L’eredità digitale di Facebook

Che i social network siano uno straordinario strumento è un dato incontestabile. Attraverso di essi è possibile non solo ritrovare amici perduti, dare vita a nuove amicizie e magari a nuovi amori, curiosare nelle vite e nelle esperienze altrui, comunicare con il mondo delle imprese, delle banche, delle assicurazioni, insomma, avere uno sguardo sul mondo con un semplice clic, ma anche ricordare le persone care che ci hanno lasciato. Sul social, infatti, così come nella vita reale, i defunti continuano a vivere attraverso i ricordi degli altri.

È questa la ragione che probabilmente ha suggerito l’introduzione di una nuova opzione che consente agli utenti di scegliere la persona che dopo la morta sarà autorizzata a gestire il proprio profilo. Si tratta dell’opzione “Facebook Legacy”, al momento attiva solo negli Stati Uniti, tra le impostazioni sulla sicurezza dell’account. Cosa potrà fare concretamente l’erede del profilo?? Potrà gestire in assoluta autonomia il profilo del de cuius? Non proprio. Potrà decidere se rimuovere il profilo oppure continuare ad utilizzarlo ed in tal caso la pagina personale degli iscritti, al momento della morte alla morte si trasformerà automaticamente in un memoriale con un “Remembering” prima del nome della persona. Potrà inoltre modificare la foto del profilo, scrivere post e rispondere alle richieste di amicizia, ma non potrà mai né leggere, né rispondere ai messaggi privati. Già oggi negli Stati Uniti ed a breve anche nel resto del mondo il profilo delle persone care che ci hanno lasciato continuerà dunque ad essere alimentato, arricchito, modificato da colui che sarà indicato come “erede digitale”.  È una grande innovazione ove si consideri che fino ad oggi quando veniva comunicata la morte di un utente, Facebook, una volta operate le verifiche del caso, conservava inalterata la visibilità del profilo, ma non consentiva a nessun altro utente di gestirlo, in nessuna misura, con il risultato che rimaneva sì una traccia della persona defunta ma era una traccia congelata, priva della possibilità di cambiare.

La rivoluzione avviata dai social network non può dunque rimanere circoscritta alle modalità di comunicazione, ricerca e scambio di informazioni, customer care, acquisto di beni e servizi, ma è destinata a plasmare anche il tradizionale intimo rapporto che si instaura tra una persona defunta ed i suoi parenti ed amici. Non mancherà, infatti, un dibattito tra coloro che continueranno ad essere convinti dell’importanza di vivere in privato determinate emozioni e chi, al contrario, sosterrà che la condivisione, anche nel caso di eventi dolorosi, si traduce in un’opportunità. Una cosa però è certa: se i social network sono diventati un luogo straordinariamente dinamico nel vivere quotidiano di ciascuno di noi tanto da sostituire quasi le tradizionali telefonate e gli ormai superati appunti sulle agende, perché non ammettere che per qualcuno possano diventare anche il luogo privilegiato in cui ricordare i nostri cari perduti e perché no continuare a parlare con loro mediante un post, una foto o una faccina?

Vicepresidente dell'Istituto per la Competitività (I-Com). Laureata in Giurisprudenza presso l’Università di Tor Vergata nel 2006 ha partecipato, nel 2009, al master di II Livello in “Antitrust e Regolazione dei Mercati” presso la facoltà di Economia della medesima università conseguendo il relativo titolo nel 2010, anno in cui ha conseguito l’abilitazione all’esercizio della professione forense.

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