ambientale ed energetica, pone davanti sfide che riguarderanno sempre più, negli anni a venire, il ripensamento di tutte le sfere della vita quotidiana, inclusa quella lavorativa.
Numerosi sono quindi gli interrogativi su come, e quando, queste due transizioni, così impattanti non solo per l’occupazione ma per tutta la società, riusciranno a incrociarsi e su quali potrebbero essere gli effetti per un mercato del lavoro italiano che continua a ricercare nuovi, e più proficui, equilibri.
Il presente studio intende affrontare questi aspetti, ancora poco approfonditi e discussi, per contribuire al dibattito pubblico con un’analisi economica del fenomeno e con spunti di riflessione e proposte di policy.
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