Perché il saldo tra imprese che aprono e che chiudono è ancora negativo. Report Unioncamere

Le chiusure aziendali diminuiscono ma, dall’altra parte, non cresce abbastanza il numero delle imprese di nuova costituzione. Anzi, negli ultimi tre mesi sono state di più le aziende che hanno cessato la loro attività di quelle che hanno aperto i battenti. È questo il quadro che emerge dai dati diffusi da Unioncamere, InfoCamere e Movimprese sulla natalità e mortalità delle imprese italiane nel primo trimestre 2018.

Tra gennaio e marzo di quest’anno sono state 113.227 le aziende di nuova apertura mentre sono 128.628 quelle che hanno chiuso. Il saldo totale delle aziende regolarmente registrate presso le Camere di Commercio si chiude dunque in negativo per ben 15.401 attività. Un dato che, secondo il report, non si discosta molto da quello dello stesso trimestre del 2017.

Nei primi tre mesi dello scorso anno avevano infatti cessato la loro attività circa 3.000 imprese in più rispetto a quanto accaduto nello stesso periodo di quest’anno. Quindi, su base annua, la mortalità aziendale risulta in fin dei conti diminuita. Una fotografia in fondo abbastanza rassicurante rispetto alla possibilità di sopravvivenza delle attività già avviate. Il problema, semmai, è soprattutto rappresentato dalle crescenti difficoltà nel costituire nuove realtà imprenditoriali. Non è un caso, d’altronde, che da gennaio a marzo 2018 si sia anche registrata la performance peggiore dell’ultimo decennio in termini di nascite di aziende. In questo periodo sono state 2.700 in meno le nuove imprese iscritte nei registri ufficiali. Una contrazione pari al 2,4%.

Problematiche tratteggiate e confermate pure dall’Istat nella sua ultima rilevazione sullo stato dell’economia italiana. L’istituto di statistica ha evidenziato nei giorni scorsi che tra gennaio e marzo di quest’anno il Pil italiano destagionalizzato è aumentato dello 0,3% rispetto al trimestre precedente e dell’1,4% in termini tendenziali ma ha pure sottolineato le difficoltà con cui sono costrette a fare i conti le imprese. D’altra parte i dati raccolti nel primo trimestre del 2018 dimostrano che l’incremento registrato è da collegarsi in particolare ai settori dell’agricoltura, della silvicoltura e pesca e dei servizi.

Tornando ai dati del rapporto relativo ai primi tre mesi del 2018, è da segnalare come, a sorpresa, tra le macro-aree geografiche della Penisola il risultato migliore lo abbia ottenuto il Mezzogiorno. Nell’ultimo anno il Sud ha avuto un calo dello 0,07%, pari a 1.514 imprese.

Tra le regioni, in particolare, le uniche ad aver registrato un saldo positivo nella crescita delle attività imprenditoriali sono state la Campania con 396 imprese in più, la Sicilia con 849 e il Lazio che ha fatto registrare l’aumento in assoluto più alto: con 11.283 cessazioni e 12.301 nuove iscrizioni, la regione guidata da Nicola Zingaretti ha chiuso il primo trimestre del 2018 con un tasso di crescita dello +0,16% pari a 1.018 imprese. Marche e Valle d’Aosta hanno fatto segnare, invece, il più basso tasso di crescita a livello nazionale nell’ultimo trimestre.

Classe 1991, calabrese. Ha conseguito un Master in giornalismo politico, economico e di informazione multimediale alla Business School del Sole24Ore. Impegnata in politica, ha ricoperto il ruolo di coordinatrice nazionale dei giovani CD. Collabora con diverse testate giornalistiche online occupandosi di politica e anche di musica. Da dicembre 2017 nell’Ufficio stampa di I-Com.