Lo sviluppo di un’economia circolare si basa sulla gestione dei rifiuti urbani e rappresenta un aspetto cruciale per la sostenibilità ambientale. Il monitoraggio della produzione di rifiuti, della quota di rifiuti differenziati e di quelli riciclati è importante per valutare i progressi nel ridurre l’impatto ambientale e nell’uso efficiente delle risorse.
Nel 2023 l’Italia ha confermato la tendenza positiva nell’aumento sia della quota di rifiuti differenziati sia di quelli riciclati, nonostante la produzione dei rifiuti urbani sia lievemente aumentata sull’anno precedente.

I DATI PER IL 2023

La produzione di rifiuti urbani (RU) nel 2023, secondo quanto emerso dai dati ISPRA, si è attestata a 29,3 milioni di tonnellate, in aumento dello 0,8% rispetto al 2022, mentre diminuisce del 2,5% rispetto al 2019. Produzione totale che durante il periodo 2019-2023 raggiunge il suo massimo proprio nel primo e si mantiene nei periodi successivi pressoché invariata.
Il nord Italia detiene stabilmente la quota maggiore di produzione di RU a livello nazionale. Nel 2023 il 48% della produzione nazionale è derivata da quest’area, seguono le regioni del sud Italia con una quota del 30% e quelle centrali — che rappresentano in ogni periodo la quota più bassa — per il restante 21%.

Figura 1: Produzione totale di RU 2019-2023


Fonte: ISPRA, 2024

Analizzare la produzione di RU a livello pro capite può fornire un dato più indicativo: nel 2023 ha raggiunto in Italia i 496 Kg per abitante, in crescita dello 0,5% sull’anno precedente e in flessione dell’1,4% rispetto al 2019, confermando le variazioni osservate sulla produzione totale. L’informazione sulle componenti regionali appare invece diversa. Se a livello totale è il nord a produrre più RU e il centro una minor quantità, a livello pro-capite sono le regioni centrali che ne generano di più. Le regioni del sud producono la minor quantità di rifiuti pro capite, tuttavia questa è diminuita, rispetto al 2019, solo dello 0,5%. La stessa variazione ha segnato un -1,2% e un -3,5% rispettivamente nel nord e nel centro Italia.

Figura 2: Produzione pro-capite di RU 2019-2023


Fonte: ISPRA, 2024

Sia a livello totale che pro capite la produzione di RU in Italia tra il 2019 e il 2023 mostra un punto di minimo nel 2020. Risultato chiaramente influenzato dal periodo pandemico.

Considerando una serie storica più estesa in riferimento alla produzione pro capite, ovvero partendo dal 2009, notiamo come dal valore di massimo raggiunto nel 2010 di 535 kg per abitante, si sia rapidamente scesi a 486 kg per abitante nel 2013, segnando un -9,2%. Il dato si è mantenuto stabile fino al 2015, per poi oscillare fino al 2023 comunque non riuscendo più a raggiungere il punto di minimo toccato appunto nel 2013. In ogni caso, la serie mostra che dopo il 2013 si è comunque riusciti a mantenere valori nettamente più bassi rispetto a quelli di partenza, non superando mai i 500 kg per abitante, se non nel 2018, 2019 e 2021.

Figura 3: Produzione pro-capite di RU 2009-2023

Fonte: ISPRA, 2024

Nel 2023 la raccolta differenziata (RD) in termini percentuali ha raggiunto il 66,6%. Questo dato è in aumento di 1,4 punti percentuali sul 2022 e di 5,3 punti sul 2019. Il nord ottiene il miglior risultato con una percentuale di raccolta differenziata rispetto alla produzione di rifiuti del 73,4%, segue il centro con il 62,3%, mentre il sud si ferma al 58,9%. Tuttavia, è al sud che la RD è aumentata maggiormente rispetto al 2019, con una variazione pari a 8,3 punti percentuali, mentre l’aumento è stato di 3,8 e di 4,5 punti rispettivamente per nord e centro.

