Il servizio idrico nazionale rientra nel perimetro di azione dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas – ora Autorità per l’energia elettrica, il gas e il settore idrico (Aeegsi) – da luglio 2012. Una sfida non certo di poco conto vista la storica debolezza della regolazione del settore.
I primi provvedimenti in materia di servizi idrici sono stati pubblicati a partire dal 2012 (4), negli anni successivi sono aumentati fino a quadruplicarsi tra il 2013 e il 2015. Il peso della regolazione del settore idrico sta crescendo nel tempo – inevitabilmente a discapito degli altri – passando in quasi quattro anni dal 1% al 18,5%.
Il 24 giugno è stata pubblicata la Relazione Annuale dell’Autorità. In questi quattro anni l’Aeegsi ha impostato un quadro regolatorio innovativo nell’intento di far fronte alle specificità che caratterizzano il settore, definendo, inoltre, una regolazione volta ad apportare la certezza e la stabilità regolatoria, fondamentali per lo sviluppo del sistema idrico, che in alcune zone è ancora caratterizzato da significative carenze infrastrutturali. Lo scorso maggio, con metodo per la prima volta omogeneo, sono state approvate le tariffe per gli anni 2014 – 2015 per l’83% della popolazione italiana (circa 49 milioni di persone).
Come è noto nel settore idrico le tariffe non possono essere l’unica fonte di finanziamento per gli investimenti, ma se ben strutturate, possono agevolarne lo sviluppo. I provvedimenti del Regolatore in materia di approvazioni tariffarie hanno fatto registrare una variazione media dei corrispettivi applicati all’utenza pari al 4,12% nel 2014 e al 4,54% nel 2015. A fronte di tali aggiornamenti sono stati attivati investimenti per circa 5,5 miliardi di euro per il periodo 2014 – 2017, segno evidente che il settore ha (ri)avviato un percorso di sviluppo, iniziando a colmare le lacune infrastrutturali del passato.
In relazione alla qualità contrattuale sono state segnalate prestazioni significativamente differenti, passando dall’eccellenza all’estrema difficoltà nel rispettare quanto richiesto dalle carte dei servizi. A tal fine, dopo la pubblicazione di due documenti di consultazione, l’Aeegsi si accinge a introdurre una regolazione uniforme su tutto il territorio nazionale.
Tutte le Regioni hanno provveduto a delimitare gli ATO (Ambito Territoriale Ottimale sul quale sono organizzati i servizi idrici integrati), molte optando per l’ambito unico regionale (Valle d’Aosta, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Abruzzo, Molise, Basilicata, Calabria, Puglia e Sardegna). Purtroppo a causa di diverse criticità nelle restanti Regioni, non si è ancora raggiunta l’auspicata omogeneità nazionale.