Netflix in Italia: un traghetto verso la società digitale??

Le previsioni stimano una crescita dell’on demand italiano del 65% per arrivare a 50 mln nel 2018. È sempre maggiore l’importanza dei contenuti per lo sviluppo dell’economia digitale e del settore delle comunicazioni. Prova ne è anche la performance delle smart tv che nel 2013 hanno accresciuto la propria incidenza nel segmento dei device home & office attestandosi al 48,5%  con un incremento – unico dato positivo nel segmento – pari al 13,2%.

Della centralità assunta dai contenuti sono ben consapevoli gli operatori di TLC che si trovandosi a fronteggiare una contrazione dei profitti in conseguenza non solo della flessione della domanda di consumatori ed imprese ma anche dell’elevata competitività del mercato, non possono non cogliere le opportunità di business collegate ai contenuti ed alla fruizione online.

La stessa Telecom ha avviato negli ultimi mesi una serie di attività volte a sfruttare le opportunità legate al business televisivo. Si pensi alla pertnership con Sky che consente a Telecom di veicolare i contenuti della pay-tv sulle proprie infrastrutture di rete ultra-broadband e di condividere con Sky, tra l’altro, i ricavi e l’accesso alla base clienti, oppure a Tim Vision rilanciata dalla stessa Telecom con un’offerta economica particolarmente accattivante ai clienti Adsl illimitata o fibra che attivano il servizio entro il 31 marzo.

A tali iniziative se ne sta aggiungendo un’altra in grado forse di stravolgere il mercato italiano: la trattativa con Netflix che consentirà, grazie ai collegamenti in fibra di Telecom, indispensabili per poter accedere ai servizi di video streaming, noleggio, acquisto e download, lo sbarco in Italia del colosso statunitense che vanta un catalogo sconfinato, 40 mln di utenti ed un costo di abbonamento che si aggira intorno ai 10 euro mensili. Dopo Regno Unito, Irlanda, Danimarca, Finlandia, Svezia e Olanda, Francia e Germania, sembra dunque giunto il momento di penetrare e forse rivoluzionare anche il mercato italiano. L’arrivo di Netflix infatti potrà innovare il mercato della televisione italiana offrendo un’enorme scelta di contenuti in streaming di elevata qualità a prezzi assolutamente contenuti che si andranno ad affiancare all’offerta delle tv tradizionali via etere e dei canali a pagamento alterando, inevitabilmente, i tradizionali equilibri di mercato.

Il mercato della tv digitale, dunque, è in gran fermento. Continuano a stringersi rapporti ed alleanze commerciali tra soggetti legati al mondo dei contenuti ed operatori di telecomunicazioni a dimostrazione di come i contenuti rappresentino il volano per lo sviluppo futuro del settore e, molto  probabilmente, l’unico vero catalizzatore della domanda. I Piani del Governo sono stati resi noti e serve un grosso sforzo per l’infrastrutturazione del Paese e per favorire la crescita di una domanda di servizi di nuova generazione ancora molto immatura. Ci si chiede da anni se debba ad essere la domanda a catturare l’offerta o l’offerta a stimolare la domanda. Chissà che Netflix non riesca davvero a risolvere l’enigma trainando la domanda e conseguentemente gli investimenti degli operatori ed agevolando così la creazione di una vera società digitale.

Vicepresidente dell'Istituto per la Competitività (I-Com). Laureata in Giurisprudenza presso l’Università di Tor Vergata nel 2006 ha partecipato, nel 2009, al master di II Livello in “Antitrust e Regolazione dei Mercati” presso la facoltà di Economia della medesima università conseguendo il relativo titolo nel 2010, anno in cui ha conseguito l’abilitazione all’esercizio della professione forense.

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