I Paesi OCSE hanno prodotto 10.964 TWh di energia elettrica nel 2016, lo 0,4% in più rispetto al 2015: questo il dato provvisorio dell’International Energy Agency, contenuto nel rapporto statistico 2017 sul settore elettrico, di recente pubblicazione. Dato più interessante è, però, il calo – per il quarto anno consecutivo – della produzione da fonti fossili, ed in particolare da carbone (-7,1%) e petrolio (-7%). Al contrario, guadagnano terreno gas naturale (+5,8%) e da fonti rinnovabili, in particolar modo l’eolico (+7,7%) e ancora più il solare, la cui produzione cresce addirittura del 19,2%.
Dal 1974, infatti, quando carbone, petrolio ed idroelettrico dominavano lo scenario produttivo nazionale, oggi il petrolio risulta ridotto ad una quota davvero marginale del totale (appena il 2%, dal 24% del 1974) e la quota dell’idroelettrico si è quasi dimezzata, passando dal 22% al 12%. Resta rilevante la quota di energia prodotta da carbone (28%; 27% nel 1974), ma interessante è che nel 2016 vada in pari con il gas naturale (Fig.1).
Fig.1: Produzione di energia elettrica nei Paesi OCSE, per fonte
Non a caso, anche in termini di capacità installata, mentre nel periodo 1974-2000 il nucleare è cresciuto a ritmi molto sostenuti (+6,9% medio annuo) – seguito da idroelettrico e combustibili fossili (+3,4% e +2,2% medio annuo, rispettivamente) – nel periodo successivo (2000-2015) il nucleare sperimenta un tasso medio annuo di crescita negativo, mentre idroelettrico e combustili fossili crescono ad un ritmo decisamente più lento. Mentre sono fotovoltaico ed eolico a farsi notare, con tassi di crescita record (+44% e +20,3% all’anno, rispettivamente).
I consumi, dal canto loro, sono sempre – e sempre più – dominati dai consumi nei settori residenziale e del commercio: se nel 1974, infatti, i due segmenti rappresentavano poco meno della metà dei consumi complessivi, oggi ne rappresentano circa i due terzi.
Infatti, il settore industriale, che è stato a lungo il maggior consumatore di energia elettrica, è oggi più o meno al pari di residenziale e commercio, anche grazie ai miglioramenti avvenuti in termini di efficienza energetica nelle industrie manifatturiere ad elevata intensità energetica.
Sebbene il trasporto resti – insieme al settore agricolo – tra i minori consumatori di energia elettrica, nel 2015 questo segmento ha registrato una crescita enorme – addirittura +102% – chiaro segno del processo di elettrificazione dei trasporti, tema su quale molti Governi continuano a dare grossa attenzione.