Il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) è un sistema di funzioni, strutture e servizi che, basandosi sull’art. 32 della Costituzione, si impegna a garantire a tutti i cittadini, senza alcuna distinzione, l’accesso universale all’erogazione equa delle prestazioni sanitarie. Il SSN che conosciamo si basa dunque su tre pilastri fondamentali, quali equità, universalità, uguaglianza e l’aumento dell’età media del nostro Paese dimostra come il suo impegno nel garantire l’accesso ai prodotti dell’innovazione farmaceutica abbia consentito di curare meglio tutti i cittadini.
E’ indubbio che i farmaci di sintesi abbiano permesso ai medici di curare molteplici patologie, ma l’arrivo sul mercato dei prodotti biofarmaceutici sta aprendo la strada alla cura di malattie precedentemente incurabili, come nel caso dell’epatite C. Si tratta infatti di farmaci che possono davvero fare la differenza nella lotta alle malattie, puntando alla guarigione e non ad un mero aumento dei giorni di vita dei pazienti trattati ma che, proprio per questo motivo, risultano di gran lunga più costosi rispetto ai farmaci di sintesi. La discussione si è perciò concentrata sulla ricerca di possibili soluzioni per rendere sostenibile l’accesso alle cure in futuro, cercando di rispondere alla seguente domanda “le cure innovative sono presenti ma come possiamo garantirne l’accesso ai cittadini, malgrado l’elevato costo?”.
Il caso dell’epatite C costituisce la prova concreta di come il nostro Paese non riesca ancora a conciliare bene innovazione e accesso alle terapie, non riuscendo più a garantire le stesse cure a tutti. Durante la discussione è stato evidenziato che l’AIFA considera innovativi i farmaci con valore terapeutico aggiunto rispetto alle alternative esistenti. Si tratta di prodotti con un rapporto rischio-beneficio superiore rispetto agli altri farmaci disponibili o di farmaci utilizzabili per il trattamento di patologie per le quali non esistono altre cure. Queste nuove terapie apportano grandi benefici nel trattamento delle patologie gravi che ne causano l’ospedalizzazione del paziente, la disabilità permanente o addirittura la morte.
