Proposte per una nuova PA digitale: le novità in discussione

open-data-open-government-633x350Continua il processo di digitalizzazione del nostro Paese. Dopo la predisposizione da parte del Governo dei documenti strategici per la diffusione della banda ultra-larga e la crescita digitale, dopo gli stanziamenti delle risorse pubbliche (delibera CIPE n. 65 del 2015) e l’avvio delle prime gare per la copertura delle aree bianche continua ad essere alta l’attenzione sul tema. Ed infatti, non solo sono state poste sul campo azioni tese a favorire ed incentivare l’offerta così da assicurare al nostro paese uno standard di copertura all’altezza dei paesi europei più avanzati ma si sta al contempo lavorando affinché la domanda sia in grado di sostenere adeguatamente l’offerta di reti e servizi di nuova generazione.

A tale riguardo assume una rilevanza straordinaria, soprattutto per l’effetto catalizzatore che potenzialmente sarebbe in grado di esercitare su cittadini ed imprese, il recentissimo via libera che la commissione affari costituzionali della Camera ha dato al decreto legislativo che modifica il codice dell’amministrazione digitale di cui al decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82. Si tratta di un parere importante che riassume in 18 condizioni l’approccio che si intende seguire. Innanzitutto si chiede l’introduzione della definizione di “documento informatico” e la sua armonizzazione con le disposizioni vigenti a livello europea oltre alle definizioni di interoperabilità e cooperazione applicativa nell’ottica di favorire l’effettiva realizzazione di cooperazione applicativa tra amministrazioni. Particolarmente rilevanti anche le indicazioni contenute al punto cinque e sei. In particolare, si prevede, da un lato, l’obbligo per i gestori dei servizi pubblici di accettare i pagamenti spettanti a qualsiasi titolo attraverso i sistemi di pagamento elettronico inclusi, per i micro pagamenti, quelli basati sull’uso del credito telefonico e, dall’altro, si formula la richiesta di una riorganizzazione ed aggiornamento dei servizi resi grazie all’uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione sulla base di una preventiva analisi delle reali esigenze dei cittadini e delle imprese, anche utilizzando strumenti per la valutazione del grado di soddisfazione degli utenti (anche mediante la predisposizione di strumenti che consentano la rilevazione online della soddisfazione degli utenti rispetto alla qualità, anche in termini di fruibilità, accessibilità e tempestività del servizio). Al fine di favorire l’accesso al canale ed alle tecnologie digitali da parte dei lavoratori il punto nove prevede, inoltre, sul posto di lavoro la consegna in comodato d’uso gratuito di dispositivi elettronici personali, o personalizzabili di proprietà aziendale. Degni di segnalazione anche il punto 11 in cui si manifesta la necessità di garantire la terzietà, l’autonomia e l’imparzialità del difensore civico digitale, stabilendo in ogni caso tempi certi per la risposta nonché provvedimenti disciplinari in caso di mancato adeguamento ed il punto 12 dove viene formulata la proposta di istituire una “Consulta permanente dell’innovazione, che opera quale struttura aperta di partecipazione”, per attuare pienamente l’articolo che prevede il “principio di partecipazione con modalità telematiche ai processi decisionali delle istituzioni pubbliche”. A ciò si aggiunge la proposta di nominare un Commissario straordinario per l’attuazione dell’agenda digitale, senza attribuzione di alcun compenso o indennità, con poteri di impulso e di coordinamento nei confronti delle pubbliche amministrazioni cui competono adempimenti connessi e strumentali all’attuazione dell’Agenda digitale italiana, e con attribuzione di potere sostitutivo in caso di inadempienze gestionali o amministrative di misure necessarie all’attuazione della Agenda medesima (punto 15) ed infine, la realizzazione di una Banca dati degli obiettivi e degli indicatori delle performance, prevedendo inoltre che tutti gli adempimenti relativi a pubblicazioni ovvero comunicazioni ad altre pubbliche amministrazioni, di dati o documenti relativi ai piani delle performance si intendono sostituiti a tutti gli effetti con la trasmissione al Portale della Performance con contestuale previsione di misure sanzionatorie in caso di inadempienza (punto 18).

Siamo dunque di fronte a proposte concrete che mirano tutte a delineare con maggiore decisione i nuovi tratti della PA digitale e ad accelerare quel processo di digitalizzazione tanto atteso dal quale deriverà senza dubbio nuova linfa per la nostra economia e nuove opportunità di sviluppo per tutti i settori che, seppur con intensità e modalità differenti, nel digitale troveranno nuovo slancio per il futuro.

Vicepresidente dell'Istituto per la Competitività (I-Com). Laureata in Giurisprudenza presso l’Università di Tor Vergata nel 2006 ha partecipato, nel 2009, al master di II Livello in “Antitrust e Regolazione dei Mercati” presso la facoltà di Economia della medesima università conseguendo il relativo titolo nel 2010, anno in cui ha conseguito l’abilitazione all’esercizio della professione forense.

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