Telco, I-Com e Join Group: “Innovazione tecnologica e sostenibilità binomio vincente per rafforzare la competitività delle aziende. Il settore può giocare ruolo strategico nel processo di decarbonizzazione”
- Presentato lo studio dell’Istituto per la Competitività (I-Com) e Join Group Business Advisory realizzato nell’ambito di Futur#Lab, progetto di I-Com e Join Group con la partnership di Ericsson, FiberCop, INWIT e Open Fiber.
- Dall’indagine condotta da I-Com e Join Group coinvolgendo le principali aziende Telco italiane emerge che il 78% di esse ha già realizzato un piano di sostenibilità, mentre quelle restanti lo stanno attualmente elaborando.
- L’89% delle imprese ha redatto il Bilancio di sostenibilità e la maggioranza ha definito degli obiettivi di neutralità carbonica, con il 56% che pone l’asticella al 2050 e il 22% che punta ad azzerare il proprio impatto ambientale addirittura entro il 2030.
- Le attività legate alla sostenibilità e all’innovazione tecnologica rappresentano un vantaggio competitivo per istaurare un rapporto di fiducia con i propri stakeholder (67%), per rendere l’azienda più resiliente a rischi di natura reputazionale o sociale (56%), come elemento distintivo e/o un requisito per rimanere competitivi (44%), come strumento per cogliere opportunità di tipo finanziario (33%).
- Le mosse per agevolare la transizione: maggiori incentivi per l’utilizzo di tecnologie più performanti e sostenibili, un più agile accesso ai finanziamenti green per i progetti innovativi, armonizzazione delle metodologie di calcolo degli impatti ambientali delle reti di connettività, introduzione di sistemi di certificazione e monitoraggio delle tecnologie sostenibili.
Roma, 20 gennaio 2025 – Le aziende Telco si affermano protagoniste del cambiamento: come provider tecnologici il loro ruolo nel mercato diventa sempre più centrale guidando innovazioni che accelerano la transizione e rafforzano la competitività. Il 78% delle imprese ha infatti già realizzato un piano di sostenibilità, mentre le restanti lo stanno attualmente elaborando. Allo stesso modo, appaiono ottime le statistiche relative al Bilancio di sostenibilità, redatto dall’89% delle società. Inoltre, la maggioranza ha definito degli obiettivi di neutralità carbonica, con il 56% che pone l’asticella al 2050 e il 22% che punta ad azzerare il proprio impatto ambientale addirittura entro il 2030 facendo giocare al comparto un ruolo strategico nel processo di decarbonizzazione. Restano tuttavia aperte alcune sfide per superare gli alti costi e l’elevata complessità normativa che le aziende si trovano ad affrontare.
Sono queste alcune delle evidenze contenute nello studio dal titolo “Il ruolo della sostenibilità nella creazione di valore per il settore delle Telecomunicazioni” realizzato dall’Istituto per la Competitività (I-Com) e Join Group Business Advisory nell’ambito di Futur#Lab, progetto di I-Com e Join Group con la partnership di Ericsson, FiberCop, INWIT e Open Fiber. L’indagine è stata presentata a Roma nel corso di una tavola rotonda alla quale hanno partecipato, oltre al presidente I-Com Stefano da Empoli e alla presidente Join Group Alessandra Bucci, il direttore Area Digitale I-Com Domenico Salerno, il Senior Advisor Join Group Francesco Pagliari e il Sustainability Consultant Join Group Alessandro Piluso – che hanno illustrato la ricerca – il professore di Digital Transformation and Data Management Sapienza Università di Roma Francesco Bellini, la Senior Policy officer, Sustainable Affairs Unit Ministero dell’Economia e delle Finanze Angela Costanzo, il deputato Italia Viva-Il Centro-Renew Europe Commissione Finanze Mauro Del Barba, l’Head of Research and Innovation Unidata Patrizio Pisani, il direttore Local Relations Development & Brand Contents FiberCop Federica Romano, lo specialist EU Affairs Open Fiber Francesco Rotunno, il direttore Government & Policy Advocacy Europe Ericsson Antonio Sfameli e l’External Relations, Communication & Sustainability Director Inwit Michelangelo Suigo.
Per comprendere quali pratiche di sostenibilità sono state adottate dalle aziende del comparto Telco e come le nuove tecnologie possono contribuire alla decarbonizzazione del settore, l’Istituto per la Competitività (I-Com) e Join Group hanno realizzato un’indagine coinvolgendo alcune delle principali imprese che operano in questo settore in Italia.
Dall’analisi emerge chiaramente come tutte le aziende siano attive in ambito sostenibilità. In particolare, il 78% ha già realizzato un piano di sostenibilità, mentre quelle restanti lo stanno attualmente elaborando. Allo stesso modo, appaiono ottime le statistiche relative al Bilancio di sostenibilità, redatto dall’89% delle imprese, le quali si stanno predisponendo a redigerlo secondo i principi della Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), recepita in Italia a settembre 2024. Particolarmente interessante è anche il fatto che la maggioranza delle aziende ha già definito degli obiettivi di neutralità carbonica. Più della metà ha posto l’asticella al 2050 (56%), mentre il 22% punta ad azzerare il proprio impatto ambientale addirittura entro il 2030.
