La diffusione del digitale sta rivoluzionando le nostre vite. La penetrazione massiccia dei device mobili soprattutto sta radicalmente modificando le modalità di comunicazione tra individui ed al contempo sta ridisegnando dalle fondamenta le relazioni tra consumatori ed imprese imponendo un ripensamento della stessa catena del valore e delle strategie di marketing tradizionalmente messe in campo. Siamo infatti di fronte ad un consumatore smart, che fa della mobilità fisica un valore e che ad essa associa un nuovo concetto di prossimità di cui le aziende non possono non tenere conto. Se da sempre la vicinanza al consumatore è stata un obiettivo strategico cruciale per il successo di un’impresa, ecco che oggi, con un consumatore che grazie ad internet vive in uno spazio senza confini liberamente esplorabile con un click, cambia l’idea stessa di prossimità. Il consumatore ormai è ovunque e grazie alla tecnologia disponibile può essere ovunque in pochi secondi con una rapidità senza precedenti nella storia.
Non c’è nessun settore e nessun aspetto della nostra vita che possa uscire indenne dalla rivoluzione copernicana in atto. Dal commercio, al mondo della finanza, a quello dei trasporti, delle telecomunicazioni, dell’energia, della salute, ogni ambito è travolto dalle enormi opportunità ma anche dalle possibili criticità che si accompagnano alla diffusione del digitale. Un dato è certo: la tecnologia può dare un contributo fondamentale per il miglioramento della nostra vita e la semplificazione delle attività che quotidianamente svolgiamo con effetti benefici, in termini di sostenibilità, non solo su di noi ma anche sull’ambiente che ci circonda e sulle città in cui viviamo.
Il mondo dei trasporti in particolare sta subendo una vera e propria rivoluzione. Non solo infatti nel trasporto pubblico la disponibilità di App in grado di monitorare i percorsi ed i tempi di attesa consente agli utenti evidenti benefici in termini di efficienza nella pianificazione degli spostamenti, ma anche nel trasporto locale non di linea si sta assistendo a profondi cambiamenti ed all’introduzione di una serie di novità riassumibili nel concetto di “sharing economy”. È esperienza sempre più comune, soprattutto nelle grandi città, il bike sharing ed il car sharing che sempre più sta catturando l’attenzione degli utenti diventando una vera e propria alternativa all’automobile privata, consentendo un importante risparmio nei costi di acquisto e gestione per i consumatori ed una riduzione del traffico e dell’inquinamento cittadino. A ciò si aggiunge la diffusione del car pooling, quel fenomeno che si fonda sulla condivisione della propria autovettura per il raggiungimento di un determinato luogo ad un prezzo che generalmente si limita a coprire i costi variabili.
Ebbene, la diffusione di tale fenomeno dai risvolti economici e sociali particolarmente interessanti sta determinando il proliferare di piattaforme in grado di mettere in contatto domanda ed offerta. Si tratta di piattaforme molto diverse e variegate che promuovono servizi di trasporto “di cortesia” e, dunque, di natura non commerciale, ovvero offrono servizi tecnologici di intermediazione su richiesta e con finalità commerciale. Siamo di fronte a sistemi del tutto nuovi che senza dubbio rappresentano una risposta intelligente alla crisi economica e forse a volte anche alla solitudine che la tecnologia determina quando i social sostituiscono un aperitivo al bar e quando le emoticon si sostituiscono agli sguardi che pongono domande nuove e nuove sfide da affrontare. Ci si chiede, infatti, se sia auspicabile – ed in che termini – disciplinare questo fenomeno prevedendo magari dei requisiti specifici per i conducenti, obblighi in capo agli intermediari e regole in grado di assicurare la sicurezza e la privacy dei trasportati oltre che determinati standard di qualità del servizio. Ci si domanda, poi, se considerata l’importanza che tali forme di condivisione stanno assumendo, sia indispensabile ripensare le regole ad oggi vigenti in relazione al servizio taxi e NCC che sicuramente un impatto lo subiscono.
Sicuramente si tratta di questioni nuove ed ancora dai risvolti non pienamente svelati che richiedono un’attenta analisi tesa innanzitutto alla comprensione. Senza perdere di vista i diritti fondamentali da tutelare, è bene evitare la fissazione di regole troppo stringenti in grado di soffocare l’evoluzione del mercato ed ingessare le mille iniziative che il mondo dei consumatori con la sua straordinaria inventiva, sta mettendo in atto per far fronte ai nuovi bisogni dell’era digitale.