L’Unione europea è da anni attivamente coinvolta nella creazione di un sistema di pagamenti sempre più efficiente, mediante l’implementazione di rinnovate iniziative di policy, inaugurate in particolar modo a partire dal 2020. Tra queste ricordiamo la strategia cash 2030, finalizzata ad assicurare un adeguato livello di disponibilità oltre che di sicurezza di monete metalliche e di banconote, e quella sui pagamenti al dettaglio, che mira a conferire a questi ultimi elevati standard in quanto a facilità di utilizzo e resilienza.
In considerazione di ciò, risulta allora di primaria importanza monitorare regolarmente la situazione di fatto in tema di pagamenti (digitali e non) sussistente nei 20 Paesi che compongono l’eurozona.

Si inserisce proprio in questa direzione la recente pubblicazione da parte della Banca Centrale Europea (BCE) dello “Study on the payment attitudes of consumers in the euro area” (SPACE), il quale segue le due precedenti edizioni, risalenti al 2019 e 2022, oltre che l’indagine sull’utilizzo del cash nell’eurozona pubblicata nel 2016. Lo studio è stato condotto per mezzo di una survey, somministrata tra settembre 2023 e giugno 2024, che ha interessato tutti e 20 i Paesi dell’eurozona, mediante estrazione di un campione randomico a partire dalla totalità della popolazione in età adulta.

In particolare, agli intervistati è stato chiesto sia di tenere traccia dei propri pagamenti e delle modalità di effettuazione degli stessi, che di rispondere a delle domande concernenti le proprie preferenze verso strumenti di pagamento cash e cashless.

A tal fine si è fatto leva su una classificazione articolata su due livelli, che prevede dapprima la distinzione tra pagamenti ricorrenti e non ricorrenti, e successivamente la scomposizione di quest’ultima categoria in: pagamenti presso negozi fisici (POS), pagamenti “person-to-person” (P2P), ed infine pagamenti online. Peraltro, l’alto grado di armonizzazione delle modalità di indagine ci permette di effettuare non solo un’analisi statica per quello che concerne i risultati del 2023 e 2024, bensì anche una di tipo comparativo rispetto alle dinamiche che erano emerse nelle precedenti versioni della stessa survey.

PAGAMENTI NON RICORRENTI

Se osserviamo la macro categoria dei pagamenti non ricorrenti, la maggior parte delle transazioni, come prevedibile, è stata effettuata in punti di vendita fisici, come dimostrato dal dato pari al 75%.

Allo stesso tempo, le transazioni POS hanno anche interessato il maggior volume di affari in termini di valore, con un dato del 58%, pur registrando un calo di 10 punti percentuali rispetto a quello riferito al 2022, e di ben 18 relativamente al 2019.

Effettuando poi un’analisi per singolo strumento di pagamento, il periodo 2023-2024 ha confermato il continuo declino del cash, quale mezzo utilizzato per transazioni presso punti di vendita fisici. Il dato è infatti in calo di 7 punti percentuali rispetto al 2022, mentre se effettuiamo il confronto con la prima rilevazione risalente al 2016, la decrescita è ancor più marcata (27 punti percentuali). I dati dunque suggeriscono una forte migrazione in termini di preferenza da parte dei consumatori dell’eurozona dal contante verso soluzioni cashless. Infatti, contrariamente a quanto appena detto, è possibile riscontrare un trend in crescita per quanto concerne pagamenti POS effettuati mediante carte, grazie ad una variazione del +5% rispetto al 2022. Parallelamente, è in forte crescita la preferenza per soluzioni altamente innovative, come quelle basate sull’utilizzo di app mobili, sia in termini di numero che di valore generato, con un incremento in entrambi i casi di 3 punti percentuali rispetto al 2022.

