PROGRAMMARE PER LA SALUTE. Risorse, sinergie e nuove sfide nella prevenzione primaria“. È questo il titolo del Policy brief realizzato dall’Istituto per la Competitività (I-Com).

Circa un terzo di tutti i decessi registrati in Italia è attribuibile a fattori di rischio comportamentali e stili di vita poco sani. Al contempo, la copertura vaccinale presenta ancora forti disparità regionali e livelli inferiori agli obiettivi raccomandati. Ciononostante, il nostro Paese investe ancora troppo poco in prevenzione, con un livello di finanziamento nettamente inferiore rispetto alla media europea e pari al 5% del FSN. Eppure, ogni euro investito in prevenzione primaria può portare dai €2 ai €16 di risparmio.

Ai fini di favorire salute e sostenibilità fiscale del SSN, risulta quindi essenziale ripensare la programmazione degli investimenti in prevenzione, in particolare a seguito delle novità scaturite dal nuovo Patto di Stabilità.

  • In Italia, oltre il 30% della popolazione adulta è in sovrappeso e circa il 10% è obesa, con una grande esposizione a fattori di rischio primari per patologie cardiovascolari, diabete di tipo 2 e alcuni tumori. Inoltre, il consumo di tabacco coinvolge ancora il 19% degli adulti, mentre il 20% consuma alcol in modo rischioso.
  • Anche la vaccinazione presenta criticità, con coperture per adulti e anziani ancora molto
    inferiore alle soglie raccomandate, con forti discrasie tra le regioni. Particolarmente
    preoccupante anche la copertura anti-HPV tra gli adolescenti, ben al di sotto degli
    obiettivi.
  • L’Italia destina alla prevenzione circa il 5% del FSN, una quota inferiore rispetto a molti
    altri Paesi europei. Germania, Francia e Regno Unito investono significativamente di
    più, con una maggiore enfasi sulla promozione di stili di vita sani, programmi di
    screening, e immunizzazione.
  • Ogni euro investito in prevenzione primaria può generare tra €2 e €16, di risparmio in
    termini di costi sanitari evitati, produttività preservata e riduzione dell’onere sociale
    delle malattie croniche. Inoltre, per quel che riguarda l’immunizzazione, ogni individuo
    adulto che completa il ciclo vaccinale, garantisce allo Stato oltre €4.000 di benefici
    socioeconomici.
  • Non è più rimandabile un ripensamento della programmazione di investimenti per la
    prevenzione. Auspicabile è un aumento degli investimenti in prevenzione al 7% del FSN.
    Al contempo, vanno colti i margini di manovra nel nuovo Patto di Stabilità in materia di
    investimenti al fine di garantire maggiori risorse in prevenzione e di destinare voci di
    spesa a bilancio ad un rafforzamento della spesa in cure, strutture, personale e
    innovazione.

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