Il ritorno dell’energia elettronucleare” è il titolo del Policy brief realizzato dall’Istituto per la Competitività (I-Com).

Per quanto si parli di rinascimento dell’energia nucleare, questa, sebbene in declino, è la prima fonte di generazione elettrica nell’UE già da molti anni. Con la dismissione delle centrali in Spagna e in Germania, la partita in Italia è però tutta da giocare, fra decarbonizzazione, costi, consenso, rifiuti, convenienza per il consumatore, percorso legislativo e innovazioni.

  • L’energia elettronucleare ha avuto, in Europa ma soprattutto in Italia, una storia discontinua, alternando periodi di grande attività ad anni di ostracismo condizionato da avvenimenti di portata globale e da decisioni politiche.
  • Le quattro centrali operative in Italia furono chiuse in seguito all’esito del referendum del 1987 che, sull’onda dell’incidente di Černobyl, fu interpretato politicamente come un imperativo alla cessazione dell’attività nucleare in Italia. Nel 2011 un secondo referendum abrogò definitivamente la normativa che disciplinava l’attività nucleare in Italia e autorizzò la costruzione di nuove centrali.
  • Gli ultimi 20 anni sono stati determinanti nella presa di posizione odierna degli Stati UE rispetto al nucleare. Attualmente si distinguono tre blocchi: i) l’Alleanza Nucleare Europea; ii) i loro Osservatori, fra cui l’Italia; iii) gli Stati scettici (che hanno dismesso o stanno dismettendo la loro capacità nucleare).
  • Tra fusione nucleare di terza e quarta generazione, di cui parzialmente fanno parte gli SMR, l’energia elettronucleare è un settore vivace in termini di innovazioni, anche europee. Tuttavia, le novità più recenti non sono ancora state concretizzate su territori occidentali. La Cina primeggia su brevetti e per installazioni efficienti ed efficaci.
  • La questione costi è sempre scottante: un ritorno al nucleare è possibile solo se conveniente da un punto di vista economico per operatori, consumatori e senza aumentare in modo sproporzionato il debito pubblico. Secondo alcune stime, l’LCOE del nucleare sarebbe il più basso fra le opzioni non rinnovabili. Tuttavia, queste stime non sono consolidate e, secondo altre fonti autorevoli, i valori dell’LCOE sarebbero più alti.
  • Tramite le analisi svolte nell’ambito del PNNS, viene individuata la traiettoria ottimale di minimo costo complessivo del sistema energetico per raggiungere gli obiettivi prefissati. Il risultato mostra come le tecnologie nucleari sarebbero sia economicamente che energeticamente convenienti.
  • Al 2050 la capacità di generazione installata in Italia potrebbe raggiungere tra gli 8 e i 16 GW a seconda dello scenario. In ogni caso sia la domanda che l’offerta di energia risulterebbe superiore rispetto allo scenario senza nucleare.

 

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