Il colloquio di lavoro te lo fa un robot. Non è un esperimento né fantascienza: è pura e semplice realtà. Un cambiamento a cui dobbiamo abituarci, perché sono tante, ormai, le esperienze di impresa che, grazie all’intelligenza artificiale, stanno completamente trasformando alcune delle loro attività tradizionali. Tra queste anche la gestione delle risorse umane.
Ad esempio Unilever, a partire da luglio 2016, ha rivoluzionato il proprio modo di fare recruiting e ha iniziato a sfruttare le potenzialità del mondo digital. Con l’utilizzo della Gamification e dell’intelligenza artificiale, superando il concetto stesso di curriculum vitae, Unilever ha reinventato l’attività tradizionale di selezione dei candidati. Questo ha permesso di rendere il processo meno dispendioso in termini di risorse, sia umane che temporali, e migliorare l’efficienza per l’azienda e per i candidati.
Il colosso anglo-olandese non è l’unico a sfruttare i vantaggi connessi agli strumenti offerti dall’intelligenza artificiale nella divisione aziendale dedicata alla gestione del personale: anche la famosa catena di hotel Hilton ha ridotto, grazie a un sistema digitale, i tempi per la ricerca del candidato ideale da 42 a 5 giorni. Durante il colloquio si chiede al candidato di rispondere ad alcune domande, il video della selezione viene poi passato ai raggi X che analizzano voce e gesti e la scelta del candidato ideale avviene anche in base ai risultati della suddetta analisi. La multinazionale Ikea ha invece scelto il robot Vera come esaminatrice ai colloqui di lavoro.
L’intelligenza artificiale sta dunque conquistando i direttori del personale che mirano a rendere più efficiente il processo di selezione e valutazione dei candidati attraverso l’utilizzo di sistemi “intelligenti”.
Secondo una recente ricerca di LinkedIn, Global recruiting trends 2018, i sistemi di intelligenza artificiale risultano particolarmente utili nell’attività di ricerca (58% degli HR manager intervistati) e selezione (56%) dei candidati mentre meno utili per le interviste (6%).
Inoltre, la ricerca evidenzia che tra i maggiori vantaggi ascrivibili all’IA applicata al recruiting c’è il risparmio di tempo (per il 67% del campione), maggiore imparzialità e obiettività (43%) e per una percentuale significativa di HR manager (30%) questo sistema consente anche un risparmio di risorse economiche.
Anche i dirigenti del personale italiani stanno ricorrendo a strumenti di intelligenza artificiale per l’attività di ricerca e selezione dei candidati. Questo dato emerge da una recente survey condotta da AIDP (Associazione italiana per la direzione del personale), secondo cui il 58% dei manager italiani (su un campione di 3 mila intervistati) ricorre a robot o sistemi automatizzati nei processi di reclutamento e selezione.
Nonostante gli indubbi vantaggi e potenzialità dell’IA, gli esperti ci tengono a precisare che la decisione finale sui candidati rimane un imprescindibile fattore umano e il processo di reclutamento e selezione non potrà mai essere completamente automatizzato.