Rispetto ai ritrovati tecnologici che le aziende stanno proponendo ai propri clienti in virtù dei benefici che questi porteranno alla sostenibilità, quello maggiormente individuato è lo switch off dal rame (78%). Al secondo posto ci sono le apparecchiature IoT (67%), seguite a breve distanza dal cloud (56%) e dal 5G e le tecnologie di rete avanzate (44%). La metodica più utilizzata per misurare gli impatti ambientali e/o sociali delle tecnologie in uso è il calcolo della riduzione delle emissioni, segnalato dall’89% delle aziende. Quasi la metà effettua una valutazione dell’impatto sociale (44%), mentre il 33% monitora il ciclo di vita del prodotto.
L’analisi approfondisce anche il tema dell’innovazione dei processi, in particolare l’uso di metodiche di impact design o design thinking. Le aziende che utilizzano questi approcci in tutti i processi sono solo l’11%. Nonostante ciò, oltre la metà delle imprese ha dichiarato che nella propria organizzazione sono stati avviati progetti pilota in quest’ambito (56%) e il restante 33%, pur non essendo ancora operativo, sta esplorando la possibilità di implementare queste metodiche di progettazione.
Tra i processi di innovazione orientati allo sviluppo di soluzioni sostenibili, quello maggiormente utilizzato riguarda la creazione di team multidisciplinari (67%), seguita dalla ricerca su materiali e processi ecocompatibili (56%). Il 44% delle imprese ha dichiarato invece di collaborare con startup o partner specializzati in sostenibilità.
Tra le principali sfide in cui le aziende del comparto telco si imbattono nell’integrare sostenibilità e innovazione, a spiccare a pari merito ci sono i costi elevati di implementazione delle soluzioni e la complessità normativa, indicate dal 44% delle aziende. Altre importanti barriere all’utilizzo delle nuove tecnologie per la sostenibilità sono la mancanza di competenze e la mancanza di fondi e incentivazioni (entrambe al 33%).
L’analisi evidenzia come le attività legate alla sostenibilità e all’innovazione tecnologica rappresentino un vantaggio competitivo per l’organizzazione delle aziende del settore. Tutte hanno risposto in maniera positiva anche se con accezioni differenti. L’opzione maggiormente indicata è quella che identifica tali pratiche come un elemento importante per istaurare un rapporto di fiducia con i propri stakeholder (67%), il 56% pensa che rendano l’impresa più resiliente a rischi di natura reputazionale o sociale e che siano uno strumento di creazione di valore e profittabilità nel lungo periodo. Poco meno della metà ritiene le pratiche di sostenibilità come un elemento distintivo e/o un requisito per rimanere competitivi (44%), mentre il 33% le identifica e uno strumento per cogliere opportunità di tipo finanziario.
Tuttavia, restano delle rilevanti sfide da affrontare per far proseguire in maniera congiunta i percorsi di sostenibilità e innovazione. In particolare, le aziende hanno espresso perplessità rispetto agli alti costi ed un’elevata complessità normativa, che rendono difficoltoso questo processo. Dall’indagine sono emersi spunti sui possibili incentivi che le autorità competenti a livello nazionale e internazionale possono mettere in campo per stimolare l’utilizzo di tecnologie più performanti e sostenibili. Parallelamente, è stato segnalato di porre maggiore attenzione al tema di un più agile accesso ai finanziamenti green per i progetti innovativi legati alla digitalizzazione e alla sostenibilità ambientale, come pure la creazione di un sistema premiante per le aziende innovative che hanno raggiunto le certificazioni di sostenibilità più diffuse. Allo stesso tempo, sarebbe opportuno insistere ancor di più sulla trasparenza e in particolare sull’armonizzazione sia delle metodologie di calcolo degli impatti ambientali delle reti di connettività, sia dei reporting di sostenibilità, così da garantire una migliore accuratezza dei dati e di conseguenza la loro compatibilità. Per gli stessi fini, andrebbero strutturati sistemi di certificazione e monitoraggio delle tecnologie sostenibili per verificarne empiricamente l’efficienza, evitando in questo modo fenomeni come quello del greenwashing e incentivandone l’utilizzo.
Infine, appare necessario definire una data coerente con gli obiettivi del Digital Decade per completare lo switch off delle reti in rame che risultano maggiormente energivore rispetto alle altre tecnologie a disposizione. In questa direzione, si auspica di introdurre tali tecnologie, a partire dalle reti in fibra ottica, nel Regolamento europeo sulla Tassonomia, così da favorire l’accesso alla finanza sostenibile e accrescere la consapevolezza del consumatore sugli impatti ambientali positivi di tali reti, così da accrescerne il tasso di adozione.