“L’obiettivo da perseguire non è abbattere i costi, ma allungare la vita delle persone e garantirgli salute”, è l’opinione di Pierpaolo Vargiu, Presidente della commissione Affari Sociali della Camera, intervistato sullo scottante tema dei tagli in sanità.
Partita nel giugno del 2013, l’indagine sulla sostenibilità del Sistema Sanitario Nazionale si è conclusa questi giorni al Senato, riesaminando l’effettiva necessità dei tagli in campo sanitario. Dal documento è emerso che le restrizioni adottate hanno consentito di contenere la spesa ma d’altra parte hanno creato dei malfunzionamenti del sistema che si stanno riversando sia sui cittadini sia sugli operatori. Appare dunque necessario puntare sull’appropriatezza clinica e prescrittiva, evitando azioni finalizzate al semplice contenimento della spesa, visto anche l’aumento delle patologie cronico-degenerative. Bisogna inoltre prestare attenzione alle diverse forme di assistenza integrativa valutandone bene i costi ed i benefici ed investire in tecnologie ed edilizia. Un altro punto degno di nota è l’informatizzazione del SSN, che permetterebbe di ottenere non solo risparmi ma anche un migliore monitoraggio dei pazienti e di personalizzare al meglio le cure, grazie alla ricetta medica elettronica ed il Fascicolo Sanitario elettronico. Secondo la Commissione Igiene e Sanità del Senato è fondamentale rivedere anche i LEA in funzione dei reali bisogni della popolazione, tenendo conto dei cambiamenti socio-demografici ed epidemiologici avvenuti nel corso degli ultimi decenni ed uniformando la qualità dell’offerta in tutte le regioni italiane, tramite l’adozione di specifici programmi di intervento non solo a livello nazionale ma anche a livello regionale e locale. E’ necessario rivalutare anche il ruolo del personale sanitario: ormai l’età media dei dipendenti è pari a 50 anni, i turni di lavoro sono lunghi, i precari sono tanti e le penalizzazioni economiche e di carriera sono sempre più evidenti. La formazione riveste quindi un ruolo importante, vista la scarsità di risorse, ed innalzarne la qualità attraverso una fase di verifica e di revisione dei percorsi formativi rientra tra le priorità. La Commissione ha infine evidenziato la necessità di ridurre i costi dovuti alla medicina difensiva tramite la revisione della regolamentazione della responsabilità sanitaria, sia per tutelare il lavoro, di per sé rischioso, del medico, sia per tutelare il paziente garantendone il risarcimento dei danni in tempi brevi ed eliminare la piaga della corruzione e delle frodi, tutelando in primis il rispetto dei cittadini e la sicurezza dei luoghi di cura.
Secondo Vargiu “La prevenzione è oggi la vera carta importante da giocare per il nostro sistema sanitario”, che ha a disposizione un fondo di 110 miliardi di euro ma che forse non basterà a garantire la salute dei cittadini. Il pensiero di Vargiu risulta in linea con la partecipazione dell’Italia al programma JA-CHRODIS (Azione comune per la lotta alle malattie croniche e la promozione dell’invecchiamento sano per tutto il ciclo di vita) dell’Unione Europea, come riportato dal Ministero della Salute, in quanto l’uso di tabacco, l’alimentazione scorretta, l’inattività fisica, l’abuso di alcol rappresentano i principali fattori di rischio per l’insorgenza di queste patologie.
In Europa, secondo i dati OMS, l’86% dei decessi ed il 77% della perdita di anni di vita in buona salute sarebbero dovuti a malattie cardiovascolari, tumori, diabete mellito, malattie respiratorie croniche, problemi mentali e disturbi muscolo scheletrici mentre il 70-80% delle risorse per l’assistenza sanitaria verrebbero spesi per il loro trattamento. Appare dunque evidente che la prevenzione possa rappresentare anche nel nostro Paese un’arma fondamentale nella lotta contro le malattie e a favore di un risparmio intelligente.