Spesa farmaceutica ospedaliera fuori controllo: auspicabile una revisione – in rialzo – del tetto di spesa

Il 24 settembre  scorso è stato presentato da AIFA il rapporto 2012 dell’Osservatorio Nazionale sull’Impiego dei Medicinali (OsMed), documento prezioso per la comprensione dei consumi, dell’evoluzione dell’assistenza farmaceutica e delle dinamiche di spesa, sia a livello regionale che nazionale.

Emerge una spesa farmaceutica assestata sui 25,5 miliardi, per il 76% rimborsata dal SSN. A calare maggiormente è la componente della spesa farmaceutica territoriale complessiva – come noto già dal passato – sia pubblica che privata, diminuendo del 5,6%. In controtendenza la spesa farmaceutica ospedaliera, che è cresciuta del 3,7%.

Su un totale di 19.389 milioni di euro di spesa territoriale, 11.823 milioni costituiscono spesa pubblica, mentre 7.566 milioni sono quelli pagati dal cittadino di tasca propria (ticket, farmaci di automedicazione, classe C con ricetta e classe A acquistati privatamente).

Analizzando il consumo dei farmaci in base alla classe terapeutica di appartenenza, nell’arco degli ultimi 8 anni – dal 2004 al 2012 – è aumentato del 4,5% l’uso degli antidepressivi, mentre i farmaci cardiovascolari restano comunque i primi per consumo e per assorbimento della spesa farmaceutica totale sia pubblica che privata (4.350 milioni di euro); seguono i medicinali per la cura dell’apparato gastrointestinale e del metabolismo. Le donne, specialmente di età compresa tra i 35 e i 44 anni, sembrano fare – rispetto agli uomini – più uso di medicinali per il sistema nervoso centrale.

Il Rapporto fa emergere altresì una spiccata propensione alla prescrizione dei farmaci generici  e biosimiliari, che nel 2012 hanno inglobato il 62,1% di dosi e il 37% della spesa netta, voci entrambe in aumento rispetto al 2011 (rispettivamente +10,6% e +6,4%).

A risaltare è anche la forte variabilità nel consumo di farmaci tra regioni del Nord e del Sud, con la Sicilia che registra il valore più alto in assoluto in regime di assistenza convenzionata (1.110 dosi giornaliere ogni 1.000 abitanti), seguita da Lazio e Sardegna, mentre i valori di consumo più bassi sono stati registrati nelle Province Autonome di Bolzano e Trento, seguite dalla Liguria.

Se però il consumo dei farmaci è in crescita, complessivamente la tenuta della spesa rimane buona e questo è dovuto soprattutto alla performance della spesa territoriale. D’altronde – come evidenziato dal Direttore generale di Aifa Luca Pani – è evidente che l’abbassamento ulteriore del tetto all’11,35% a partire dal 2013 proprio per questo aggregato, potrebbe rendere  più difficile mantenere il tutto sotto controllo.

E ciò a maggior ragione per la spesa farmaceutica ospedaliera, che continua a sfondare il tetto programmato e si presume subirà ulteriore incremento per l’imminente ingresso sul mercato dei farmaci innovativi ad alto costo. Per tale ragione – come sottolineato dal Direttore Generale di AIFA – è opportuno rivedere in rialzo il tetto della spesa farmaceutica ospedaliera, al fine di avere una sostenibilità maggiore del sistema e un accesso reale e non ad ostacoli del cittadino all’innovazione terapeutica.

Coordinatore Scientifico Area Innovazione dell'Istituto per la Competitività (I-Com). Ha conseguito un Dottorato di Ricerca in Economia e Gestione delle Aziende Sanitarie dell’Università Cattolica, e un MA in European Economic Studies al College of Europe di Bruges.

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