Le reti di telecomunicazione sono l’architrave su cui si poggia il funzionamento della società contemporanea. Ad oggi non c’è nessuna attività umana, sia per quanto riguarda la sfera privata che quella professionale, che non sia toccata almeno in parte dalle tecnologie informatiche. In questo contesto, l’accesso al web garantito dalle reti sta entrando a pieno titolo nella categoria dei beni primari e, come tali, necessitano di un attento monitoraggio da parte delle autorità preposte.
Nel mese di luglio 2024 il Governo italiano ha incaricato Infratel di realizzare una nuova mappatura delle reti mobili per verificare come sta procedendo la copertura del territorio nazionale a 3 anni circa dall’ultimo monitoraggio effettuato nel 2021. La mappatura è stata realizzata suddividendo il territorio nazionale in pixel corrispondenti a porzioni di territorio di 100x100m. In particolare, gli operatori coinvolti hanno dovuto dichiarare lo stato della propria rete per ogni pixel e le loro proiezioni di copertura al 2026. Al monitoraggio hanno partecipato Iliad, TIM, Vodafone, Wind Tre e Fastweb.
LA SITUAZIONE AL 2023
Analizzando le informazioni che emergono dalla mappatura vediamo come le stazioni radio base attive nel nostro Paese al 31 dicembre 2023 è di 75.815. Scendendo maggiormente nel dettaglio, la copertura del territorio (98,5%) è sostanzialmente migliorata rispetto alla precedente mappatura del 2021 (97,6%). In particolare, osservando il dettaglio territoriale ben 15 regioni presentano un livello di copertura del territorio superiore al 98%, contro le 9 del 2021.
A pesare, più che la sola copertura, sono anche le performance di connessione che questa può garantire. Dai risultati raccolti da Infratel risulta come sia sostanzialmente aumentata anche la copertura mobile ad una velocità di download di almeno 30 Mbps, passando dal 73,1 del 2021 all’80,1% del 2023.
Sebbene la copertura a 30 Mbps rappresenti un requisito base per accedere ai servizi digitali, in un mondo in cui l’innovazione tecnologica corre veloce questo parametro non può essere più considerato soddisfacente. Nella mappatura delle reti mobili realizzata da Infratel non viene indagata la copertura a velocità superiori ai 30 Mbps, ma un’indicazione in questo senso ci può arrivare dalle tecnologie utilizzate. In particolare, osservando la quota di pixel coperti per tecnologia si nota come la quota di 5G non standalone sia aumentata enormemente rispetto alla precedente rilevazione, in cui erano preponderanti 4G e DSS.
La crescita del 5G, anche se non SA, rappresenta certamente un miglioramento sul versante della qualità della copertura. Nonostante ciò, non può non saltare all’occhio il fatto che a fine 2023 nessun operatore tra quelli che hanno partecipato alla mappatura ha dichiarato di coprire porzioni del territorio nazionale in rete di quinta generazione standalone.
LE PROSPETTIVE AL 2026: IL NODO 5G STANDALONE
L’ultima mappatura realizzata da Infratel, al pari della precedente, indaga le intenzioni di copertura degli operatori entro il 2026. Questa rilevazione ci fornisce l’occasione di capire come siano mutate le previsioni degli operatori negli ultimi anni e cosa potremmo aspettarci nel prossimo futuro. In generale, la copertura del territorio continuerà a migliorare nel prossimo futuro garantendo l’accesso al web mobile in quasi la totalità del nostro Paese.
Particolarmente interessante è però l’evoluzione dal punto di vista del dispiegamento tecnologico. Parametrando le due mappature realizzate da Infratel si evidenzia infatti come le intenzioni di mappatura degli operatori si sia leggermente ridimensionata negli ultimi anni. Se nel 2021 si prevedeva di raggiungere il 94,6% in 5G NSA entro il 2026, nell’ultima rilevazione questo valore è sceso al 90,4%. Da ciò emerge chiaramente come questo settore stia vivendo un momento di difficoltà dal punto di vista dei ricavi che sta inevitabilmente pesando sulla capacità delle aziende di realizzare investimenti infrastrutturali. Ancor più interessante però è il fatto che dall’ultima mappatura non emerge nessuna volontà da parte degli operatori di coprire il territorio nazionale in 5G standalone nel triennio 2024-2026.
CONCLUSIONI
Il monitoraggio realizzato da Infratel fornisce numerosissimi spunti di riflessione sullo stato e le prospettive delle reti mobili italiane. Sicuramente il miglioramento dei valori di copertura è un segnale positivo che mostra come il digital divide stia gradualmente scomparendo nel nostro Paese. D’altra parte, il rallentamento delle prospettive al 2026 e la totale assenza di progetti di copertura in 5G standalone è certamente un campanello d’allarme sulla capacità delle reti nazionali di sostenere l’avanzamento tecnologico. È da ormai alcuni anni che si parla degli innumerevoli benefici che le reti di quinta generazione possono portare alla competitività del tessuto economico italiano. Nonostante ciò, come evidenziato da una survey condotta da I-Com nel 2024, la domanda di 5G nel nostro Paese stenta a decollare e di conseguenza i ritorni commerciali e la capacità degli operatori di mettere a terra nuovi progetti infrastrutturali. In quest’ottica, è senza dubbio necessario interrogarsi sull’efficacia delle pianificazioni pubbliche attuate nel corso degli ultimi anni su questo tema e sulla necessità di attivare nuovi strumenti che possano traghettare le reti mobili italiane verso il passaggio al nuovo standard di connettività.