Nella formulazione del futuro Patto della Salute, le istituzioni hanno attribuito importanza prioritaria all’assistenza territoriale e occorreranno grandi sforzi di tutti gli attori coinvolti non solo per valorizzare e dare nuova linfa ai servizi esistenti, ma anche per sperimentare nuovi modelli di integrazione socio-sanitaria.
Un esempio virtuoso in grado di offrire questa combinazione, e coniugare efficienza ed equità nell’accesso ai servizi, è stato presentato dalla Regione Toscana nel corso dell’Expo Rurale, in svolgimento a Firenze dal 13 al 20 settembre. Si tratta del progetto ”Botteghe della Salute”, un servizio innovativo voluto dalla Regione in collaborazione con Anci-Toscana e Uncem, associazione dei Comuni e dei Comuni montani.
Le “botteghe” sono sportelli socio-sanitari, gestiti da dipendenti comunali e giovani volontari del servizio civile opportunamente formati, che saranno attivati nelle zone più marginali e meno servite del territorio toscano, dove i cittadini non hanno accesso a uffici pubblici e/o postali, e dove non sono presenti, o non sono facilmente raggiungibili, farmacie o laboratori medici.
Si tratta di sportelli gratuiti – sessanta in totale da istituire nei prossimi 3 anni – aperti per un minimo di cinque ore al giorno, cinque giorni su sette, e dove i cittadini più svantaggiati potranno usufruire di molteplici servizi: dalla certificazione del ticket sanitario in base al reddito, alla prenotazione e al ritiro di esami di laboratorio, dall’assistenza sociale a quella per l’accesso ai servizi online di Poste e Inps, fino alla prenotazione per la consegna a domicilio della spesa e dei farmaci. Un network di operatori pubblici e privati, di istituzioni e no-profit che da vita a una realtà innovativa e a un modello di welfare più dinamico e vicino al cittadino.