Una spinta al consumo on demand: l’evoluzione tecnologica al servizio degli utenti

Una sorta dponte che rompe gli schemi fra vecchio e nuovo, fra le tradizionali griglie di palinsesto e una programmazione a misura di telespettatore. Così è stato definito il servizio “Restart di Sky che dal Natale scorso consente ai circa 2,5 milioni di abbonati a Sky Cinema in possesso del decoder My Sky HD connesso ad Internet (nei prossimi mesi sarà esteso anche agli abbonati di altri pacchetti) di far ripartire dall’inizio con la massima semplicità, un film che è già in onda.

Un buon esempio di servizio gratuito per arricchire “l’esperienza di consumo” dei propri abbonati ai quali peraltro non è richiesto alcun intervento: Il decoder/registratore infatti si aggiorna automaticamente, rendendo disponibile la funzione: basta collegarlo alla rete ed attivare il servizio Sky On Demand – Restart nell’area “Fai da te” di Sky.it. Durante la visione del contenuto di palinsesto attraverso l’apparecchio televisivo ma anche di film già presenti nell’archivio, appare un messaggio sulla schermata che informa della disponibilità del servizio ed invita a riavviare il contenuto premendo il tasto blu del telecomando. Operazione che gli abbonati hanno già effettuato tre milioni di volte nel primo mese di attivazione del servizio.

Questa nuova funzionalità (in precedenza era già possibile mettere in pausa, tornare indietro durante la diretta o registrare i propri programmi preferiti) rappresenta un bel passo avanti nella direzione di una fruizione sempre più flessibile e personalizzata dei contenuti audiovisivi. Si cerca in questo modo di rendere più immediato l’utilizzo non lineare della programmazione (dal prime time al my time) premiando in particolare quella fascia di pubblico che dispone in casa di una connessione wifi veloce. Il comando permette in pratica di trasformare un programma in onda sulla tv lineare in un contenuto on demand, sia da casa che in mobilità, rimuovendo così un altro vincolo legato al vecchio modo di consumare contenuti audiovisivi, passivo e del tutto vincolato alla programmazione di flusso.

La televisione continua ad evolversi e ad ibridarsi con la banda larga e i servizi e le funzionalità proposte dai vari operatori del settore si adeguano sempre più alle esigenze di un pubblico connesso in ogni istante e che esige di fruire dei suoi contenuti preferiti dove, quando e come vuole. Restart va esattamente in questa direzione. Spesso tali innovazioni tecnologiche al servizio del consumatore sono talmente rapide che lo stesso strumento di misurazione ufficiale del gradimento del pubblico – ci riferiamo ad Auditel – non riesce a tenere lo stesso passo dei broadcaster. Il rischio è quello di fornire una visione parziale delle audience con inevitabili ricadute sugli investimenti pubblicitari. Non va tuttavia dimenticato che oltre il 90% del fatturato di Sky proviene dagli abbonamenti e solo il 10% dalla pubblicità. Ciò significa che il modello di business della pay tv non è costruito tanto per esaltare un canale ma per soddisfare in via priroritaria il cliente. Una garanzia in più per i consumatori sempre più protagonisti della nuova rivoluzione (post)industriale.

 

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