Un problema informatico risalente al 2009, riguardante la gestione degli appuntamenti per la mammografia, avrebbe portato a circa 135-270 morti premature a causa del mancato invito al controllo medico preventivo. Il 2 maggio l’Ansa ha sottolineato che “a causa di un errore nella gestione degli appuntamenti per le mammografie su base nazionale in tutta l’Inghilterra, circa 450.000 donne hanno saltato negli anni i test finali degli screening per prevenire i rischi di cancro al seno con conseguenze in alcuni casi certamente fatali. Si calcola che il tragico errore abbia penalizzato dal 2009 in poi 300.000 donne tuttora in vita e altre 150.000 che nel frattempo sono morte, come ha confermato oggi alla Camera dei Comuni il ministro della Sanità, Jeremy Hunt, ammettendo che in base alle stime degli specialisti la vita d’almeno 270 donne è stata accorciata per le conseguenze dirette dell’accaduto”[1].
Quanto pubblicato dall’Ansa il 2 maggio 2018 mostra l’importanza delle attività di prevenzione, spesso sottovalutate ma in realtà fondamentali per garantire uno stato di buona salute della popolazione generale.
LA PREVENZIONE IN EMILIA ROMAGNA
Evitare decessi prematuri e migliorare la vita di tantissime donne sarà ora più semplice nella regione Emilia Romagna dove, il 2 maggio 2018, in occasione del convegno organizzato dalla Regione in collaborazione con Europa Donna Italia, è stata presentata la Rete regionale dei Centri di senologia [2],[3]. Tale Rete, costituita da 12 strutture di riferimento nel territorio, un Centro per provincia, due a Modena e tre per l’area Metropolitana di Bologna, mira a prevenire e curare il cancro al seno. In particolare ogni centro di senologia – la struttura fondamentale all’interno del percorso diagnostico, terapeutico e assistenziale del tumore alla mammella – per poter appartenere alla Rete deve soddisfare determinati criteri di qualità definiti dalla Giunta. Tra cui ricordiamo “i volumi di attività chirurgica che assicurano i migliori risultati clinici, i livelli di competenza clinica di tutti i professionisti, la presa in carico della donna attraverso una valutazione multidisciplinare e multiprofessionale, la continuità assistenziale tra il Centro e il territorio (medicina generale), l’omogeneità dei protocolli clinici. Il documento specifica inoltre l’assetto organizzativo del Centro, nonché tempi, procedure e percorsi da seguire nelle varie fasi dell’assistenza, dalla diagnosi alla terapia al follow up”.
I centri di senologia della Rete emiliano romagnola: Provincia di Piacenza: Centro di Senologia Ospedale di Piacenza; Parma: Centro di Senologia Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma; Reggio Emilia: Centro di Senologia Arcispedale Santa Maria Nuova-Irccs di Reggio Emilia; Modena: Centro di Senologia Ospedale di Carpi; Centro di Senologia Azienda Ospedaliera-Universitaria di Modena; Area Metropolitana di Bologna: Centro di Senologia Ospedale Bellaria; Centro di Senologia Azienda Ospedaliera-Universitaria di Bologna; Centro di Senologia Ospedale di Imola; provincia di Ferrara: Centro di Senologia Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara; Ravenna: Centro di Senologia Ospedale di Ravenna; Forlì-Cesena: Centro di Senologia Ospedale di Forlì (integrazione con Irccs-Irst di Meldola); Rimini: Centro di Senologia Ospedale Sant’Arcangelo di Romagna.
Il caso Uk consente di rendersi chiaramente conto delle conseguenze determinate da una errata attività preventiva, spesso sottovalutata, grazie alla quale è invece possibile migliorare lo stato di salute dei cittadini. Ricordiamo inoltre che sol0 25 anni fa una realtà come quella portata avanti oggi dall’Emilia Romagna risultava impensabile, proprio come dimostrato dalla storia di Teresa che, entrata in sala operatoria per levare un “linfonodo ingrossato”, si è risvegliata senza una parte di seno per l’asportazione di un carcinoma scoperto durante l’intervento chirurgico (ANSA, 02.05.2018). A tal proposito, il Corriere della Sera ha ricordato inoltre le 500 diagnosi annuali di carcinoma alla mammella negli uomini nel nostro Paese e ha evidenziato i ritardi e la necessità di ricorrere a terapie “mirate” differenti rispetto a quelle usate nel trattamento delle donne. Quanto descritto dimostra che incoraggiare lo sviluppo di attività preventive sul territorio, consente di modificare gli stili di vita, intervenire farmacologicamente e chirurgicamente in tempo e evitare la progressione delle patologie, anche potenzialmente letali, e i relativi decessi.
[1] ANSA, “Gb: scandalo sanità, 450.000 donne senza mammografia”, 02.05.2018
[2] Regione Emilia Romagna, ” Nasce la Rete regionale dei Centri di senologia: vicini alla donna dalla prevenzione alla cura”, 02.05.2018
[3] Quotidiano Sanità, ” Emilia Romagna. Nasce la Rete regionale dei Centri di senologia”, 02.05.2018