Dopo il lancio di Sky Atlantic, il canale specializzato in fiction originale nazionale (Gomorra) e in serie di importazione (Games of Thrones), il broadcaster del gruppo News Corp torna al centro dell’attenzione con una nuova iniziativa destinata a dare una scossa all’attuale sistema di misurazione degli ascolti in un panorama mediatico che ogni giorno riserva nuove soprese sul fronte dell’engagement dell’utenza. Ci riferiamo a Smart Panel, progetto ancora in una fase sperimentale che pur non costituendo una alternativa secca ed autonoma all’attuale sistema di rilevazione gestito da Auditel (Sky non siede nel CdA ma ha un posto nel comitato tecnico), rappresenta senz’altro un salto di qualità nella sfida che gli operatori del settore hanno da tempo intrapreso per intercettare gusti e comportamenti dei pubblici là dove i contenuti audiovisivi vengono effettivamente consumati.
Come ha rivelato qualche giorno fa Repubblica in un pezzo a firma di Aldo Fontanarosa, le differenze tra Smart Panel e l’Auditel sono rilevanti. In primo luogo il perimetro di osservazione è più esteso visto che il campione costruito da Sky include al momento 10mila famiglie (il panel Auditel ne conta poco più di 5mila) ma il monitoraggio a regime coprirà l’intero parco abbonati, riducendo drasticamente il margine di errore fino a due terzi rispetto al sistema di rilevazione attuale degli ascolti. In secondo luogo Smart Panel punta – ed è questo l’aspetto maggiormente innovativo – a misurare la fruizione on demand ed in mobilità. A differenza di Auditel che ad oggi non ha ancora terminato la fase di sperimentazione, lo strumento messo a punto da Sky è già in grado di conteggiare in modo puntuale la visione in mobilità (Sky Go) o via internet (Sky Online). In particolare sul consumo in differita mentre Sky conteggia i programmi registrati senza limiti di tempo, Auditel si ferma ai sette giorni precedenti al prima messa in onda. Sotto il profilo tecnico Sky non si è affidata ad un meter ma utilizza propri decoder in gran parte in alta definizione rispecchiando la dotazione effettiva degli abbonati.
Dopo aver messo sotto accusa in più occasioni la lentezza e l’inadeguatezza di Auditel, Sky ha dunque deciso di avviare una sperimentazione in proprio per dimostrare (anche) ai propri investitori pubblicitari che al momento coprono il 10% del fatturato complessivo, l’appeal della propria programmazione e la maggiore efficacia in termini di coinvolgimento “social”, ovvero di interazione del pubblico tramite un uso sempre più massiccio dei “second screen” durante la fruizione attiva dei contenuti offerti dalla piattaforma. Le rilevazioni effettuate con lo Smart Panel sono ovviamente riservate ma i primi esiti pare siano molto confortanti, restituendo una dimensione quali-quantitativa della fruizione differente rispetto a quella fotografata da Auditel. L’unico dato diffuso pubblicamente è significativo: esisterebbe infatti uno scostamento molto ampio nella rilevazione del pubblico esposto agli spot pubblicitari Lo strumento messo a punto da Sky infatti avrebbe monitorato una incidenza di “pubblico zero” solo nell’8% degli spot trasmessi, percentuale che invece si attesta al 39% nei monitoraggi effettuati da Auditel con evidenti ripercussioni nelle strategie di investimento delle aziende inserzioniste.