Figura 4: Percentuali di raccolta differenziata di RU 2019-2023

Fonte: ISPRA, 2024

La maggior parte dei rifiuti prodotti nel 2023 è stata destinata al recupero di materia (29%), segue il trattamento biologico della frazione organica (24%). Complessivamente, gli impianti di recupero di materia per il trattamento delle raccolte differenziate accolgono il 53% dei rifiuti, percentuale che è in leggero aumento di un punto percentuale rispetto al 2022. Il 19% dei rifiuti viene incenerito, mentre il 16% viene inviato in discarica. Il 5% dei rifiuti viene esportato e il 4% è destinato a trattamenti intermedi di selezione e/o biostabilizzazione. La restante parte dei rifiuti prodotti (3%) è equamente distribuita tra compostaggio domestico, copertura discariche e incenerimento.

Figura 5: Ripartizione percentuale della gestione dei rifiuti urbani

Fonte: ISPRA, 2024

Lo smaltimento in discarica dovrà raggiungere l’obiettivo massimo del 10% in termini di ripartizione percentuale entro il 2035.La quantità di rifiuti urbani smaltiti in discarica nel 2023 era di 4.612.726 tonnellate, segnando una riduzione del 26,6% rispetto al 2019, quando questa ammontava a 6.283.307.
La direttiva 2008/98/CE ha fissato alcuni target per le percentuali di rifiuti urbani da preparare per il riutilizzo e riciclaggio che dovranno essere raggiunti nei prossimi anni, target che sono stati poi modificati dalla direttiva 2018/851/UE. In particolare, un target del 50% per il 2020 che raggiungerà il 55% nel 2025, il 60% nel 2030 e il 65% nel 2035.
Nel 2023 la percentuale di rifiuti riciclati ha raggiunto il 50,8%, in aumento di 1,6 punti sull’anno precedente. Rispetto al periodo iniziale della serie, che va dal 2010 al 2023, l’aumento complessivo ha raggiunto i 16,8 punti percentuali, mentre la percentuale di rifiuti differenziati è aumentata di 31,3 punti. Considerando il solo 2023, la differenza tra la percentuale di rifiuti differenziati rispetto a quella relativa ai rifiuti riciclati è pari a 15,8. Questo evidenzia come l’efficacia del riciclo non possa basarsi solo su elevati livelli di raccolta differenziata, anche sulla sua qualità (ISPRA).

Figura 6: Percentuali di raccolta differenziata e di riciclo di RU 2010-2023

Fonte: ISPRA, 2024

CONCLUSIONI

Mentre la produzione e la gestione dei rifiuti urbani nel 2023 rimane tendenzialmente stabile rispetto agli ultimi cinque anni, la raccolta differenziata è in crescita. La percentuale di rifiuti differenziati ha raggiunto il 66,6%, con miglioramenti significativi di lungo periodo soprattutto nel sud Italia.
Nonostante questi risultati, è necessario incrementare l’efficacia del riciclo dei rifiuti urbani, in quanto dai dati emerge chiaramente che una parte rilevante dei rifiuti differenziati non viene effettivamente riciclata.
Sullo smaltimento dei rifiuti in discarica, nel 2023 si è registrata una discreta riduzione rispetto al 2019. Tale riduzione è coerente con gli obiettivi europei, ma sarà necessario concretizzare ulteriormente i risultati per passare portare l’attuale quota di rifiuti smaltiti in discarica, dal 16% al 10% entro il 2035.
La percentuale di rifiuti riciclati ha superato il 50% nel 2023 e si attesta al 50,8% con un discreto incremento di 1,6 punti percentuali sull’anno precedente.
L’Italia ha ottenuto risultati importanti nella gestione dei rifiuti negli ultimi anni e conferma questa tendenza positiva anche per il 2023. Sicuramente, per raggiungere i prossimi obiettivi sarà necessario aumentare la qualità della raccolta differenziata, ma anche sviluppare le infrastrutture per la gestione dei rifiuti ed efficientare il loro dislocamento sul territorio.