Presentata a Roma lo scorso 25 luglio, la relazione annuale del GME fa il punto sullo stato dei mercati energetici e delle principali attività svolte. Emerge un 2016 stato caratterizzato da un miglioramento dell’integrazione dei mercati energetici europei, contraddistinti in misura sempre crescente da trend comuni e armonizzati all’interno di un quadro condiviso di norme e principi. Il fenomeno appare chiaro sui mercati elettrici, le cui dinamiche tendono sempre più a riflettere uno scenario di fondo unico, tracciato dall’andamento dei combustibili e localmente modellato da specificità regionali. L’ennesimo calo dei prezzi del petrolio e del gas, scesi a livelli minimi record nell’anno, funge da driver sulle borse elettriche continentali, favorendo il consolidamento della tendenza ribassista delle quotazioni e la riduzione degli spread tradizionali tra Paesi diversi.
L’elevato grado di integrazione del mercato elettrico europeo appare efficacemente supportato dal market coupling. Esemplare in tal senso quanto osservato tra ottobre 2016 e febbraio 2017 quando le numerose indisponibilità del parco nucleare francese hanno messo sotto forte stress l’intero sistema elettrico europeo, provocando ovunque improvvise impennate di prezzo. In questa situazione di criticità, il meccanismo di allocazione implicita della capacità transfrontaliera ha assicurato una risposta reattiva ed efficiente alla scarsità di offerta, imponendo frequenti inversioni dei flussi tra Paesi, con l’Italia risultata spesso esportatrice di energia, venduta prevalentemente da centrali a ciclo combinato. Il mercato elettrico italiano registra una sostanziale stabilità dei volumi complessivamente scambiati su base spot su MGP (289,7 TWh), prevalentemente tramite borsa (70%) e un prezzo ai minimi dall’avvio del mercato organizzato, sia in termini di livello (42,78 €/MWh), sia in termini di spread con la Francia (6 €/MWh).
Sul mercato nazionale emergono un ulteriore appiattimento del profilo orario dei prezzi e una progressiva riduzione delle congestioni zonali. A seguito dell’ampliamento del cavo di interconnessione, il differenziale di prezzo tra Sicilia e Sud è sceso al minimo dal 2007 e risulta spesso nullo nelle ore centrali della giornata.
Sotto il profilo regolatorio il processo di integrazione dei mercati elettrici europei sta procedendo in due direzioni, puntando contemporaneamente all’armonizzazione delle pratiche e delle operazioni esercitate dai NEMO[1] in tema di coupling e all’estensione fino all’orizzonte infra-giornaliero dei meccanismi di assegnazione implicita e sincronizzata della capacità transfrontaliera.
In tale ottica, nel corso del 2016, il GME ha partecipato insieme agli altri NEMO europei alla stesura di un programma congiunto per l’istituzione e lo svolgimento delle funzioni di Market Coupling Operator (MCO Plan), facendosi inoltre promotore, nell’ambito del progetto XBID, della realizzazione di un modello di coupling intraday che affianchi alla modalità di contrattazione in continuous trading un sistema di aste complementari (già attivo da giugno 2016 lungo la frontiera italo-slovena).
[1] Gestori dei mercati elettrici designati dall’Autorità competente (GME stesso per l’Italia).