Secondo rapporto sullo stato dell’Energy Union

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È in atto la tanto attesa modernizzazione dell’economia e la transizione verso un’era basso tenore di carbonio. L’Europa è sulla buona strada per raggiungere gli obiettivi prefissati per il 2020 e per accelerare ulteriormente questo processo la Commissione ha annunciato di voler intraprendere un “tour” per l’Unione energetica. Questi i principali messaggi emersi dalla seconda relazione sullo stato dell’Energy Union, che esamina i progressi successivi alla prima pubblicazione nel novembre 2015.

Il vicepresidente responsabile per l’Unione Energia, Šefčovič ha dichiarato che il percorso intrapreso non è circoscritto ai soli temi del clima e dell’energia ma riguarda l’intera economia di tutto il continente e che sarà necessario rafforzare la leadership dell’Unione europea al riguardo. Individuando il 2016 come l’anno durante il quale la strategia quadro è stata declinata in diverse proposte concrete, non solo legislative[1], il Vice-Presidente ritiene il 2017 l’anno dell’effettiva attuazione.

Il Commissario per l’Azione per il clima e l’energia Cañete ha annunciato il successo delle iniziative intraprese, infatti, nonostante le attuali incertezze geopolitiche, il Vecchio Continente sta progredendo con la transizione verso un’energia pulita. “L’energia rinnovabile è ora competitiva in termini di costi – a volte meno costosa rispetto ai combustibili fossili -, impiega oltre di un milione di persone in Europa e attrae più investimenti di altri settori. Inoltre, ha permesso riduzione delle importazioni di combustibili fossili per un importo pari 16 miliardi di euro”.

Le risultanze del report pubblicato il primo febbraio sono incoraggianti, la UE ha già raggiunto il suo obiettivo 2020 per quanto riguarda consumo finale di energia, lo stesso vale per le emissioni di gas serra che nel 2015 sono state del ​​22% al di sotto del livello del 1990, mentre si trova sulla buona strada nel settore delle rinnovabili, che nel 2014 hanno raggiunto quota 16% sul consumo finale lordo di energia a livello aggregato.

Altro elemento da porre in evidenza è che l’Unione continua a separare con successo la sua crescita economica dalle emissioni di gas serra. Durante il periodo 1990-2015 il prodotto interno lordo dell’UE è cresciuto del 50%, mentre le emissioni totali sono diminuite del 22%.

In un contesto geopolitico in rapida evoluzione, il successo dell’Unione energia è fondamentale per proteggere gli interessi economici e il benessere dell’Europa e degli europei nel lungo termine. È per questo che il lavoro per l’Unione dell’energia negli ultimi mesi ha previsto un importante focus sulla diplomazia energetica, tesa a rafforzare la sicurezza dell’approvvigionamento energetico, per divulgare soluzioni tecnologiche a basso contenuto di carbonio e aumentare la competitività industriale.


[1] Come il pacchetto “Clean Energy for all Europeans” dello scorso 30 novembre.

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