All’interno del pacchetto di nome estivo pubblicato lo scorso 15 luglio dalla Commissione europea – oltre ai già illustrati documenti sui consumatori e sul potenziale nuovo assetto del mercato elettrico – era presente anche una proposta di regolazione per la modifica delle modalità di etichettatura energetica dei prodotti. Coerentemente con gli obiettivi della precedente Direttiva[1] l’ultimo Regolamento mira a garantire una scelta consapevole da parte dei consumatori, permettendo loro di risparmiare energia e denaro.
La Commissione richiede un allineamento delle etichettature che attualmente sono classificate con scale diverse (es. da A a G o da A+++ a D, ecc). In particolare, viene proposta un’unica scala da A a G, con tanto di riclassificazione degli attuali prodotti che usano sistemi alternativi[2] e la creazione di un database digitale all’interno del quale confluiscano tutti i nuovi prodotti presenti sul mercato europeo.
La scelta di proporre un riferimento unico per l’etichettatura dei prodotti è dettata da esigenze di standardizzazione ai fini di più immediata e semplice comprensione da parte dei cittadini di cosa stanno acquistando. Infatti, spesso accade che i consumatori sensibili al tema (o semplicemente in caso di sostituzione di vecchi apparecchi) optino per i prodotti indicati come i più efficienti sul mercato con l’intento di consumare meno risorse. Purtroppo al momento, l’esistenza di diverse scale non permette di dare certezze al riguardo, riducendo la motivazione degli acquirenti e, di conseguenza, l’efficacia dell’intero sistema.
La creazione di un database dei nuovi prodotti efficienti è prevista in un’ottica di recupero del potenziale risparmio (circa il 10%) derivante da una piena conformità con i requisiti dell’etichettatura energetica. È stato, infatti, stimato che una percentuale compresa tra il 10% e il 25% dei prodotti sul mercato non è conforme a tali requisiti. Per ovviare alla situazione, la Commissione richiede che tutti i produttori e gli importatori registrino i propri prodotti nella banca dati e ne rendano disponibili una serie di informazioni (cosa già obbligatoria per la legge comunitaria), per agevolare il lavoro delle Autorità nazionali preposte al controllo.
Attraverso il sistema proposto ci si attende un risparmio energetico addizionale annuo pari a 200 TWh nel 2030, apportando, inoltre, benefici per i cittadini (che potranno spendere meno in bolletta grazie a una migliore informazione e capacità di confronto), per i produttori e venditori ed, infine, per l’ambiente.
Si conferma l’impegno della Commissione nel portare avanti quanto richiesto dalla strategia dell’Unione energetica, attraverso la previsione di misure volte ad assicurare la fornitura energetica, ridurre la dipendenza dai Paesi terzi, integrare il mercato dell’energia (anche favorendo la partecipazione dei consumatori), sviluppare l’efficienza energetica, decarbonizzare il mix energetico, promuovendo, inoltre, la ricerca e lo sviluppo dell’innovazione nel settore.