Mortalità evitabile: Italia, meglio della media UE ma deve fare di più!

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Nell’Unione Europea, le persone con età inferiore ai 75 anni decedute ammontato a 1,7 milioni. Di queste, 577.535 (33,7% del totale dei decessi) sono considerate morti premature, ovvero si sarebbero potute evitare grazie a cure sanitarie ottimali, tenendo conto delle attuali conoscenze in campo medico e delle moderne tecnologie. Questo è quanto emerge dal rapporto Eurostat sulle morti evitabili[1] nel 2013.

Circa la metà dei decessi considerati evitabili è causata dalle malattie cardiovascolari: in particolare, dall’infarto (32%, 184.800) e dall’ictus (16%, 93.900). Fra le altre cause di morte evitabile rientrano il cancro al colon (12%, 67.000), il cancro al seno (9%, 50.800), l’ipertensione (5%, 28.700) e la polmonite (4%, 24.100).

principali cause di morte evitabile

Le percentuali di morti potenzialmente evitabili variano notevolmente tra i Paesi dell’Unione Europea. La maglia nera spetta alla Romania che registra il numero maggiore di decessi che si sarebbero potuti evitare (49,4%); una simile situazione si riscontra anche in Lettonia (48,5%) e in Lituania (45,4%). All’estremo opposto si colloca, invece, la Francia con il 23,8% di morti evitabili, a seguire la Danimarca (27,1%), il Belgio (27,5%) e i Paesi Bassi (29,1%): si tratta, dunque, di Paesi più virtuosi rispetto a quelli dell’Est Europa ma nei quali è comunque presente la piaga della malasanità.

L’Italia, con 52.098 morti evitabili (33%), pur collocandosi dopo Francia, Spagna e Germania,  ha performance migliori della media europea e anche di altri servizi sanitari come quelli di Svezia e Gran Bretagna. Un risultato che secondo Walter Ricciardi, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, e Beatrice Lorenzin, ministro della Salute deve migliorare attraverso l’appropriatezza organizzativa e professionale e gli investimenti in prevenzione. Anche l’approvazione dei nuovi LEA fornirà un valido strumento per la riduzione della mortalità evitabile.

Il ministro della Salute è preoccupato principalmente dall’aumento della mortalità evitabile causata da patologie infettive, in linea con quanto riscontrato a livello europeo. Questo dato è sicuramente frutto dell’elevato calo delle coperture vaccinali (soprattutto negli adulti e negli anziani) e del fenomeno, in ampia diffusione, della resistenza antimicrobica. Il crollo delle vaccinazioni e la resistenza antimicrobica allarmano molto gli esperti, i quali stanno cercando in ogni modo di contrastare la disinformazione e i falsi miti che ruotano intorno a questi  fenomeni, al fine di evitare un ulteriore peggioramento della situazione e che ci siano gravi ripercussioni sia sul piano individuale che collettivo.

Morti evitabili Stati Membri

Anche Luigi Boggio, presidente di Assobiomedica, ha commentato i dati preoccupanti pubblicati dall’Eurostat e ritiene che sia fondamentale la collaborazione delle istituzioni con l’industria e le società scientifiche per ridurre l’incidenza delle morti evitabili.

A preoccupare il presidente dell’associazione di imprese che forniscono dispositivi medici alle strutture sanitarie italiane è soprattutto il fatto che l’innovazione nel campo della diagnostica e delle tecnologie medicali non venga accolta dal nostro sistema sanitario in quanto percepita ancora come voce di spesa piuttosto che come portatrice di efficacia e risparmio.

Un sistema sanitario all’avanguardia, con a cuore la salute dei propri cittadini, deve, invece, costantemente investire sulle conoscenze scientifiche e sulle tecnologie mediche, rendendo accessibili ai pazienti le migliori soluzioni diagnostiche e terapeutiche. Fra le prime cause di morti evitabili sono comprese tutte patologie (infarto, ictus, neoplasie al colon e al seno) in cui una diagnosi precoce e l’impiego di moderni dispositivi medici – sottolinea Boggio –  potrebbero fare la differenza.

Dunque, l’auspicio per il prossimo futuro è che si riduca ancora di più l’incidenza della mortalità evitabile e che si assista sempre meno ad episodi di malasanità.

 


[1] L’Eurostat spiega che il concetto di morte evitabile è relativo ad un decesso che nel momento in cui si è verificato poteva essere evitato se fossero state applicate terapie puntuali ed efficaci.

 

Research Fellow dell'Istituto per la Competitività (I-Com). Laureata in Economia presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, con una tesi in Finanza Aziendale Internazionale. Successivamente ha conseguito un master di II livello in “Concorrenza, economia della regolamentazione e della valutazione”, presso la medesima università.

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