Il futuro del gas (potrebbe essere) nei trasporti

Car silhouettesNonostante la domanda di gas dell’UE sia aumentata lo scorso anno, si prospetta stagnante per il futuro. Infatti, l’evoluzione dipenderà da una serie di fattori di mercato e regolatori tra loro interconnessi e dalla competitività dei singoli combustibili[1]. Altri fattori determinanti sono i progressi tecnologici nel settore dell’energia efficienza, i prezzi della CO2, i livelli di tassazione sui combustibili e gli obiettivi ambientali.

Il consumo di gas nell’Unione ammonta a 4.650 TWh nel 2015, il 4,2% in più rispetto al 2014 e il primo aumento dopo quattro anni di ribassi consecutivi. La ripresa è dovuta principalmente alle condizioni meteo più rigide durante l’inverno 2014/2015 rispetto all’anno precedente.

Il calo dei prezzi del gas ha portato un modesto miglioramento del rapporto gas-to-power, consentendo il recupero, o almeno la stabilizzazione, della produzione della generazione alimentata a gas (in particolare, Spagna, Italia, UK).

Tuttavia, la domanda di gas nell’UE resta debole e non vi è alcuna ripresa strutturale a causa della debolezza dei fondamentali che trainano la domanda stessa (tra cui la modesta richiesta per la generazione elettrica), la bassa crescita economica, il miglioramento dell’efficienza energetica. Inoltre, il competitivo prezzo del carbone, dei permessi di emissione  e la crescente penetrazione FER non aiutano in tal senso.

Mentre l’UE come un blocco ha visto un aumento della domanda, il quadro di ripresa generale varia da Stato a Stato. La figura sottostante mostra diversi mercati che hanno subito diminuzioni significative che riflettono le dinamiche del mercato locale.

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Secondo l’AIE, il consumo di gas in Europa non tornerà ai livelli del 2010 prima del 2030. Esistono anche previsioni che prospettano un aumento dei consumi di gas in funzione di certi sviluppi tecnologici innovativi, in combinazione per esempio, con i requisiti ambientali. Si parla in questi casi di “nuovi utilizzi del gas” riferendosi a un aumento dell’uso di gas per i trasporti via terra e mare (sia in liquefatto – GNL che compresso – CNG).

Il numero di veicoli a gas naturale (NGV) nell’UE ha raggiunto 1,2 milioni di unità nel 2014, equivalente al consumo di 3,2 miliardi di metri cubi. La penetrazione varia notevolmente tra gli Stati Membri, la fetta di mercato maggiore si riscontra in Italia e in Bulgaria (rispettivamente il 2,2% e il 2,0% dei veicoli totali). L’Italia ha anche il maggior numero di stazioni di rifornimento (1.071) e veicoli a gas naturale (904 mila) nell’UE. La Germania segue per il numero di stazioni di rifornimento (851).

In generale, la penetrazione dei veicoli a gas naturale nell’UE rappresenta il 0,4% del trasporto leggero (LDVS), ancora più limitata risulta la diffusione delle infrastrutture GNL con circa 66 stazioni di rifornimento e 1.500 veicoli in Europa, presenti soprattutto nel Regno Unito, Spagna e Paesi Bassi.

La crescita effettiva di questo segmento sarà guidata da logiche di mercato e questioni normative tra cui la dinamica dei prezzi benzina/diesel vs gas, i livelli di tassazione, la disponibilità delle infrastrutture sul mercato.

Le principali barriere alla più ampia commercializzazione di gas naturale come combustibile di trasporto sono gli scarsi incentivi, la limitata scelta di veicoli prodotti in fabbrica, la politica fiscale incerta e le infrastrutture insufficienti. Per incoraggiare l’uso di veicoli alimentati da combustibili diversi, è stata adottata nell’ottobre 2014 la direttiva sui carburanti infrastrutture alternative (DAFI). Essa obbliga gli Stati Membri ad elaborare una strategia di distribuzione entro novembre 2016, al fine di garantire un numero minimo di infrastrutture per i carburanti alternativi in tutta l’Unione.


[1] Ad esempio alcune stime prospettano che circa 50 miliardi di metri cubi di gas potrebbero esser sostituiti con il carbone se i prezzi si mantenessero stabili e il prezzo del gas europeo continuasse a scendere.

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