2015: inizia la svolta digitale?

I documenti relativi alla strategia italiana per la banda ultralarga e la crescita digitale fino al 2020 recentemente sottoposti a consultazione pubblica evidenziano come  lo sviluppo del digitale figuri tra le priorità del Governo. Non solo l’Europa ma il mondo intero è infatti consapevole dei benefici in termini di semplificazione e risparmio che si accompagnano allo sviluppo del digitale come nuovo canale di interazione e scambio di beni e/o servizi, nonchè dell’importanza sempre maggiore che il mercato digitale sta rivestendo nell’economia delle singole realtà nazionali.

In tale ottica sarà assolutamente interessante analizzare le iniziative che saranno intraprese dagli organi di Governo ma anche dagli operatori del settore oltre che dai cittadini italiani. Certamente non mancheranno i provvedimenti – alcuni già entrati in vigore –   che cercheranno di accelerare la svolta digitale si cui il nostro Paese ha fortemente, quasi disperatamente, bisogno. Si tratta di misure senza dubbio diverse per ambito e finalità che, da un lato, tendono ad accelerare il processo di transizione al digitale che tanto fatica a compiersi nel nostro Paese e, dall’altro, vanno ad impattare sulle dinamiche che caratterizzano il mercato digitale. In particolare, in un’ottica di favor per lo sviluppo dell’e-commerce, sarà presto consentito di utilizzare il bancomat per gli acquisti online secondo una modalità molto semplice che prevede  la mera attivazione da parte dell’istituto bancario emittente. Sempre con l’obiettivo di favorire lo sviluppo dell’economia digitale e lo switch-off dei cittadini alle tecnologie informatiche è stata disposta la riduzione dell’Iva su libri e periodici in formato elettronico (esclusi i quotidiani digitali). Al fine di accelerare l’utilizzo del canale informatico sono invece stati fissati ulteriori obblighi formativi per gli agenti e intermediari assicurativi che dovrebbero agevolare la gestione telematica dei contratti assicurativi, mentre sul fronte del processo civile continua senza sosta la messa a regime del nuovo processo telematico che nonostante le attuali criticità – ridotte abilità informatiche degli operatori, ritrosie culturali soprattutto ad opera dei legali in età più avanzata, indisponibilità, soprattutto negli uffici giudiziari più piccoli, di idonea strumentazione – dovrebbe far lentamente migrare il contenzioso dai faldoni alla rete. A ciò si aggiunge un’altra misura – di origine europea –  in grado di determinare una vera e propria rivoluzione nel settore dell’e-commerce B2C. Ci si riferisce, in particolare, alla necessità di tenere in considerazione l’imposta applicata nel Paese in cui è stabilito il consumatore e non più quella vigente nel Paese del fornitore.

Il 2015 sembrerebbe dunque presentarsi come un anno all’insegna del digitale. La necessità di accelerare d’altronde è chiara e si sta traducendo in azioni concrete da parte del Governo il quale è ben consapevole della necessità di perseguire alacremente gli obiettivi dell’Agenda Digitale. Una performace positiva non può tuttavia prescindere dallo swich-off al digitale della P.A. Considerata l’importanza strategica della digitalizzazione della P.A. – anche in un’ottica di sostegno della domanda di servizi digitali indispensabile a sostenere gli investimenti degli operatori in reti e servizi – assume cruciale importanza l’adozione del Dpcm che finalmente ha individuato le modalità di attuazione e di funzionamento dell’Anagrafe Nazionale della popolazione residente definendo il piano per il graduale subentro della stessa alle anagrafi gestite dai Comuni. L’Anpr rappresenta, ad ogni evidenza, uno dei progetti più importanti che consentirà di realizzare un’anagrafe centralizzata, interoperabile e sicura che garantirà non solo un’enorme semplificazione e riduzione dei costi per le pubbliche amministrazioni e per i cittadini ma favorirà anche lo sviluppo dei servizi ad essa collegati.

È chiaro che il percorso è avviato ma ancora c’è molta strada da percorrere per colmare il gap culturale ed infrastrutturale che ci separa dal Paesi europei più avanzati. Una cosa è però certa:  il 2015 deve essere l’anno della svolta, l’anno in cui dalle parole si passi all’azione, l’anno in cui il nostro Paese avvii quel processo di ripresa che tanto fatica a manifestarsi e che nel digitale potrebbe trovare uno dei punti di maggior forza.

Vicepresidente dell'Istituto per la Competitività (I-Com). Laureata in Giurisprudenza presso l’Università di Tor Vergata nel 2006 ha partecipato, nel 2009, al master di II Livello in “Antitrust e Regolazione dei Mercati” presso la facoltà di Economia della medesima università conseguendo il relativo titolo nel 2010, anno in cui ha conseguito l’abilitazione all’esercizio della professione forense.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.