Invece, sul fronte dei pagamenti online, la situazione delineatasi all’interno dell’area euro nel 2024 sembra essere più bilanciata rispetto a quella degli anni passati. Tra i Paesi più dinamici in termini di transazioni effettuate in rete annoveriamo la Lituania, l’Austria e la Croazia con rispettivamente il 29, il 28 ed il 26%. Nel complesso, le aspettative circa gli acquisti di beni e servizi online sono particolarmente floride, grazie ad incrementi rispetto al 2022 del 4 e 8% rispettivamente del numero delle operazioni e del valore delle stesse. La situazione appena descritta lascia inoltre ben sperare per una rapida proliferazione d’uso degli strumenti di pagamento digitali, con particolare riferimento a quelli propri del mondo Fintech. Infatti, nonostante il sussistere della rilevanza di metodologie cashless tradizionali (pagamento con carta di credito, bonifici ed addebiti diretti), una discreta fetta delle transazioni online viene ormai compiuta per mezzo di pagamenti istantanei e soluzioni di e-payment. Tra i Paesi maggiormente attivi nell’utilizzo di quest’ultimo strumento ricordiamo i Paesi Bassi, la Germania e il Portogallo.

Lato pagamenti P2P, la preferenza dei consumatori dell’eurozona sembra essere molto chiara. Il cash è utilizzato perlopiù per transazioni di basso ammontare, mentre per quelle di importo maggiore essi tendono a prediligere le soluzioni cashless. Infatti, l’utilizzo di banconote primeggia con un dato pari al 41% se guardiamo al numero di transazioni, mentre considerando il valore delle operazioni la soluzione prediletta risulta essere la categoria carte/app mobili (34%).

PAGAMENTI RICORRENTI

Una sezione di SPACE 2024 è appositamente dedicata ai dati raccolti sui pagamenti ricorrenti, ovvero a tutte quelle spese effettuate dai consumatori con un certa regolarità (ad esempio, le spese mensili). In termini di numero, i pagamenti più ricorrenti nel 2024 sono stati quelli legati a canoni telefonici ed internet, alle bollette, ed infine alle assicurazioni, con dati rispettivamente di 66%, 61% e 42%. Invece, la spesa con l’ammontare medio maggiore è stata quella per il mutuo (590 euro), seguito da affitti e rimborsi di prestiti (499 e 244 euro).

Particolarmente interessante è constatare che in queste tipologie di spese l’utilizzo di banconote è sempre più sostituito da metodologie cashless, confermando nel 2024 una tendenza già osservata nella rilevazione del 2022. Infatti, i consumatori per ognuna della categorie dei pagamenti ricorrenti hanno preferito in primo luogo lo strumento dell’addebito diretto, con particolare riferimento alle bollette telefoniche, spese assicurative e rimborso dei prestiti. Le operazioni a mezzo di bonifico hanno invece interessato un’alta quota di transazioni sia in numero che in valore, soprattutto se guardiamo al pagamento dei canoni di locazione, le spese scolastiche e i mutui.

CONCLUSIONI

Nonostante la leggera crescita subita negli ultimi anni dai metodi di pagamento cashless (innovativi e non), una diffusione su più ampia scala sembra essere ancora una prospettiva remota. Ad oggi sono diverse le barriere che ostacolano la realizzazione di una loro primazia sullo strumento tradizionale per eccellenza, ovvero il cash. A titolo di esempio, si ricordi la circostanza per cui nel 2024 il 41% di consumatori dell’eurozona ha individuato proprio nell’anonimità del denaro contante un suo punto di forza, mentre ben il 60% ha esplicitamente manifestato dubbi e preoccupazioni concernenti il grado di protezione della privacy a seguito dell’effettuazione di transazioni con metodi di pagamento digitali.

Dunque, quanto sinora detto lascia per l’Unione Europea ampi spazi di manovra, che dovranno essere adeguatamente gestiti, con il fine di insistere sulle tematiche inerenti da una parte la sicurezza delle transazioni, e dall’altra la piena integrazione del sistema di pagamenti dell’eurozona. Tutto ciò con l’obiettivo finale di inaugurare nei prossimi anni l’euro digitale, che rappresenta secondo molti uno strumento essenziale per rafforzare la sovranità monetaria dell’Unione europea, e per il quale procede spedita la lunga fase di preparazione avviata già nel 2023.

Nato ad Anzio il 06/02/2001. Laureato in "Scienze Economiche" nel 2022 presso l'università "La Sapienza", ed attualmente iscritto nella stessa al corso di laurea magistrale in "Economia Politica" (Epos).